giuliano amato

SILENZIO, PARLA GIULIANO AMATO! IL PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE CONFERMA LA LEGITTIMITÀ DELL’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA: “SE ALL'ITALIA NON FOSSE CONSENTITO DI PARTECIPARE ALLA DIFESA DI PAESI TERZI AGGREDITI, SAREBBERO ILLEGITTIMI SIA L'ARTICOLO 5 DEL TRATTATO NATO, SIA L'ARTICOLO 42 DEL TRATTATO DELL'UNIONE, IL QUALE DICE CHE QUALORA UNO STATO MEMBRO SUBISCA UN'AGGRESSIONE SUL SUO TERRITORIO, GLI ALTRI STATI MEMBRI SONO TENUTI A PRESTARE AIUTO CON TUTTI I MEZZI IN LORO POSSESSO” - “L'USCITA DELLA RUSSIA DAL CONSIGLIO D'EUROPA È GRAVISSIMA. SE UN DOMANI IN QUEL PAESE ALTRI DIRITTI VENISSERO CANCELLATI, IL CITTADINO RUSSO NON AVREBBE UNA ISTANZA SUPERIORE A CUI APPELLARSI” (RESTANO SEMPRE I FORCONI…)

<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/ASt7GprpgEk" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe>

 

<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/ZKNGSaumWTE" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe>

 

giuliano amato riunione straordinaria della corte costituzionale 4

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

«Siamo nel tempo dei lupi», dice in un sussurro Giuliano Amato. L'invasione russa dell'Ucraina ha sconvolto il presidente della Corte costituzionale.

 

Ed è evidente la sua angoscia, perché vede traballare un assetto che finora aveva pur faticosamente retto: il rispetto della «rule of law», ovvero della legge, quantomeno in Europa.

 

ucraina il massacro dei civili a bucha 14

L'invasione segna una rottura, che peraltro viene da lontano. Per quanto riguarda la Russia, Amato segnala che già tre anni fa era stata emendata la Costituzione, dichiarando la preminenza del diritto nazionale su quello internazionale.

 

«È la hybris (la tracotanza che porta alla perdizione, ndr) delle identità nazionali».

 

Giuliano Amato, che nella vita è stato tante cose prima di diventare presidente della Corte costituzionale, vede approssimarsi il disastro del diritto e dei diritti.

 

Così il conflitto fa irruzione nella conferenza istituzionale su un anno di attività, alla presenza di Sergio Mattarella e dei presidenti delle Camere, e campeggia anche nella conferenza stampa a seguire. Annota che le rotture di Putin con la comunità internazionale sono legate tra loro.

 

Giuliano Amato al Circolo Tennis Orbetello, il 23 settembre 1999 con Tom e Jerry

«L'uscita della Russia dal Consiglio d'Europa è gravissima». Significa, in concreto, che Mosca non riconosce più il Tribunale di Strasburgo sui diritti dell'uomo.

 

«Se un domani in quel Paese altri diritti venissero cancellati, il cittadino russo non avrebbe una istanza superiore a cui appellarsi».

 

È per questo motivo che nella sua relazione davanti alle alte cariche dello Stato, consapevole dei tempi in cui stiamo precipitando, del «piano inclinato» su cui siamo, lancia questo appello a tutti i cittadini e i governi di buona volontà: «La situazione generale intorno a noi comporta tante tragiche conseguenze e getta non poche preoccupazioni sull'avvenire, anche per la tenuta degli ordinamenti costituzionali europei».

 

giuliano amato riunione straordinaria della corte costituzionale 2

L'onda tellurica ha investito la Corte di Strasburgo, ma potrebbe investire anche i Paesi membri dell'Unione europea.

 

«È di particolare importanza - scandisce - mantenere salda la collaborazione reciproca delle Corti appartenenti all'Unione europea».

 

Cita il caso dell'Ungheria, ma il problema riguarda diversi altri Stato membri. «Ricordo che l'articolo 4 del Trattato europeo (che lui stesso contribuì a stilare, quando fu vicepresidente della Convenzione sul futuro dell'Europa, ndr) ci impone di salvaguardare le nostre identità nazionali, ma l'articolo 4 viene dopo l'articolo 2, che enuncia i nostri principi e valori comuni: rispetto della dignità, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto, rispetto dei diritti umani e delle minoranze».

vladimir putin.

 

Un effetto collaterale della guerra potrebbe essere infatti una spinta maggiore al sovranismo. Magari il sovranismo giuridico di chi vuole mettere il diritto nazionale prima di quello europeo ed internazionale.

 

L'effetto sarebbe la frantumazione degli ideali dell'Unione. E invece «è sull'equilibrio fra tutela delle identità nazionali e rispetto dei valori comuni che si regge l'unità nelle diversità della nostra Unione».

 

giuliano amato

Nel tempo, il quadro così complesso e intrecciato tra diritto nazionale e internazionale ha costretto molti Paesi a fare dei passi avanti per i diritti dei propri cittadini. Ciò che ad alcuni leader sovranisti non va giù.

 

Eppure è dalla somma delle norme e dei trattati, che viene la risposta a tanti dilemmi quotidiani. Le armi agli ucraini, ad esempio: si può fare?

 

«Oltre agli articoli 11 e 52 della nostra Costituzione, c'è il 78, quando le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari, il quale implica inesorabilmente che l'Italia possa trovarsi in guerra, altrimenti non vi sarebbe ragione che questo articolo si trovi in Costituzione».

 

E c'è qualcosa in più. «Se all'Italia non fosse consentito, per Costituzione, di partecipare alla difesa di Paesi terzi aggrediti, allora sarebbero illegittimi per l'Italia sia l'articolo 5 del Trattato Nato, sia l'articolo 42 del trattato dell'Unione, il quale dice che qualora uno Stato membro subisca un'aggressione sul suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestare aiuto con tutti i mezzi in loro possesso in conformità all'articolo 51 della Carta dell'Onu che consacra il diritto di difendersi da un attacco armato prima dell'intervento delle stesse Nazioni Unite».

vladimir putin 4

 

E poi c'è il precedente specifico dell'Iraq, quando ci fu chiesto di partecipare a un'invasione, e il presidente Ciampi disse di no, e che in quel momento sarebbe stato possibile solo portare lì un ospedale.

 

giuliano amato riunione straordinaria della corte costituzionale 3

«Lì si trattava di intervenire in un Paese, fra l'altro a fianco di altri che avevano invaso quello stesso Paese. Non stavamo intervenendo a difesa dell'Iraq contro chi lo stava invadendo.

 

Nel caso dell'Ucraina mi pare che ci sia qualche differenza che dovrebbe essere valutata». Resta il fatto che l'aspirazione a veder trionfare la giustizia, ad esempio attraverso il Tribunale internazionale per i crimini di guerra che ha sede all'Aja, è ancora un'utopia. Russia e Usa non hanno mai accettato quel tribunale. «Ce lo ricorda Vladimiro Zagrebelsky sulla Stampa. E di lui ci possiamo fidare».

GIULIANO AMATOgiuliano amato riunione straordinaria della corte costituzionale 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…