iperopia poveri poverta

SFRUTTATI, MAL PAGATI, IMPIEGATI IN NERO: C'È MEZZA ITALIA SUL FILO DELLA POVERTÀ - COSÌ IL LOCKDOWN HA MESSO IN GINOCCHIO PIÙ DI 2 MILIONI DI FAMIGLIE CHE VIVONO ESCLUSIVAMENTE DI LAVORO IRREGOLARE: DI QUESTI 1 SU 3 È COSTITUITO DA COPPIE CON FIGLI, IL 44% AL SUD. MA NON VA MEGLIO NEL RESTO DEL PAESE: IL 20,4% NEL NORD OVEST, IL 21,4% NELLE REGIONI CENTRALI E IL 14% NEL NORD EST - IL RISCHIO? QUELLO DI UNA NUOVA FRATTURA SOCIALE: IL 55% DELLA POPOLAZIONE TEME CHE SI DIFFONDANO RABBIA E ODIO

Matteo Marcelli per ''Avvenire''

 

coronavirus poverta' 1

Lavoro irregolare, precario, che non basta a mantenere se stessi e la propria famiglia. Come quello di Roberto, 53 anni, bracciante agricolo nelle Langhe. La schiena piegata di chi ha già dato molto, ma gettare la spugna non è un' opzione, anche se con il Covid ha rischiato davvero di andare al tappeto.

VOLONTARI CARITAS A CATANIA

 

Roberto è quello che si definisce un working poor: il suo è un impiego che sarebbe anche sufficiente per tirare avanti se solo non ci fossero tre figli da mantenere e da mandare a scuola, magari da portare fuori a cena ogni tanto, come farebbe una famiglia normale.

 

coronavirus poverta' 2

«Se in questi mesi non ci fosse stata la Caritas non avrei potuto tirare avanti - racconta ad Avvenire -. Sono stato costretto ad accetare qualche offerta in nero e non mi era mai successo. Non vorrei continuare così, ma per il momento non c' è altra soluzione».

 

volontari aiutano i poveri a milano

Sul filo della povertà. Come un "acrobata della povertà", Roberto è riuscito a sopravvivere. Ma il suo non è un caso isolato, come stiamo raccontando sulle pagine del nostro giornale nell' inchiesta sulla pandemia sociale. Sono molti, troppi, i lavoratori che durante il lockdown hanno visto crollare all' improvviso il loro reddito, andando a ingrossare la sacca di povertà assoluta del Paese.

 

Sfruttati, mal pagati, a volte mortificati e privi di una rete di sostegno sociale adeguata. Il Focus di Censis e Confcooperative pubblicato ieri, "Covid, da acrobati della povertà a nuovi poveri", ha provato per la prima volta a contarli e lo scenario che ne esce è drammatico.

 

I numeri della ricerca parlano da soli: sono 2,1 milioni le famiglie con almeno un componente che lavora in maniera non regolare e oltre un milione può contare solo su stipendi in nero (il 4,1% sul totale delle dei nuclei italiani).

coronavirus poverta' 5coronavirus poverta' 6

 

Di queste, più di 1 su 3, vale a dire 350mila, è composta da cittadini stranieri. Un quinto ha minori fra i propri componenti, quasi un terzo è costituita da coppie con figli, mentre sono 131mila le famiglie possono contare esclusivamente sulll' impiego non regolare di un unico genitore.

mensa caritas

 

Il lavoro senza tutele si concentra soprattutto al Sud, dove copre il 44,2% degli impiegati, ma non va meglio nel resto del Paese: il 20,4% nel Nord Ovest, il 21,4% nelle regioni centrali e il 14% nel Nord Est.

coronavirus poverta' 11

 

Gli effetti del Covid. La situazione era già grave prima del coronavirus, ma la pandemia ha pericolosamente allargato la platea dei lavoratori finiti in ginocchio. Durante i mesi di lockdown 15 italiani su 100 hanno perso e più del 50% del loro reddito, mentre 18 su 100 hanno subito una contrazione compresa fra il 25% e il 50%, per un totale di 33 italiani su 100 con un introito ridotto almeno di un quarto.

MENSA CARITAS

 

Ancora più drammatica la situazione fra le persone con un' età compresa fra i 18 e i 34 anni, per le quali il peggioramento inatteso delle propria situazione economica ha riguardato 41 individui su 100 (riduzione di più del 50% per il 21,2% e fra il 25% e il 50% per il 19,5%).

 

coronavirus poverta' 12

In sintesi, la metà degli italiani (50,8%) ha sperimentato un' improvvisa caduta delle proprie disponibilità economiche, con punte del 60% fra i giovani, del 69,4% fra gli occupati a tempo determinato, del 78,7% fra gli imprenditori e i liberi professionisti. La percentuale fra gli occupati a tempo indeterminato ha in ogni caso raggiunto il 58,3%.

MENSA CARITAS

 

La sfiducia. Un quadro che si rispecchia nelle attese dei lavoratori intervistati per i prossimi 12 mesi: se il 49,2% prevede una sostanziale stabilità del reddito rispetto a quello precedente il Covid-19, il 47% considera probabile una contrazione (per il 7,0% superiore al 50%), e solo il 3,8% prevede un aumento.

coronavirus poverta' 17

 

Il 55% della popolazione teme poi l' eventualità che si possano diffondere rabbia e odio sociale, il 50% ipotizza un forte aumento della disoccupazione, mentre il 33,9% ha paura che l' intervento dello Stato possa essere insufficiente per la sanità e per le misure di contrasto alla povertà.

 

Più concentrato sugli aspetti della sanità il 27,2% delle risposte, che guarda al rischio che il coronavirus possa ridurre l' attenzione rispetto ad altre patologie gravi, mentre il 25,5% teme di veder svanire i risparmi di una vita.

coronavirus poverta' 16

 

«Il paese vede la sua competitività ferma al palo dal 1995.

Abbiamo un' occupazione più bassa della media europea. Un deficit che è cresciuto di 20 punti e un Pil che chiuderà con un rosso a due cifre, sfondando il tetto del 10%. Abbiamo una geografia sociale ed economica del Paese molto sbilanciata - ragiona Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative - con poco meno di 23 milioni di lavoratori, oltre 16 milioni di pensionati, 10 milioni di studenti (con una formazione che non è sempre d' eccellenza) e oltre 10 milioni di poveri. Il problema non è il deficit, ma la capacità o meno di poterlo pagare».

coronavirus poverta' 14

 

Ecco perché in merito al Recovery Fund «servono subito risorse per politiche strutturali che tendano sia alla salvaguardia dell' attuale occupazione, ma soprattutto alla creazione di nuovo lavoro - spiega Confcooperative -. Solo rilanciando innovazione, competitività e occupazione potremo far fronte ai debiti che abbiamo contratto, ridurre le diseguaglianze e costruire un modello di Paese più equo e più sostenibile».

nuove povertàcoronavirus poverta' 15nuove povertàLAVORO NEROpovertàLAVORO NERO povertàLAVORO NERO povertàpovertanuove povertà

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….