MA LE TANGENTI SI RIMBORSANO? – PANAMA VUOLE INDIETRO 18 MILIONI DI STECCHE SUI CONTRATTI CON FINMECCANICA INTERMEDIATI DA VALTER LAVITOLA – IL PRESIDENTE VARELA HA BATTUTO CASSA CON RENZI, CHE HA GIRATO LA PALLA A MORETTI E LA RISPOSTA PER ORA È UN SECCO “NO”

Fabio Tonacci per “la Repubblica

 

Panama rivuole indietro la tangente di Lavitola. Sono 18 milioni di euro tondi tondi che il governo di Juan Carlos Varela pretende da Finmeccanica. Il presidente panamense ne ha parlato prima a Matteo Renzi, poi a Mauro Moretti, amministratore delegato del colosso degli armamenti, mostrando loro i tre contratti che nel 2010 Finmeccanica firmò con la società Agafia Corp, riconducibile — secondo due procure, Napoli e Roma — a Lavitola e all’ex presidente Ricardo Martinelli. Contengono tutti la clausola che imponeva di girare alla Agafia il 10 per cento dei 183 milioni di euro pagati per l’acquisto di elicotteri e radar. Percentuale che sarebbe, per i pm, il prezzo della corruzione. Ma Finmeccanica non ci pensa nemmeno a restituirli.

juan carlos Varelajuan carlos Varela

 

Per capire la portata di questa storia, che sta provocando la crisi dei rapporti diplomatici tra i due Stati, bisogna partire proprio da quei tre contratti, in possesso di Repubblica. E tornare indietro al 29 giugno 2010, data della prima visita ufficiale dell’allora premier Silvio Berlusconi a Panama. Per due giorni è stato ospite di Martinelli. Il viaggio non passò inosservato perché Valter Lavitola, ex direttore dell’Avanti, fu fotografato all’aeroporto mentre scendeva dalle scalette dell’Airbus alle spalle di Berlusconi. Nessuno all’inizio intuì la vera ragione della sua presenza. La visita si concluse con la stipula di un accordo di cooperazione intergovernativa: l’Italia si impegnava ad aiutare il partner nella difesa del Canale di Panama contro i narcotrafficanti.

 

juan carlos Varelajuan carlos Varela

Appena quaranta giorni dopo, il 9 agosto, il ministero della Seguridad Publica della Repubblica di Panama firmò un contratto con Selex (90,5 milioni di euro) per l’acquisto di 18 radar componenti un sistema di vigilanza costiera. É il primo di tre: il secondo contratto lo firma con Telespazio Argentina il 19 novembre (15,7 milioni per una cartografia digitale del territorio), il terzo il 7 dicembre con AgustaWestland (76,9 milioni per 6 elicotteri). Tutte società del gruppo Finmeccanica.

 

MATTEO RENZI AL TELEFONO MATTEO RENZI AL TELEFONO

Ma c’è un prima, non raccontato dai comunicati stampa che in quei giorni esaltavano il frutto della grande armonia tra Berlusconi e Martinelli. Prima ancora che i due siglassero l’accordo di cooperazione intergovernativa, prima ancora che l’allora premier toccasse il suolo di Panama, veniva costituita il 17 giugno la Agafia Corp, società di diritto panamense amministrata formalmente da Karen Yizzel De Gracia Castro, la donna che secondo le procure italiane è la prestanome di Lavitola. Non solo. Il giorno prima era stata fondata anche la Lv Consulting, riconducibile sempre a Lavitola, la quale otterrà un incarico di consulenza da Finmeccanica grazie all’appoggio dell’allora direttore commerciale Paolo Pozzessere. Qualcosa si stava muovendo sottotraccia al di là dell’Atlantico, e chi sapeva si stava preparando.

 

Tant’è che, con una tempistica assai curiosa, il 23 giugno 2010, prima ancora che Berlusconi e Martinelli si incontrino, Selex e Telespazio conferiscono ad Agafia (costituitasi appena sei giorni prima) il mandato per promuovere una vendita di cui ancora — in teoria — niente si sa. AgustaWestland stipula il contratto con Agafia il 27 luglio successivo, con questa giustificazione: «fornire la necessaria assistenza per concludere rapidamente e in modo favorevole la vendita dei 6 elicotteri modello AW139 al governo di Panama». La commissione per Agafia è del 10 per cento. La stessa prevista da Selex e Telespazio, quest’ultima addirittura riportando solo nell’appendice, all’ultima riga, la “compensation success fee”.

 

MAURO MORETTI E FRANCESCO STARACE MAURO MORETTI E FRANCESCO STARACE

Fin qui i fatti, così come sono stati ricostruiti in una perizia tecnica inviata ai pm napoletani Woodcock, Piscitelli e Curcio. «Chi ha stipulato i contratti con Agafia — scrive il perito — aveva certezza della conclusione dell’accordo intergovernativo e, dunque, doveva beneficiare di entrature e conoscenze nell’ambito governativo italiano o panamense ». La stessa Agafia viene fatta a pezzi. «Sembrerebbe non possedere sulla carta le necessarie dotazioni organizzative e professionali. Sembra ragionevole, forse addirittura scontato, ipotizzare l’esistenza di rapporti di non ben precisata natura tra Lavitola e Agafia».

 

L’arresto di Lavitola il 16 aprile 2012, e quello di Pozzessere il successivo 23 ottobre, hanno bloccato le fatture tra le controllate di Finmeccanica e Agafia, dunque i 18 milioni non risultano versati.

 

mauro moretti
mauro moretti

Il nuovo presidente di Panama Juan Carlos Varela il 16 febbraio scorso è venuto a Roma per incontrare Renzi. Con sé aveva le carte processuali, i contratti di Agafia e i giornali che riportavano la seguente notizia: Lavitola rinviato a giudizio per corruzione. «Poiché nel prezzo di 183 milioni erano compresi i 18 milioni della consulenza ad Agafia — è stato il ragionamento fatto al premier italiano dall’ambasciatore di Panama in Italia, Fernando Berguido — ridateci l’importo della tangente, o in denaro o con altri servizi di Finmeccanica. Lo dobbiamo ai cittadini di Panama».

 

Renzi ha girato la palla a Moretti, che si è incontrato con Varela e il suo staff. «Non possiamo», ha risposto l’amministratore delegato del gruppo italiano, finito di recente al centro di un presunto scandalo in Svezia, sempre per una partita di elicotteri della AgustaWestland. «Aspettiamo la fine di tutte le vicende giudiziarie, poi valuteremo». Ma Panama non vuole più aspettare.

VALTER LAVITOLA PRELEVATO ALLAEROPORTO DALLE FORZE DELLORDINE VALTER LAVITOLA PRELEVATO ALLAEROPORTO DALLE FORZE DELLORDINE VALTER LAVITOLA MENTRE SI IMBARCA ALLAEROPORTO DI BUENOS AIRES jpegVALTER LAVITOLA MENTRE SI IMBARCA ALLAEROPORTO DI BUENOS AIRES jpeg

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)