
LE PURGHE PUTINIANE NON FINISCONO MAI! - IL PRESIDENTE RUSSO SFRUTTA IL CLIMA EMERGENZIALE PER ARRESTARE I FUNZIONARI DEL GOVERNO E GLI OLIGARCHI "SCOMODI" - ANNA ZAFESOVA: "L'ELITE DI MOSCA VIVE IN UN CLIMA DI TERRORE, MOLTI PROVANO 'UNA PAURA SIMILE A QUELLA CHE C'ERA DURANTE LE PURGHE DI STALIN'" - GLI ULTIMI A FINIRE IN MANETTE SONO DUE VICESINDACI DI DUE CITTA' SIBERIANE - MA LA LISTA E' LUNGA ED E' COMPOSTA, TRA GLI ALTRI, ANCHE DAL VICEGOVERNATORE DELLA REGIONE DI BELGOROD RUSTEM ZAINULLIN - DA DUE GIORNI E' RICERCATO L'EX GOVERNATORE DELLA REGIONE DI CHELYABINSK...
Estratto dell'articolo di Anna Zafesova per “la Stampa”
Gli ultimi arrestati sono due funzionari siberiani, Anatoly Zgonnikov, vicesindaco di Kogalym, e Nikolay Tokarchuk, vicesindaco di Salekhard. Ma è soltanto lunedì, e alcuni canali Telegram di dietrologie cremlinologiche ormai tengono una rubrica fissa dal titoli "Gli arresti della settimana". Mentre Vladimir Putin prepara il vertice in Alaska, in tutta la Russia stanno scattando le manette per centinaia di apparatchik putiniani, di cui molti di serie A.
Il ritmo degli arresti accelera di giorno in giorno, quasi in una sorta di secondo fronte interno della guerra che il Cremlino sta combattendo in Ucraina e che di fatto gli serve anche per le purghe difficili da effettuare in tempo di pace. Solo due giorni fa è stato proclamato ricercato Boris Dubrovsky, l'ex governatore della regione di Chelyabinsk, negli Urali. Anche il suo predecessore è latitante, mentre il successore Aleksey Teksler perde quasi ogni giorno un paio di sottoposti portati via dalla polizia.
anna zafesova documentario di la7 su navalny
Negli ultimi giorni la televisione russa ha mostrato nelle rubriche di cronaca criminale le facce sconsolate di Aleksey Smirnov, ex governatore della regione di Kursk, Rustem Zainullin vicegovernatore di Belgorod e Nikolay Simonenko, vicegovernatore di Bryansk, tutti immortalati durante l'interrogatorio del giudice. A fine luglio sono scattate le manette anche per Maksim Egorov, ex governatore della regione di Tambov, 500 km a sud-est da Mosca, poco prima era stato arrestato Vladislav Loginov, sindaco di Krasnoyarsk, capitale dell'industria siberiana.
vladimir putin anniversario vittoria di stalingrado
A battere tutti per il bottino, per ora, è stato Magomed Magomedov, per decenni uno dei leader del Daghestan: durante le indagini preliminari, partite da qualche settimana, all'ex segretario di Stato della repubblica caucasica sono state sequestrate ricchezze per più di un miliardo di euro.
L'accusa è sempre la corruzione nelle sue più svariate forme, tangenti, appalti, concessioni, appropriazione di fondi per le strade, storno dei risarcimenti per i reduci del fronte ucraino e creste sulle commesse statali nelle fabbriche militari. Il caso più clamoroso è quello del trio di Bryansk, Belgorod e Kursk: i capi delle tre regioni al confine con l'Ucraina sono tutti accusati di aver rubato i miliardi stanziati per fortificare la frontiera, aprendo la strada allo sfondamento degli ucraini in territorio russo, un anno fa. Ma dietro ai grandi nomi che fanno scalpore nei telegiornali, emerge un'autentica "mani pulite": deputati di vari livelli, ministri regionali, generali e colonnelli della polizia, sindaci e presidenti di province, giudici e rettori, dirigenti dei ministeri moscoviti e di società statali siberiane, in una mappatura di un sistema di corruzione capillare.
L'élite russa «sta provando una paura simile a quella delle purghe di Stalin», ha detto un anonimo funzionario governativo a Farida Rustamova, una delle giornaliste moscovite più addentro ai corridoi del potere russo. Il funerale del ministro dei Trasporti (ed ex governatore di Kursk) Roman Starovoit, che si è suicidato due ore dopo essere stato licenziato da Putin, è diventato a luglio occasione di un insolito lutto della nomenclatura, con ministri «sotto choc e terrorizzati»" scrive Rustamova. Il premier Mikhail Mishustin però era assente, e la corona di fiori del presidente non è mai arrivata: «Per Putin, Starovoit avrebbe dovuto subire il carcere, spararsi è stato un gesto da ribelle», ha commentato uno dei presenti.
È la rottura del patto sociale che Putin aveva stretto con la sua burocrazia, che finora aveva esibito impunemente lussi che nessuno si prendeva nemmeno la briga di giustificare. La ricchezza, nel sistema putiniano, viene generata dal potere, e le poche condanne (spesso lievi) per corruzione nascevano quasi sempre da lotte tra vari clan di oligarchi, oppure per eliminare i dissenzienti.
Ora, come mostrano gli anni di carcere al clan dell'ex viceministro della Difesa Timur Ivanov e le manette all'oligarca dell'oro Konstantin Strukov, deputato della Duma e sponsor di Russia Unita, nessuno si può sentire al sicuro: «Quando il sistema comincia a divorare se stesso non ci sono più intoccabili», commenta al Moscow Times il politologo in esilio Abbas Galyamov.
putin contro le bestie degli oligarchi
Tutti gli arrestati sono infatti dei fedelissimi del Cremlino, con anzianità spesso ventennale. Ma essere ladri leali non basta più, e le sanzioni occidentali, insieme al divieto di espatrio ai funzionari statali, rendono difficile la fuga all'estero. La guerra contro l'Ucraina ha permesso a Putin di trasformare il suo autoritarismo in una dittatura, e come nella grande purga staliniana del 1937, diretta essenzialmente contro lo stesso partito comunista, sta sostituendo la sua vecchia nomenclatura con i reduci dal fronte. [...]
VLADIMIR PUTIN E SERGEI SHOIGU - MEME
GAS N ROSES - MEME BY CARLI
meme su robert fico cagnolino di putin