SIETE PRONTI? DOPO 27 MESI DI PROCESSO E 50 UDIENZE, DOMANI ARRIVA LA SENTENZA SUL CASO RUBY

Giuseppe Guastella per "Corriere.it"

Tra Silvio Berlusconi e Karima el Mahroug ci furono rapporti sessuali a pagamento, con l'allora premier consapevole che la marocchina era minorenne? Quando chiamò la Questura dicendo che Ruby, in via di identificazione, gli era stata segnalata come nipote di Mubarak, per evitare che lei parlasse del bunga bunga abusò della sua qualità di presidente del Consiglio inducendo i poliziotti ad affidarla a Nicole Minetti?

Con la sentenza attesa per lunedì i giudici risponderanno a queste domande dopo un processo durato 27 mesi e 50 udienze. Per il Cavaliere i pm hanno chiesto 6 anni di carcere, senza attenuanti e con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

La storia di Ruby
Scappata da casa e da varie comunità, la bella Ruby dimostra molto più dei suoi 16 anni al concorso di bellezza presieduto a settembre 2009 in Sicilia dal direttore del Tg4 Emilio Fede, che la nota e la segnala al pubblico come una «13enne» in difficoltà. Un paio di mesi dopo arriva a Milano, gira per i bar della movida (per gli inquirenti prostituendosi) e si stabilisce da Caterina Pasquino, una ballerina che la presenta a Lele Mora il quale il 14 febbraio 2010 la manda ad Arcore.

Ruby ci tornerà più volte fino al 2 maggio, dormendoci alcune notti e ricevendo denaro da Berlusconi. «È una ragazza intelligente, furba, ha il solo obiettivo di entrare nel mondo dello spettacolo e fare soldi» dirà il pm Ilda Boccassini nella requisitoria. La convivenza Pasquino-Ruby finisce con la prima che caccia l'altra accusandola di averle rubato tremila euro. Quando il 27 maggio la rivede per strada, la ballerina chiama il 113. Una volante si porta via Ruby.

In Questura
Michelle De Coicecao, una escort che ha conosciuto Ruby in villa e l'ha accolta in casa dopo la Pasquino, accorre per prima in soccorso telefonando a Berlusconi che, a Parigi per un vertice Ocse, chiama alle 23.49 il capo di gabinetto Pietro Ostuni parlando di una parente del raìs egiziano (Ostuni testimonia che disse «nipote», questione che impegnerà Parlamento e Consulta) e avvertendo che è in arrivo la Minetti.

Peso istituzionale e preannuncio della Minetti, per l'accusa, pressano i poliziotti i quali, pur avendo già accertato dalle 19 che Ruby è marocchina e non ha nulla che fare con Mubarak, la affidano alla consigliera regionale lombarda (ma collocata all'indirizzo della De Coicecao) violando le disposizioni del pm dei minori Annamaria Fiorillo che aveva ordinato di trattenerla in questura per rimetterla poi in comunità la mattina dopo, come già sancito dal Tribunale per i minori di Messina. «Un attacco militare», sostiene in requisitoria l'aggiunto Ilda Boccassini.

Induzione indebita
L'iniziale concussione è ora contestata dai pm come «induzione indebita», reato introdotto dal governo Monti con una pena di poco inferiore. I poliziotti, che oggi verrebbero accusati di non aver resistito alle pressioni, non possono essere imputati perché nel 2010 questo reato non esisteva. Giorgia Iafrate, la funzionaria che era di turno quella sera, ha confermato ai giudici che Fiorillo nell'ultima telefonata all'una di notte l'autorizzò ad affidare Karima alla Minetti.

«Mai cambiato le disposizioni», giura invece Fiorillo, il cui capo, il procuratore Monica Frediani, in una circolare del 2008 aveva però scritto che il ruolo del pm minorile era «consultivo». Anche per questo Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, definisce «inconsistenti» le accuse: «Non ci fu richiesta di rilascio, né di accelerare le procedure, né di violare la legge». Ostuni e Iafrate non si sono costituiti parti civili e hanno detto di non aver subito pressioni.

A villa San Martino
Secondo il pm Antonio Sangermano le serate (hard per l'accusa, al più burlesque per la difesa) erano scandite dalle tre fasi ricostruite con le testimonianze di 8 donne e le intercettazioni. Al termine la maggior parte delle ragazze lasciava la villa, ricevendo regali e buste con 2/3.000 euro, mentre 5/6.000 euro andavano il giorno dopo alle poche che restavano a dormire.

Un «sistema prostitutivo per il soddisfacimento del piacere sessuale di Berlusconi», secondo Boccassini. «In casa mia non accadeva nulla di illecito», afferma Berlusconi il 19 ottobre scorso nelle dichiarazioni spontanee, confortato da 35 testimonianze a favore. «Mai ho avuto preoccupazione che si potessero inventare e narrare accadimenti indecenti occorsi durante le serate», in questura «telefonai per dare e ottenere un'informazione» perché «ritenevo che sarebbero potute derivare implicazioni diplomatiche negative».

Fu la Minetti, inviata solo «per agevolare l'identificazione», a rivelargli che Karima era minorenne e marocchina: «Mi lasciò di stucco, mi resi conto che aveva mentito».

Sesso e minorenne
Karima El Mahrough non si è costituita parte civile perché ha sempre detto (a partire dai 5 verbali in cui nell'estate 2010 mescolò menzogne e verità) di non aver fatto sesso con Silvio Berlusconi, imputato di prostituzione minorile. I pm traggono la convinzione contraria dalle intercettazioni seguenti agli interrogatori di Ruby e dalle testimonianze. Come quando al cellulare, accennando a Noemi Letizia, la ragazza napoletana che svelò il nomignolo «Papi», Ruby dice di scherzare: «Quella è la pupilla, io sono il c...».

Oppure dalla testimonianza della Pasquino che ha parlato di una chiamata di Karima da Arcore: «Mi disse, "Eh adesso ballo, poi mi spoglio e faccio sesso"». Anche se Ruby dice di stare scherzando, per i pm è comunque un indizio. «Mai ho avuto rapporti intimi di qualsiasi tipo con Ruby», dichiara Berlusconi che spiega di averle dato 57 mila euro ma per aprire un istituto di bellezza.

Nei verbali Ruby ha dichiarato che a Berlusconi disse che aveva 24 anni, «ma la seconda volta che ci siamo visti (...) aveva saputo da Lele Mora che ho 17 anni», circostanza da lei poi smentita nella testimonianza al processo parallelo Mora-Fede-Minetti acquisita dal Tribunale come i verbali. Minorenne? «Non ne ero assolutamente a conoscenza, essendo anzi convinto che avesse 24 anni, così come da lei stessa sempre dichiarato», afferma Berlusconi ai giudici, e sono molti i testimoni che giurano che si presentò come un'egiziana di quell'età.

Per dimostrare il contrario ancora una volta la Procura si affida a Ruby intercettata: «Ho negato che Silvio sa che sono minorenne», «perché non voglio metterlo nei casini»; «sto cercando di salvaguardare lui, così mi torna in tasca qualcosa»; «ho parlato con Silvio» (ma non risulta, ndr ) chiedendogli «5 milioni a confronto del macchiamento del mio nome». Karima tra tanti «non ricordo» ha liquidato le sue affermazioni ai pm o intercettate come «cavolate» e «vanterie».

Ghedini e il collega Piero Longo accusano la Procura di aver preso pezzi di intercettazioni che, decontestualizzati, «offrono una lettura non genuina». La Procura ricorre anche alla prova «logica»: Fede, Mora e Minetti sapevano che Ruby aveva 17 anni e non possono non aver avvertito Berlusconi.

Sta per scendere il sipario su un processo caratterizzato dalla singolare decisione di tutti, giudici compresi, di non sentire Ruby in aula e dalla «anomalia», come l'ha definita Sangermano, di un «imputato che remunera stabilmente» con almeno 2.500 euro al mese una quarantina di partecipanti alle serate, molte venute a testimoniare che a Villa San Martino c'erano solo «cene eleganti». Berlusconi: «Le aiuto poiché hanno avuto la vita e la carriera lavorativa rovinata dall'impatto mediatico di queste indagini».

 

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