POVERO FINI: LA CONSULTA HA CANCELLATO L’ULTIMA TRACCIA DELLA SUA CARRIERA POLITICA - GIANFRY SENZA SPERANZA: “COCAINA E MARIJUANA PER ME PARI SONO” (MA LA SUA LEGGE HA PORTATO PIÙ DANNI CHE BENEFICI)

1. FINI: ‘DIFENDO LA MIA NORMA, COCA E MARIJUANA PER ME PARI SONO'
Caterina Pasolini per ‘La Repubblica'

Gianfranco Fini, cosa pensa della bocciatura della Consulta?
«Sono una persona seria e vorrei commentare solo dopo aver attentamente letto le motivazioni. Non insista».

Ma in questi anni ha cambiato idea?
«Assolutamente no. Sulla equiparazione delle droghe leggere e pesanti sono rimasto della stessa identica opinione».

Marijuana o cocaina per lei pari sono?
«No, la questione è ben diversa. Il principio è quello del danno alla salute e le sostanze psicotrope, è provato, fanno male. Senza dimenticarci che la Costituzione prevede che venga tutelata la salute dei cittadini».

Anche le sigarette fanno male.
«Forse siamo un po' ipocriti: fare loro pubblicità è vietato. Ma si possono comprare ovunque. In quasi tutto il mondo invece ci sono leggi che vietano di vendere droga».

Fuma solo sigarette?
«Ho provato a dare un tiro ad una canna quando avevo 18 anni, in compagnia».

Le è piaciuto?
«No, mi ricordo solo una nausea e un mal di testa tremendi, mai riprovato».

Altre droghe?
«No, sono contrario per principio, nessuna voglia di farmi del male».

E la libertà dei cittadini?
«Qui si entra in questioni etiche complesse, delicate, comunque la legge non può consentire la libertà di farsi del male».

2. IL FLOP DI UNA LEGGE SBAGLIATA
Vladimiro Polchi per ‘La Repubblica'

Carceri piene, boom del consumo di cannabis, flop dei programmi terapeutici. Che la macchina non funzionava si sapeva. I numeri sono lì a dimo-strarlo: la storia della Fini-Giovanardi è una catena di insuccessi. Non solo. Le sue norme si sono rivelate dure coi deboli (consumatori), deboli coi forti (grandi spacciatori).

DROGA E CARCERE
Se l'obiettivo del legislatore del 2006 era il contenimento del consumo delle droghe attraverso l'inasprimento delle pene, questo non sembra essere stato raggiunto. «Da allora, decine di migliaia di persone sono state punite con una severità illegittima a causa di una normativa illiberale».

Tuona il senatore Luigi Manconi, presidente della commissione diritti umani. In effetti, stando al 4° Libro bianco sulla Fini- Giovanardi (basato su dati del ministero della Giustizia), un detenuto su tre entra in carcere ogni anno per violazione dell'articolo 73 (spaccio e detenzione di droghe): nel 2012 sono stati 20.465 (su un totale di 63.020 ingressi).

L'aumento in percentuale è costante dal 2006 in poi: 28,03% quell'anno, 31,11% nel 2008, 30,87% nel 2010 e nel 2012 si registra il picco del 32,45% del totale delle persone entrate in carcere per violazione dell'art.73 della legge antidroga. Quanto alle presenze dietro le sbarre, oggi quattro detenuti su dieci sono ristretti per droga. Al 31 dicembre 2012 erano 25.269, pari al 38,4%, i reclusi in violazione dell'art.73 e in aumento costante (nel 2006 erano poco più di 14mila).

I PESCI PICCOLI
L'enorme divario fra i reati dell'articolo 73 (spaccio e detenzione) e quelli del 74 (relativi al grande traffico) rende evidente che la legge è applicata per colpire più i "pesci piccoli" e i semplici consumatori che i grandi padroni del mercato dello spaccio. Basta vedere che nel 2012 gli ingressi per semplice detenzione sono stati oltre 19mila, mentre quelli colpiti dal ben più grave articolo 74 si sono limitati a 250.

I TOSSICODIPENDENTI
I dati del 2012 segnano una leggera flessione rispetto al picco 2008, ma nell'insieme si riconferma il dato di fondo: ogni tre persone entrate in carcere, una è tossicodipendente. Contemporaneamente, crollano le richieste di programma terapeutico. È una discesa ripida: dalle 6713 nel 2006, alle 340 richieste nel 2012.

Sulla caduta dei programmi terapeutici ha influito proprio la Fini-Giovanardi: «Il programma terapeutico - si legge nel Libro bianco - non sospende più l'erogazione della sanzione, come avveniva nella normativa del 1990. Dunque, il programma si presenta agli occhi del consumatore come un "onere", se non una punizione, "in aggiunta" a quelle
già pesanti comminate».

IL BOOM DELLA CANNABIS
Nonostante le pene severe, secondo l'ultima relazione al Parlamento del Dipartimento politiche antidroga, cresce tra i giovani il consumo di cannabis, passato dal 19,4% del 2011 al 21,43 dello scorso anno.

E ancora: stando alle segnalazioni delle forze dell'ordine alle prefetture, la percentuale di segnalazioni per cannabis è in costante ascesa: dal 73% del 2009, al 78,56% del 2012. «Ora si tornerà alla Jervolino- Vassalli - spiega Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione Antigone - una legge con trattamento penale differenziato tra droghe leggere e pesanti, che prevede in generale pene minori e politiche di riduzione del danno, cancellate dalla Fini-Giovanardi».


LE MISURE ALTERNATIVE
Nella comunità di San Patrignano la bocciatura della Fini-Giovanardi desta, invece, una certa «preoccupazione per la cancellazione di norme che facilitano il ricorso a misure alternative al carcere, che oggi saranno possibili solo per condanne sotto i 4 anni, contro i 6 della Fini-Giovanardi».

A giudizio della comunità, «il recupero, quindi, diventerà più difficile. Oltre a questo viene esclusa la possibilità di vedersi riconosciuta l'applicazione del reato continuato in ragione del proprio stato di tossicodipendenza o l'eventualità di vedersi cancellata la multa accessoria alla condanna in caso di esito positivo dell'affidamento in prova ai servizi sociali».

 

 

CANNABISGIANFRANCO FINIdaniele farina fuma uno spinello alla camera dei deputati foto la zanzaraberlusconi giovanardi cocaina shaboo la metanfetamina dei filippinicached LUIGI MANCONI SAN PATRIGNANO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)