mario draghi

IL PROGRAMMA DI DRAGHI (E CHI NON CI STA PUO' TACERE) - GOVERNO EUROPEISTA E FILO-ATLANTICO, CON TANTI SALUTI ALLE SBANDATE PRO-RUSSIA E PRO-CINA DI SALVINI E M5S - RIFORME STRUTTURALI DELLA GIUSTIZIA, DEL FISCO (IRPEF IN PARTICOLARE) E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CON EFFICIENTAMENTO DELLA BUROCRAZIA - L'IPOTESI DI PROROGARE SELETTIVAMENTE IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI E "TUTELARE CHI PERDERÀ IL POSTO"

Alberto Gentili per "il Messaggero"

Mario Draghi

 

Per Matteo Salvini forse non sarà più un problema, vista la conversione europeista perfino sul fronte-migranti. Ma Mario Draghi è intenzionato a certificare e a rendere irreversibile la svolta del leader della Lega. «Sarò il presidente di un governo convintamente europeista e atlantista, chi vi farà parte e lo sosterrà dovrà condividere questa impostazione», ha detto a tutti i suoi interlocutori durante il secondo giro di consultazioni. Parole che hanno spinto diversi consultati a confidare: «Supermario vuole la Lega, ma non Salvini ministro».

 

Di certo c'è che Draghi - descritto «sereno», «determinato» e per «nulla disposto a fare del programma un elemento di trattativa» - fa dell'ancoraggio euro-atlantico e di una maggiore integrazione europea (l'opposto del sovranismo) la pietra angolare del suo governo. Così come ha chiesto Sergio Mattarella.

 

mario draghi angela merkel

«E così com'è nelle sue corde più profonde», ha sottolineato il socialista Riccardo Nencini che dell'ex capo Bce è stato allievo all'università di Firenze. Bruno Tabacci ha offerto un altro elemento per capire quanto avanti Draghi voglia spingersi sul sentiero europeista: «Il presidente, che con l'addio della Merkel diventerà il leader più autorevole e ascoltato, ha molto insistito sul fatto che serve un'autonoma capacità fiscale dell'Unione per dotare il bilancio Ue delle risorse necessarie a rendere strutturale la mutualizzazione del debito buono, avviato con il Recovery Fund». Insomma: tasse europee ed eurobond permanenti, non episodici. Un up-grading dell'Unione che sarebbe storico quanto lo fu il salvataggio dell' euro nel 2012 quando guidava la Bce.

bruno tabacci

 

LE RIFORME STRUTTURALI

Proprio partendo dall' Europa, in questo secondo giro di consultazioni e avendo dalla sua il sì di tutti i partiti (FdI di Giorgia Meloni esclusi), Draghi ha elencato gli altri punti programmatici legati al Recovery Plan e di diretta emanazione di «ciò che ci chiede da tempo la Commissione Ue»: «Le riforme strutturali della giustizia, del fisco (Irpef in particolare, ndr) e della pubblica amministrazione con efficientamento della burocrazia». Vittorio Sgarbi ha riferito che il premier incaricato «ritiene importante anche la riforma della giustizia penale».

 

Mario Draghi

Ma Gaetano Quagliariello, presente al colloquio, ha chiarito: «Draghi ha detto che qualcuno vuole solo la riforma della giustizia civile, altri anche quella penale. Vedremo.

L' Europa ci chiede di intervenire solo su quella civile».

 

L'EMERGENZA VIRUS

Per far partire la ripresa economica, «che purtroppo sarà lenta», l'ex capo della Bce - attento a non inserire punti divisivi come il Mes o Quota 100 - ritiene «essenziale intensificare e accelerare la campagna di vaccinazione».

 

gaetano quagliariello foto di bacco

E ha detto che occorre valutare «in particolare gli aspetti della logistica, dell'approvvigionamento e della produzione», portando ad esempio il lavoro fatto in Gran Bretagna. «Solo con il vaccino», ha sottolineato Draghi, «sarà possibile dare fiducia alle imprese: con l' incertezza e la depressione generate dal Covid come fa un imprenditore a investire e a creare lavoro? Come fanno a ripartire i consumi?».

 

Su questa linea Draghi, che ha parlato spesso del settore turistico, ha annotato: «Più che dare ristori e contributi a pioggia, è meglio finanziare le imprese per consentirgli di riprendere l'attività e dare lavoro una volta che sarà superata l'emergenza della pandemia».

 

Mario Draghi

Non è mancato un passaggio sul blocco dei licenziamenti: il premier incaricato non ha escluso una proroga e ha parlato della necessità di «tutelare le persone che perderanno il posto». Ha però fatto capire che la fine del blocco potrebbe essere selettiva: in base alla dimensione delle aziende e/o alle categorie più colpite dalla pandemia. E siccome molti istituti di credito sono indebitati, «bisognerà pensare a qualcosa anche per le banche».

 

CORONAVIRUS LICENZIAMENTI

INVESTIMENTI, NON SUSSIDI

Come aveva fatto durante il primo giro di consultazioni Draghi, che ha fatto di nuovo capire che il suo esecutivo non avrà alcuna data di scadenza, ha mostrato inoltre l' intenzione di modificare il Recovery Plan redatto da Giuseppe Conte e il cui fulcro sarà l' ambiente, lo sviluppo compatibile. «Per avere debito buono e non compromettere il futuro delle nuove generazioni», ha spiegato, «è meglio fare investimenti produttivi, piuttosto che dare sussidi a pioggia. E se vogliamo superare i sussidi creando lavoro, occorre aprire i cantieri. Tutte le opere infrastrutturali programmate e finanziate devono essere assolutamente realizzate».

LICENZIAMENTI CORONAVIRUS 1

 

IL TIMING

Oggi Draghi vedrà i partiti maggiori chiudendo le consultazioni, poi domani incontrerà le parti sociali e i rappresentanti di Regioni e Comuni. E' possibile che giovedì mattina il premier incaricato sciolga la riserva e contestualmente presenti al Quirinale la lista dei ministri, con giuramento della squadra nel pomeriggio (dopo il voto M5S su Rousseau). Ma diverse fonti suggeriscono una tempistica più lenta.Con slittamento del primo passaggio a venerdì e voto di fiducia lunedì in Senato. Poi sarà la volta della Camera.

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