pascale berlusconi

1. CHE COSA PROVA FRANCESCA PASCALE A DIVENTARE UNA GALLINA LESSA, DOPO FIORI E ONORI, SALAMELECCHI E AGGETTIVI LECCA-LECCA, DOPO FIUMI DI INCHIOSTRO VERSATI, DOPO INFUOCATI ENTUSIASMI, SI RIESCE DAVVERO A SCENDERE NEL PURGATORIO DELLA CELEBRITÀ, FINIRE PRIMA DEL TEMPO GIÙ DALLE COPERTINE, SBATTUTI IN UN "CARRELLO DI BOLLITI MISTI"? 2. SU ORDINE DI MARINA B., LA COMPAGNA DEL BANANA DI AR-CORE E’ STATA “DEPORTATA” ED “ESILIATA” COME UN CORPO INFETTO A VILLA GIAMBELLI, A 18 KM DA ARCORE, PIÙ DI MILLE METRI QUADRATI DI MAGIONE, 15 ETTARI DI TERRENO ANNESSI, COSTATA A SILVIO 2,5 MILIONI DI EURO

1. RIVOLUZIONE A CASA BERLUSCONI

Sa.Da. per “Libero Quotidiano”

 

PASCALE BERLUSCONI VILLA GIAMBELLIPASCALE BERLUSCONI VILLA GIAMBELLI

Fidanzati. Ma non in casa. Non più.
Per imposizione dei figli cambia anche il rapporto tra Silvio Berlusconi e Francesca Pascale. Dopo aver "licenziato" il cerchio magico, gli eredi del Cavaliere hanno preteso un ruolo più defilato anche per la compagna dell' ex presidente del Consiglio.


La relazione tra i due va avanti da alcuni anni. Fu proprio Silvio a rendere noto il nuovo amore mentre conversava in tv con Barbara D' Urso. Si trattò di un modo per chiudere una stagione sentimentale turbolenta del Cav, cominciata all' indomani della separazione da Veronica Lario e terminata con l' ufficializzazione del fidanzamento con la bionda ex showgirl di Fuorigrotta.

 

francesca pascale in ospedale durante l operazione a berlusconifrancesca pascale in ospedale durante l operazione a berlusconi

Da circa un anno girava la voce di una rottura del rapporto. Specie quando venne fuori la notizia dell'acquisto di Villa Giambelli, in località Casatenovo. Più di mille metri quadrati di magione, con box doppio e 15 ettari di terreno annessi. Invidiabile residenza in provincia di Lecco, costata a Silvio 2,5 milioni di euro e destinata alla fidanzata perché ci andasse a vivere. Lei, Dudù, Dudina e compagnia bella.

francesca pascale guarda i paparazzi per essere sicura di essere stata fotografatafrancesca pascale guarda i paparazzi per essere sicura di essere stata fotografata


Una voce, quella del trasloco della first lady, sempre smentita ai giornali dalla diretta interessata e dal suo staff. Ed è proprio l'uso disinvolto dei media che ha infastidito la famiglia Berlusconi e la vecchia guardia. La classica goccia fuori dal vaso è stata la lacrima versata da Francesca alla finestra del San Raffaele durante l' operazione a cuore aperto a cui si stava sottoponendo il presidente di Forza Italia.

 

Nulla da dire sulla sincerità del dolore della ragazza. Il fastidio era per l' esibizione del dolore a favore dei teleobiettivi. Voluta o casuale, quella posa l' indomani era sulle prime pagine dei giornali. Ad Arcore erano stufi anche dell' esposizione eccessiva sui new media. Attraverso il suo profilo Instagram, Francesca ha dato del «troglodita» a Matteo Salvini (che si è offeso) e della «raffinata fascista moderna» a Giorgia Meloni, la quale ha preferito non commentare.

francesca pascale commossa per l operazione di silvio berlusconi    francesca pascale commossa per l operazione di silvio berlusconi

 

Alla fine, raccontano, è dovuto intervenire l' avvocato Ghedini per imporre alla Pascale di chiudere il profilo sul social network. Poi, nei giorni della convalescenza, due articoli apparsi su Repubblica e Corriere, che secondo la vecchia guardia portavano chiaramente "la firma di lei", hanno spinto Marina - così scrive Dagospia - a ordinare di accelerare il trasloco della fidanzata a Villa Giambelli. Berlusconi? Pare abbia accettato la decisione della figlia senza protestare più di tanto.

 

francesca pascale commossa per l operazione di silvio berlusconi  francesca pascale commossa per l operazione di silvio berlusconi

2. IL RUSSO VALENTINI E IL TECNICO GIACOMONI: IL TANDEM DEGLI “INOS” TORNA A FIANCO DEL LEADER

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

«Papà, ma non ti rendi conto che Valentino qui ad Arcore lo vediamo sempre meno?», faceva notare qualcuno dei figli a Silvio Berlusconi un anno fa, nel bel mezzo dell'«esilio gentile» a cui il cerchio magico aveva costretto tanto Valentini, che comunque rimaneva uno dei pochissimi invitati fissi al «pranzo del lunedì», tanto Sestino Giacomoni, altro uomo-ovunque della ventennale macchina da guerra politica berlusconiana.
«Sì, è vero, chiamatemi un attimo Valentino ché gli devo parlare», rispondeva con una scrollata di spalle l' ex premier.

BERLUSCONI PASCALE 1BERLUSCONI PASCALE 1


Ed eccolo, Valentino Valentini, che arrivava. Nel bel mezzo di una crisi di nervi estiva a Villa Certosa, dove si scapicollava abbandonando la famiglia che stava al mare in Toscana. O in freddi momenti dell' inverno in cui si rendeva necessario un semplice contatto con «l' amico Putin» o l' organizzazione di una trasferta moscovita.


Acqua passata. Con la riorganizzazione voluta e pretesa dal consiglio di famiglia (i figli, Letta, Confalonieri, Ghedini) che ha preso le redini di Forza Italia durante la degenza di Berlusconi al San Raffaele, tutto ritorna magicamente com' era ai bei tempi di Forza Italia al governo. Il tandem degli «Inos», come qualcuno li chiama giocando sulla rima baciata di Valentino e Sestino, torna nella sala dei bottoni. Valentini, con i galloni di generale, ad Arcore. Giacomoni di stanza a Palazzo Grazioli.

PASCALE ROSSIPASCALE ROSSI


«Sono grandi amici. E, soprattutto, rappresentano gli esempi migliori della meritocrazia berlusconiana», sottolinea chi li conosce bene entrambi. E chissà se a entrambi, nei giorni in cui Berlusconi stava chiuso al San Raffaele, sono tornati in mente i vecchi tempi degli esordi nel berlusconismo militante.

 

A dispetto della leggenda che voleva i migliori allievi del vecchio master di Publitalia destinati all' azienda (e non al partito), un giorno di tanti anni fa l' ex premier chiamò il fidato Niccolò Querci. «Mi serve un assistente. Voglio il migliore del master». Si era presentato così Valentini, a oggi l' unico (l' altra eccezione, ma la categoria è diversa, è Giuliano Ferrara) stretto collaboratore a cui Berlusconi abbia consentito di continuare a portare la barba.

rudy cavagnoli con pascale e berlusconirudy cavagnoli con pascale e berlusconi


Il primo incontro segna l' amore a prima vista. «E dimmi, Valentino, hai una fidanzata?», chiede Berlusconi. «Sì, certo», risponde Valentini. E l' ex premier, di rimando. «Telefonale. Dille che da oggi ne hai due. L' altra sarò io». Inizia così l' avventura del «ministro degli Esteri personale di Berlusconi», amico della Russia ma talmente importante da guadagnarsi il rispetto degli americani. Quello di George Bush junior, che dopo un vertice fece fermare la limousine solo per salutarlo.

 

E quello, di tutt' altro segno, dell' ex ambasciatore americano Ronald Spogli, che in un memo lo descrisse come «un deputato che opera in maniera poco chiara come uomo chiave di Berlusconi per tutto ciò che riguarda la Russia» (la replica di Valentini, affidata alla penna di Alan Friedman e al suo libro My way , è che «quel memo è completamente assurdo»).

PASCALEPASCALE


Simile la storia di Giacomoni, che nasce giovane consigliere comunale a Mentana (Roma), cresce nel Centro studi di Forza Italia fondato da Paolo Del Debbio e matura definitivamente come braccio destro di Antonio Marzano al ministero delle Attività produttive. «Torno al mio lavoro», disse un giorno a Berlusconi. «No, tu resti qua», gli rispose il premier, affidandogli la segreteria tecnica di Palazzo Chigi nel 2005.

 

Simpatici oltre la media in privato, ma entrambi allergici alle chiacchierate con i giornalisti, ora Valentini e Giacomoni sono chiamati a disegnare il ritorno sulla scena del «Capo». Lasciandosi dietro le spalle quell'«esilio gentile» che forse tanto gentile non era. Forse.
 

PASCALEPASCALE

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…