LA PRIMA SEDUTA DELLA REGIONE SICILIA È UNO SHOW - CON CROCETTA, SUBITO IL VOTO INCROCIATO! SERVE L’UNIONE DI PD E PDL PER ELEGGERE IL PRESIDENTE ARDIZZONE (UDC) - I GRILLINI SI PRESENTANO IN CORTEO CON PARENTI E AMICI: I 15 ELETTI DEL M5S, TUTTI INCRAVATTATI, SCATTANO FOTO RICORDO - BATTIATO ARRIVA IN MAGLIONE FREGANDOSENE DEL PROTOCOLLO…

Lara Anello per "la Stampa"

«Chi porto con me in aula? Mia madre, mia sorella, mia moglie e mia suocera». Saranno pure rivoluzionari, questi militanti del Movimento 5 stelle, ma a sentire il leader siciliano Giancarlo Cancelleri mentre varca per la prima volta il portone di Palazzo dei Normanni, capisci che a vincere è l'Italia dell'emozione della vigilia, della famiglia, dei figli pezzi 'e core. Così la conquista del luogo simbolo del potere, con il debutto dei quindici consiglieri del Movimento Cinque Stelle - la truppa più numerosa fra gli scranni dell'antica reggia di Federico II - assume l'aria di una festa allegra e domestica, di un primo giorno di scuola con tanto di fotografie e di madri opulente con il vestito buono.

Persino Giorgio Ciaccio, il giovane eletto che l'altro giorno ha mandato in tilt i commessi chiedendo di parcheggiare la bicicletta («Cosa vuole che le dica, onorevole? Oggi la attacchi a un palo fuori, nei prossimi giorni provvederemo con una rastrelliera», hanno abbozzato), sorrideva all'obiettivo tra familiari preoccupati di riprendere sullo sfondo l'augusta sede di lavoro del ragazzo. Già, una grande festa. Con un arrivo teatrale. I quindici del Movimento sono giunti al Palazzo scortati a piedi da un corteo di simpatizzanti che ha attraversato il centro storico.

In testa, lo striscione «In nome del popolo sovrano», a seguire un centinaio con le biciclette, gli zaini, le spillette appuntate sui giubbotti. Ma loro, i grillini, erano tutti in giacca e cravatta, a fugare ogni timore del cerimoniale. «Ieri ci hanno tempestato di chiamate per raccomandarci di rispettare il protocollo», dicevano, senza smorzare però i toni sulle battaglie che si apprestano a lanciare in aula.

L'aula che ieri ha incoronato presidente, dopo una prima fumata nera, il messinese Giovanni Ardizzone, 47 anni, un altro figlio di quell'Udc da cui sono usciti gli ultimi due "re" dell'Isola: Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo (l'uno oggi in cella, l'altro perpetuato dal neo-eletto figliolo Toti).

Una designazione avvenuta con l'appoggio del Pd e del Pdl e con profonde crepe nella maggioranza tra Pd e Udc che ha portato al vertice della giunta Rosario Crocetta. I grillini sono rimasti fuori dal tavolo delle trattative. «E adesso non pensino di trattarci come ragazzini, di metterci nel magazzino delle scope, siamo quindici persone e rappresentiamo migliaia di cittadini», dice Cancelleri.

Dentro, nella Sala d'Ercole splendente di ori e affreschi, una bizzarra mescolanza di nuove facce e vecchi navigatori della politica. Alieno tra gli alieni, a presentare la sua squadra di governo, il presidente Crocetta. Unico senza giacca e cravatta, ma con il solito maglione scuro a collo alto, Franco Battiato, assessore designato al Turismo.

«Nessuno di noi ha osato fermarlo», confessa imbarazzato un commesso. Ma a bacchettarlo, seppure senza fare nomi, ci ha pensato il neo-eletto presidente Ardizzone: «Capisco che è la prima seduta, ma è obbligatorio presentarsi in aula con la giacca e la cravatta». Più tardi chiarisce: «Sì, mi riferivo proprio a Battiato. Passi la prima volta, ma anche il Maestro dovrà indossarla».

Lui però, il Maestro, non sente neanche il richiamo perché se l'è svignata alla prima pausa dei lavori. Mentre l'altro assessore-star di una giunta che i grillini paragonano a "X factor", il fisico di 83 anni Antonino Zichichi, titolare dei Beni culturali, è assente perché impegnato a Ginevra. Si fa sentire, però, cercando di mettere una pezza sulla crisi che aveva innescato l'altro giorno facendo un peana al nucleare: «Parlavo da scienziato, non da assessore».

Così l'unico fremito lo offre la grillina Angela Foti, che dopo avere allattato il suo neonato in aula si accascia e viene soccorsa dai medici dell'Assemblea. Poi tutti a prendere il caffè alla buvette. «Prezzo vergognosamente basso», avevano accusato i Cinque Stelle-boys. Detto, fatto. Ieri era salito a 70 centesimi dai vecchi 40. È l'etica, bellezza.

 

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