IL POTERE RESPIRA, BISIGNANI TRATTA IL PATTEGGIAMENTO “TOMBALE” - L'OBIETTIVO DI BISI, AGLI ARRESTI DOMICILIARI DAL 15 GIUGNO SCORSO, È QUELLO DI METTERE FINE IN ANTICIPO ALLA PARTITA: VUOL DIRE CHE TUTTI GLI ATTI RACCOLTI SINO AD ORA NON SARANNO PIÙ UTILIZZABILI NELLE INDAGINI ANCORA APERTE E TANTOMENO PER AVVIARE EVENTUALI NUOVE VERIFICHE - COMPRESE LE CENTINAIA DI INTERCETTAZIONI TUTTORA COPERTE DA SEGRETO CHE HANNO MESSO IN FIBRILLAZIONE MOLTI ESPONENTI DEL GOVERNO E PERSONAGGI PUBBLICI…

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Luigi Bisignani potrebbe chiudere presto i conti aperti con la giustizia. Questa mattina comincia a Napoli il processo nel quale è imputato insieme al parlamentare del Pdl Alfonso Papa. Ma è in fase avanzata la trattativa con i pubblici ministeri per patteggiare la pena e così chiudere ogni pendenza.

Da tre giorni i suoi legali Fabio Lattanzi e Giampiero Pirolo mettono a punto i dettagli del «negoziato» con Henry John Woodcock e Francesco Greco, rappresentanti dell'accusa in aula e titolari delle altre inchieste tuttora in istruttoria. Compresa quella sull'associazione segreta, cosiddetta «P4», che ha svelato la natura dei rapporti dello stesso Bisignani con ministri, dirigenti di Stato, deputati e senatori, giornalisti confermando che era lui a orientare molte scelte politiche e imprenditoriali.

Papa, in carcere dal 20 luglio, deve rispondere di corruzione, concussione ed estorsione per aver utilizzato informazioni riservate per ricattare imprenditori ottenendo in cambio soldi e altre utilità. Bisignani, agli arresti domiciliari dal 15 giugno scorso, di favoreggiamento. Entrambi inseriti in un'associazione a delinquere che, questa è la contestazione nelle indagini ancora aperte, avrebbe sfruttato notizie segrete per ottenere vantaggi e nomine pubbliche. L'obiettivo del lobbista è quello di mettere fine in anticipo alla partita, concordando una condanna che gli consenta di tornare subito in libertà.

L'udienza fissata per questa mattina dovrà affrontare una serie di questioni preliminari, compresa la possibile astensione del presidente del collegio Vincenzo Lomonte. All'inizio della carriera di magistrato Papa è stato infatti suo uditore e questo crea un problema di incompatibilità. Ma prima ci sarà l'istanza dei difensori di Bisignani per far dichiarare nullo il decreto di citazione visto che non è stato notificato a uno di loro. Un dettaglio procedurale che, una volta riconosciuto, riaprirà i termini e così consentirà l'applicazione della pena su richiesta.

Secondo il codice le parti hanno infatti quindici giorni di tempo, dal momento in cui è disposto il giudizio, per chiedere di patteggiare. Il provvedimento è arrivato il 5 settembre scorso, ma entro la data stabilita nessuna domanda era stata presentata. Con il trascorrere delle settimane accusa e difesa hanno però valutato questa opportunità e ormai la trattativa sarebbe entrata nella fase conclusiva.

Se oggi saranno effettivamente riaperti i termini processuali, il fascicolo tornerà in istruttoria e l'ultima parola sul via libera al patto stipulato tra le parti spetterà al giudice per le indagini preliminari. La condizione posta dalla difesa e accettata dai magistrati prevede un patteggiamento «tombale»: vuol dire che tutti gli atti raccolti sino ad ora non saranno più utilizzabili nelle indagini ancora aperte e tantomeno per avviare eventuali nuove verifiche.

Comprese le centinaia di intercettazioni telefoniche tuttora coperte da segreto che hanno messo in fibrillazione molti esponenti del governo e personaggi pubblici.
Quanto è già stato reso noto dimostra la dimestichezza di Bisignani con il potere attraverso la sua rete di relazioni che in alcuni momenti lo ha posto al centro delle questioni politiche, quasi fosse un presidente del Consiglio ombra. Era lui a orientare le scelte dei ministri Stefania Prestigiacomo e Mariastella Gelmini, numerose decisioni del titolare della Farnesina Franco Frattini.

Ed era ancora lui a guidare l'allora direttore generale della Rai Mauro Masi arrivando a scrivere al suo posto la lettera che avrebbe portato poi all'uscita di Michele Santoro. Era lui a gestire nomine e contratti dell'Eni, grazie al legame con l'amministratore Paolo Scaroni e altri affari di aziende di Stato. Non sarà in aula Bisignani, mentre si presenterà Papa, descritto dai parlamentari pdl che lo hanno visitato «fiaccato dalla detenzione». Lui è arrivato ad appellarsi a Silvio Berlusconi per tornare libero e ieri ha ripetuto: «Mi voglio difendere nel processo ma non dal carcere, qui mi voglio portare all'esasperazione».

 

Luigi BisignaniLuigi Bisignani Luigi Bisignani I pm Woodcock e Francesco CurcioAlfonso Papa

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…