DRACMA-TICO! - BRUXELLES SI PREPARA ALL’APOCALISSE GRECA, E QUESTO BASTA PER FAR CROLLARE I MERCATI - LA BCE HA MESSO IN PIEDI UNA TASK FORCE PER MONITORARE LA GRECIA E PREPARARSI AL SUO ADDIO ALL’EURO, E GUARDA CASO IL TEAM È GUIDATO DA JORG ASMUSSEN, FALCO TEDESCO NEL DIRETTIVO DELL´EUROTOWER - E PIÙ SI PARLA DELLA POSSIBILITÀ DEL RITORNO ALLA DRACMA, MENO FIDUCIA HANNO I GRECI NELLA MONETA UNICA…

Alberto D´Argenio per "la Repubblica"

Non bastano più le smentite, il "Grexit" esiste. Il piano per gestire l´eventuale uscita della Grecia dall´euro è allo studio delle capitali europee, delle istituzioni Ue e delle banche di tutto il continente. E irrompe nel vertice notturno di Bruxelles, dove i capi di Stato e di governo dell´Unione erano arrivati per lanciare il dibattito sulla crescita da chiudere al summit del 28 giugno.

Non può essere altrimenti, visto che sono state proprio le notizie sulla Grecia ad affondare le Borse di tutto il continente. Dunque l´Europa si muove su due binari: da un lato cerca tenere Atene nell´Unione monetaria, dall´altra si prepara all´indicibile, sperando così di evitare l´inferno di un euro che si disintegra sulla scia del default di Atene.

L´incertezza che spezza le gambe ai mercati parte da Lucas Papademos, l´ex premier tecnico greco che al Wall Street Journal dice: «Sebbene un simile scenario sia poco probabile e non auspicabile, non si può escludere che ci siano preparativi in corso per limitare le potenziali conseguenze di una nostra uscita dalla zona euro».

Una prima ammissione sulla quale fioccano notizie sempre più drammatiche. Se da un lato è scontato che l´Europa si prepari allo tsunami greco (sarebbe folle il contrario), dall´altro lo stillicidio di news che filtrano dai palazzi europei terrorizza i mercati. Viene fuori che anche la Bce ha messo in piedi una task force per monitorare la Grecia e prepararsi al suo addio dalla moneta unica. Guarda caso il team è guidato da Jorg Asmussen, falco tedesco nel direttivo dell´Eurotower.

A Francoforte si ragiona su nuove immissioni di liquidità nel sistema bancario (specialmente franco-tedesco) che rimarrebbe ferito dall´insolvenza di Atene e sulle garanzie di parte dei depositi per evitare la fuga dei correntisti che dissanguerebbe il sistema finanziario. Non sta con le mani in mano nemmeno la Bundesbank, che crea l´unità di crisi sulla Grecia. E con piglio considerato da molte capitali controproducente fa sapere che «considera gestibile» il ritorno alla dracma.

A poco servono gli appelli del numero uno dell´Fmi, Christine Lagarde, e del premier britannico David Cameron che chiedono di aumentare gli aiuti e di allungare i tempi per il risanamento greco. Perché esce la notizia che fa saltare il banco: gli sherpa dell´Eurogruppo hanno deciso che ogni capitale deve preparare un proprio piano di emergenza nel caso di uscita della Grecia. Devono valutari rischi e contromisure. E´ il finimondo. Mentre le Borse crollano fonti europee smentiscono, il governo greco idem.

Ma il re è nudo, e a dirlo ci pensa il ministro delle finanze belga Steven Vanackere: «I piani di contingenza per un´uscita della Grecia esistono ed è irresponsabile negarlo, un governo deve prevedere anche quello che spera di evitare». Era stato un altro fiammingo, Karel De Gucht, a rivelare nei giorni scorsi che anche la Commissione Ue sotto traccia si sta preparando. Ammissioni che molti governi considerano controproducenti perché aumentano la tensione e spaventano i greci, che potrebbero premiare definitivamente i partiti anti-euro. Nella notte i leader a Bruxelles studiano una «norma di linguaggio» alla quale attenersi fino al voto greco per evitare altri disastri.

Al momento sembra impossibile dare più soldi e tempo ai greci. Si lavora per far capire agli ellenici che in caso di vittoria della sinistra di Syriza l´uscita dalll´euro sarebbe un dramma senza precedenti ben peggiore dei sacrifici chiesti dall´Unione. Si prova ad aiutare Pasok e Nuova Democrazia a vincere le elezioni del 17 giugno, mentre gli uomini della Troika Ue-Fmi-Bce cercano di rimodulare il memorandum firmato da Atene in cambio degli aiuti per renderlo socialmente più morbido. Ma di cambiarlo non se ne parla, Berlino non vuole. I margini di manovra sono pochi e qualcosa potrebbe andare storto.

L´altra emergenza affrontata dai leader nella notte di Bruxelles sono le banche spagnole, ulteriore mina che potrebbe far saltare l´Europa. Potrebbero avere bisogno di 60 miliardi di aiuti. Madrid dice che ce la farà da sola, ma in pochi in Europa ci credono. Ne hanno discusso ieri mattina in teleconferenza Draghi, Van Rompuy, Barroso e Juncker. Ne parlano a cena i 27. L´idea considerata vitale da Monti è quella di dare al fondo salva-Stati Ue (Esm) una licenza bancaria che gli permetta di drenare liquidità direttamente dalla Bce e salvare le banche in crisi.

Anche sulla crescita la discussione è aspra. Sul minimo del minimo, misure in pratica già prese da rivendere alla bisogna, sono tutti d´accordo: project bond, ricapitalizzazione della Banca europea degli investimenti per finanziare infrastrutture e uso dei fondi strutturali per lo sviluppo. Sul resto si battaglia. Italia, Francia, Spagna e Inghilterra nel pomeriggio si coordinano per spartirsi i compiti, per avere una forza d´urto in grado di smuovere la Merkel. Si lotta per inserire in un documento finale Eurobond, più poteri alla Bce, Golden rule. Entrerebbero nei negoziati per giugno.

 

LUKAS PAPADEMOS jpegJoerg AsmussenDAVID CAMERONMARIO DRAGHI ALLA BCE Van Rompuymanuel barroso

Ultimi Dagoreport

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO

luca zaia matteo salvini giorgia meloni

PRONTI? VIA: LE GRANDI MANOVRE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO SONO PARTITE. MATTEO SALVINI SOSTIENE CHE IL VERTICE DI OGGI A PALAZZO CHIGI SULLE CANDIDATURE SIA “ANDATO BENISSIMO”. MA A ZAIA FRULLANO I CABASISI E STA PENSANDO DI APPOGGIARE UN CANDIDATO DELLA LIGA VENETA. SE MELONI E SALVINI METTONO IN CAMPO IL FRATELLO D’ITALIA LUCA DE CARLO, IL “DOGE” LO ASFALTA ALLE URNE – CAOS PD: NELLA ROSSA TOSCANA ELLY SCHLEIN FA UNA FIGURACCIA ED È COSTRETTA A FARE PIPPA DI FRONTE AL CONSENSO DI EUGENIO GIANI – PER CHI SUONA LA CAMPANIA? IL SINDACO DI NAPOLI, MANFREDI, TRATTA CON DE LUCA E CONTE. E ELLY È FUORI DAI GIOCHI…

donald trump

COME STA IN SALUTE DONALD TRUMP? DOPO LE FOTO HORROR DELLE CAVIGLIE FORMATO ZAMPOGNA DEL PRESIDENTE, ANCHE NEGLI STATES INIZIANO A FARSI DELLE DOMANDE - C’È UNA CORRENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO, VICINA A BERNIE SANDERS, CONVINTA CHE LA SALUTE DI TRUMP SIA PIÙ TRABALLANTE DI QUANTO I MEDICI DELLA CASA BIANCA NON VOGLIANO AMMETTERE. I PUGNACI DEPUTATI DEM STAREBBERO VALUTANDO DI CHIEDERE L’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE MEDICA INDIPENDENTE PER VALUTARE LE REALI CONDIZIONI DEL PRESIDENTE… - TRA INSUFFICIENZA CARDIACA E DEMENZA SENILE, SUI SOCIAL I COMPLOTTARI MORMORANO: "QUALUNQUE COSA NASCONDA, STA PEGGIORANDO"