TUTTI GLI AGGANCI DI AGAG - PRENDI IL PATONZA, METTICI UN PO’ DI MURDOCH, UNA PUNTA DI ECCLESTONE E UN CICCHETTO DI BRRR-BRIATORE E COSA OTTIENI? ALEJANDRO AGAG! - IL GENERISSIMO DI AZNAR È ENTRATO IN FAMIGLIA COME PORTABORSE DELL’EX PREMIER SPAGNOLO E C’È RIMASTO SPOSANDO SUA FIGLIA ANITA - DALLA POLITICA AL CALCIO ALLA FORMULA 1, TUTTI GLI AFFARI DELL’UNICO CHE FORSE È PIÙ AMICO DI AFFARI DI GHEDDAFI DEL BANANA...

Alessandro Oppes per il "Fatto quotidiano"

Bernie Ecclestone lo considera come un figlio, Flavio Briatore né più né meno che un fratello, per Berlusconi è l'amico fidato. Ma se c'è un modello al quale Alejandro Agag ha sempre guardato, con l'aspirazione di emularlo e magari - nella sua smodata ambizione - persino superarlo, questi è Rupert Murdoch. Che poi, senza andare troppo lontano, altri non è che il datore di lavoro del suo amato suocero José Maria Aznar, da anni consigliere d'amministrazione di News Corporation.

Amicizia. Quando si pronuncia questa parola abbinata al nome del "yernísimo" (il "generissimo", come lo chiamano in Spagna da quando ha sposato la figlia dell'ex premier), bisogna intendersi. Amicizia è sinonimo di trampolino di lancio, è solo una delle maglie di una rete che Agag va tessendo da anni - ormai una quindicina - per diventare sempre più potente, e al tempo stesso sempre più ricco. Una tecnica collaudatissima, sin dai tempi in cui frequentava il collegio Retamar dell'Opus Dei, dal quale passa il meglio della borghesia madrilena, e poi il Cunef, facoltà di studi finanziari.

Era appena ventenne ma aveva già le idee chiarissime: si inventò un'associazione studentesca per organizzare conferenze alle quali invitava il "top" della finanza spagnola dell'epoca: da Mario Conde ad Abel Matutes o Carlos Solchaga. Poi, manco a dirlo, li invitava a cena. E nascevano le prime amicizie importanti. Niente di strano, allora, se a 26 anni lo ritroviamo già al palazzo della Moncloa, portaborse del presidente Aznar. Nel senso letterale del termine.

Era proprio l'incaricato di portare la ventiquattr'ore del premier, e il suo cellulare. Ne gestiva l'agenda, lo seguiva come un'ombra, tanto da intrufolarsi persino nel Oval Office della Casa Bianca ai tempi di Clinton, o a Villa Certosa, o alla residenza dei Chequers dove conobbe i Blair. Così intraprendente, e avvolgente, e simpatico, che a casa Aznar diventa subito uno di famiglia. Piace alla moglie Ana Botella, ma, quel che più importa, riesce a far colpo sulla giovanissima figlia, Anita.

Quando c'è da scegliere, nel '99, un nuovo segretario generale per il Partito popolare europeo, lui si auto-candida, ed è subito accontentato. A Bruxelles è una sorta di "ambasciatore" di Aznar, allora unico - e potentissimo - leader di destra a guidare un governo Ue. Gli altri, che al momento sono solo aspiranti, passano tutti dall'ufficio del 28enne Agag: da Berlusconi a Merkel, da Sarkozy a Barroso. Nuove acquisizioni per l'agenda del rampante politico.

Che saprà bene come sfruttare le sue amicizie. Già tre anni dopo, quando il mondo della politica gli va ormai stretto, è proprio José Barroso, nel frattempo diventato premier a Lisbona, a promuovere il suo ingaggio come direttore generale del Banco Portugués de Negocios . Ricchissimo contratto, anche se il suo vero ruolo nell'istituzione finanziaria non era molto chiaro neppure agli addetti ai lavori.

Ma poco importa. Lui preferiva lavorare da casa, a Londra, dove si era installato poco dopo le nozze con Ana Aznar, settembre 2002 all'Escorial, il più grande evento mondano che si ricordi nella Spagna degli ultimi decenni, con Berlusconi e Blair come testimoni, e la famiglia reale al completo presente nella basilica.

Per la verità, in quell'occasione, c'erano anche altri personaggi poco raccomandabili, come Francisco Correa, grande amico di Alejandro, diventato presto il protagonista del più grosso scandalo finanziario spagnolo: una trama a base di tangenti e appalti sospetti che ha travolto numerosi dirigenti del Pp, e nella quale lo stesso Agag ha rischiato di restar coinvolto.

Roba del passato, perché l'intraprendente uomo d'affari si era già lasciato alle spalle l'angusto mondo del "negocio" spagnolo. A Madrid, questo sì, ha mantenuto - come dire - un pied à terre: un attico di 200 metri nel prestigioso quartiere di Salamanca. A Londra, invece, dove ora vive con moglie e 4 figli, ha comprato una casa da 3 milioni di euro: 300 metri quadri a Chelsea. Tra i suoi vicini, Gwyneth Paltrow, Liz Hurley, Inés Sastr. E soprattutto, quel che più importa, i suoi grandi amici Briatore ed Ecclestone. Passione comune per lo sport?

Più che altro fiuto, intuizione sui possibili straordinari guadagni. Qualche risultato l'ha già ottenuto. Anni fa riuscì ad assicurarsi, proprio mentre nasceva la stella di Fernando Alonso, i diritti tv della Formula1 per la Spagna. Poi un'incursione nel calcio con la partecipazione (insieme a Ecclestone Briatore) nella squadra londinese del Queens Park Rangers. E più di recente, con la società finanziaria Addax Capital, sbarca nella GP2, la "serie B" delle quattro ruote, con un "team" sponsorizzato dalla Barwa, impresa immobiliare del Qatar.

Dicono che il suo sogno sia prendere il posto di Ecclestone - ormai 80enne - al timone della Formula1. A 41 anni, Agag si sente pronto per la sfida. In fondo, è tutta questione di rapporti. E lui ci sa fare come pochi. A tradirlo, chissà, potrebbero essere magari le sue pericolose amicizie. Di gente poco raccomandabile, nella sua vorticosa ascesa, ne ha incrociato parecchia. Non ultimo, Saif al Islam Gheddafi: in suo onore, un anno fa, Agag organizzò una battuta di caccia al cinghiale in un'esclusiva "finca" nei pressi di Madrid.

 

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