napolitano boschi

IL PREMIETTO A RE GIORGIO – NAPOLITANO HA BENEDETTO LA DISTRUZIONE DEL SENATO E MADONNONA BOSCHI GLIEL’HA PURE DEDICATA. E ORA CHE SI SCOPRE? “IL COMMA GIORGIO” – NELLE NORME FINALI SI PREVEDE CHE SIANO BLINDATE LE PREROGATIVE DEI SENATORI DI DIRITTO

Anna Morgantini per “ilfattoquotidiano.it

 

giorgio napolitanogiorgio napolitano

Articolo 40. Comma 5. Ultimo periodo. Qualcuno ha letto fino in fondo le «Disposizioni finali» del ddl di riforma costituzionale Boschi-Renzi? Sicuramente non il vasto pubblico. Forse nemmeno tutti i 179 senatori che il 13 settembre l’hanno votato senza modificare di una virgola il testo già approvato dai loro colleghi deputati, che a loro volta lo avevano approvato nella stessa identica formulazione con cui l’anno scorso era uscito dal Senato, e che adesso ri-approveranno pari pari. Per farla corta: l’articolo 40, comma 5, è un moloch. Intoccabile.

 

ABBASSO I TAGLI Lo chiamano il «comma Napolitano». E infatti, sostengono i più critici, sembra una norma pensata, scritta e inserita nella riforma costituzionale appositamente per lui, il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, oggi senatore di diritto e a vita. Una esagerazione, naturalmente. Ma cosa dice il codicillo in questione? Che «lo stato e le prerogative dei senatori di diritto e a vita restano regolati secondo le disposizioni già vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale».

 

giorgio napolitano pippo baudogiorgio napolitano pippo baudo

Traduzione: ben venga la riforma costituzionale, evviva i tagli alle indennità dei membri del futuro Senato delle Autonomie, ma nessuno si azzardi a toccare gli appannaggi, l’immunità, il trattamento e le dotazioni dei senatori «di diritto e a vita». Che, una volta approvata la riforma Boschi, non saranno più riformabili come accade adesso dalle amministrazioni del Senato e del Quirinale con un semplice intervento sui regolamenti interni, ma diventeranno intoccabili in quanto blindati all'interno della Costituzione. Un vero capolavoro.  

giorgio napolitano (2)giorgio napolitano (2)

 

PRIVILEGI A VITA Gli ex presidenti della Repubblica, una volta lasciato il Quirinale,  approdano infatti a Palazzo Madama e ivi restano vita natural durante, mantenendo alcuni privilegi del Colle (auto di servizio e chaffeur, linee telefoniche protette, scorta, perfino un maggiordomo e un guardarobiere a disposizione, volendo, per la residenza privata) e integrandoli con altri, elargiti questi dall’amministrazione del Senato. Attualmente di senatori «di diritto e a vita» in quanto ex capi dello Stato, se ne contano due, Carlo Azeglio Ciampi (in carica al Colle dal 1999 al 2006) e il suo successore, che è appunto Giorgio Napolitano.

 

Ma se Ciampi al Senato ormai si vede pochissimo, viste le non ottimali condizioni di salute, Napolitano, da quando si è trasferito al quarto piano di palazzo Giustiniani (cento metri quadrati di ufficio, con una grande terrazza), a palazzo Madama è una presenza costante. E, ovviamente in base a quello che i regolamenti correnti gli consentono in quanto presidente emerito e appunto senatore a vita, pure parecchio costosa.

 

maria elena boschi e napolitanomaria elena boschi e napolitano

PAGA IL SENATO Dal Quirinale si è infatti portato il suo consigliere più fidato, Carlo Guelfi, e il portavoce Giovanni Matteoli; poi ha organizzato un cospicuo ufficio di segreteria, sempre a spese dal Senato. A quante persone ammonti il suo staff esattamente non è risaputo, ma in base al regolamento interno Napolitano può assumere un capo ufficio, tre funzionari, due addetti ai lavori esecutivi e altri due addetti ai lavori ausiliari, qualunque cosa significhi quest’incarico. Inoltre, a scelta, può dotarsi di un consigliere diplomatico o militare. Tutti dotati di ben 15 mensilità di stipendio.

maria elena boschi giorgio napolitano maria elena boschi giorgio napolitano

 

CARISSIMI EMERITI Il costo? Variabile, ovviamente, in base alla consistenza dello staff. Fino all’estate 2015 per le «segreterie personali» dei presidenti emeriti il Senato prevedeva un tetto di 828.061 euro e 80 centesimi. Poi, a luglio, circa sei mesi dopo l’arrivo di Napolitano, il collegio dei questori ha imposto una bella sforbiciata, riducendo i fondi a disposizione del 30 per cento: oggi ammonta a 579.643 euro e 26 centesimi, 200 mila euro l’anno più della dotazione degli ex presidenti del Senato come Franco Marini o Renato Schifani (384.859,76 euro). Spicciolo più, spicciolo meno,

 

Napolitano ha a disposizione un plafond di quasi 50 mila euro al mese. Una spesa sempre parecchio rilevante e che si aggiunge, peraltro, ad altri simpatici benefit. Intendiamoci. Il taglio, approvato alla vigilia della festicciola per i 90 anni di Napolitano che Pietro Grasso ha ospitato nel suo appartamento di rappresentanza a palazzo Giustiniani (più di cento gli invitati, da Matteo Renzi a Maria Elena Boschi, da Mario Monti a Sabino Cassese, passando per Luigi Zanda, Anna Finocchiaro, Massimo D’Alema, Pierferdinando Casini, Giuliano Amato), non è stato affatto gradito dal senatore «di diritto e di vita». Almeno così assicurano fonti autorevoli a ilfattoquotidiano.it.

CIAMPI SCALFARO COSSIGA E NAPOLITANO CIAMPI SCALFARO COSSIGA E NAPOLITANO

 

MURO DI COMMA Ora però può stare tranquillo. Grazie proprio al «comma Napolitano» sarà direttamente la Costituzione a garantire a lui e a tutti gli altri presidenti emeriti della Repubblica, passati e futuri, «lo stato e le prerogative», le immunità e il trattamento attualmente in vigore. Chissà se tra «stato» e «prerogative» è compreso anche il piccolo appannaggio personale erogato dal Senato. Fanno 15 mila euro, tondi tondi.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?