IL PREMIER KAZAKO AKHMETOV CI SBEFFEGGIA SUL CASO SHALABAYEVA: “RITORNO IN ITALIA? CHIEDA ALLE AUTORITÀ KAZAKE” (CIAO CORE)

Fabrizio Dragosei per "Il Corriere della Sera"

Il Kazakistan potrebbe lasciar tornare in Italia Alma Shalabayeva e la figlia, espulse e deportate ad Almaty da Roma il 29 maggio scorsi. La moglie del dissidente Mukhtar Ablyazov dovrebbe presentare una richiesta agli organismi giudiziari che potrebbero accoglierla fissando una cauzione. Poi occorrerebbe una «garanzia» del governo italiano. In ogni caso, «gli organismi competenti sono pronti a esaminare una eventuale domanda».

L'importante «apertura» viene da Astana, la capitale del Kazakistan e in particolare dalle risposte alle domande che il Corriere ha presentato nei giorni scorsi al primo ministro Serik Akhmetov. Le risposte sono state trasmesse ieri sera dal ministero degli Esteri.

Dunque c'è la possibilità che i familiari di Ablyazov tornino in Italia?
«Dal punto di vista legale, la possibilità di un ritorno di Alma Shalabayeva e di sua figlia in Italia non si esclude. Per questo la signora deve rivolgersi agli organismi competenti kazaki con la richiesta di consentirle la libera circolazione anche all'estero, dietro cauzione. In questo caso alla Repubblica del Kazakistan occorreranno garanzie da Roma».

Quali garanzie?
«Che in futuro la signora si presenti davanti a un ente di persecuzione penale del Kazakistan qualora ce ne fosse bisogno».

Ma la deportazione dall'Italia di Alma Shalabayeva e della figlia Alua non è avvenuta regolarmente.
«Intanto bisogna ricordare che ci eravamo rivolti all'Interpol per trovare e fermare Ablyazov e non qualcuno dei suoi familiari».

Con interferenze continue vostre...
«Le decisioni sono state prese del tutto autonomamente dalle autorità italiane e il Kazakistan non aveva alcuna possibilità giuridica di incidere sugli eventi».

E la moglie di Ablyazov?
«Ha presentato un passaporto di cittadina della Repubblica Centrafricana a nome Alma Ayan. È stata decisa una perizia dalla quale è risultato che Shalabayeva aveva presentato un passaporto falso».

In realtà già il 30 maggio l'ambasciata della Repubblica Centrafricana in Svizzera ha scritto una lettera alle autorità italiane confermando che la donna è titolare di un passaporto diplomatico ed è cittadina centrafricana. Il tutto è stato ribadito il 21 giugno, con un'altra lettera, dal ministro della giustizia in persona. L'avvocato Riccardo Olivo, che difende la Shalabayeva, ha poi spiegato che il nome Ayan è stato usato per garantire la sicurezza della donna.

Ma di cosa è oggi accusata Alma Shalabayeva in Kazakistan?
«Le indagini stanno verificando se è coinvolta in delitti legati a tangenti pagate a ufficiali del servizio di migrazione e di giustizia della regione di Atyrau per fabbricazione illegale e rilascio di passaporti, anche a nome di A. Shalabayeva e di sua figlia. Con la sentenza del 4 luglio i colpevoli sono stati condannati».

E' agli arresti domiciliari?
«È stata temporaneamente adottata la misura dell'obbligo di dimora: è completamente libera di circolare per la città di Almaty e di comunicare con chi vuole. Nei giorni scorsi sono andati a trovarla i deputati polacchi Sventsitskij, Makovskij, Chislinskij e Rybakovich nonché il consigliere dell'Ambasciata d'Italia Ferrara».

E che trattamento riceve?
«In conformità alle norme internazionali, ha tutte le possibilità di difendersi, con avvocati e quant'altro. Non viene assolutamente sottoposta a torture, trattamenti crudeli, disumani, umilianti o a punizioni. Ai tribunali e alla Procura non è pervenuto alcun reclamo da parte della signora Shalabayeva circa eventuali atti illegali degli organismi inquirenti».

E quanto dureranno le indagini?
«Ci vorrà altro tempo perché si attendono le risposte a richieste di rogatoria internazionale».

Se la madre venisse condannata, la piccola Alua finirebbe in orfanotrofio?
«Ciò non corrisponde assolutamente alla realtà. Oggi l'istruttoria non dispone di alcuna base legale per cambiare lo status della signora in quanto lei non ha infranto alcuna regola. E, come detto prima, lei potrebbe presentare richiesta di lasciare i confini del Kazakistan. E la richiesta verrebbe esaminata dalle autorità».

I rapporti tra Italia e Kazakistan sembrano fortemente a rischio, dopo quello che è accaduto.
«Le relazioni tra i due Paesi hanno superato la prova del tempo; abbiamo alle spalle più di 20 anni di relazioni. Ci sono legami attivi e proficui in tutti i campi, da quello economico a quello politico».

Ma l'espulsione di Alma è un altro discorso.
«Il Kazakistan non reputa l'espulsione di un suo cittadino che ha violato il regime di passaporti e visti (e anche il successivo annullamento di questa decisione) motivo valido per un peggioramento dei rapporti bilaterali».

 

 

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