berlusconi salvini parisi

PROVE TECNICHE DI ALLEANZE - IL CAV LANCIA L’AMO ("MAI PIU’ ALLEANZE CON RENZI") E SALVINI ABBOCCA - NELLA CAMPAGNA ACQUISTI DI BERLUSCONI ENTRA ANCHE UN MINISTRO: ENRICO COSTA, CHE FA PIU’ NOTIZIA QUANDO SI DIMETTE CHE QUANDO GOVERNA - RICICCIA PURE STEFANO PARISI

 

Cesare Zapperi per il Corriere della Sera

 

BERLUSCONI E SALVINIBERLUSCONI E SALVINI

Sarà per i successi alle recenti Amministrative, per le lotte fratricide nel centrosinistra o per i sondaggi con il segno più. Il centrodestra sente il vento favorevole alle spalle e sceglie un’afosa domenica di metà luglio per lanciare reciproci segnali di distensione e provare a mettere sul tavolo — pur da punti di vista non sempre concordanti — un progetto di governo.

 

Da un lato, Matteo Salvini abbandona magliette e felpe campanilistiche per una sobria giacca blu, chiama a raccolta parlamentari e sindaci e in un anonimo albergo di periferia li sottopone a un paio d’ore di brain storming a base di flat tax, demografia, semplificazione burocratica con docenti universitari ed esperti. «Oggi niente slogan facili, niente immigrazione — spiega il segretario federale della Lega —. È tempo di parlare di programmi».

 

berlusconi e salvini allo stadio per milan atalanta   9berlusconi e salvini allo stadio per milan atalanta 9

NIENTE NUOVO PATTO DEL NAZARENO

Dall’altro, Silvio Berlusconi assicura che non ci sarà alcuna riedizione del patto del Nazareno (peggio di Belzebù per Salvini). Sul Mattino riafferma la validità dell’alleanza con la Lega, chiude a qualsiasi ipotesi di collaborazione con il Pd di Matteo Renzi e apre agli ex. Il leader di Forza Italia vuole vincere e non intende «fare accordi al di fuori del centrodestra». Strappando così l’applauso anche di Enrico Costa, il ministro di Ap che sullo Ius soli aveva minacciato le dimissioni («L’appello va raccolto da quanti guardano a un programma di ampio respiro che riunisca le forze liberali» le sue parole, non apprezzate invece dal collega Fabrizio Cicchitto).

enrico costaenrico costa

 

LA VISITA DI PARISI

Prove tecniche di reunion? Presto per dirlo. «Il no a Renzi è una buona notizia», spiega Salvini e dice che non va a caccia di «Maradona, Marchionne o Donnarumma. Mi interessa ci sia una squadra con un progetto. Non mi appassiona chi deve essere l’allenatore anche se, se serve, io sono pronto». A sorpresa, a Piacenza riceve la visita di Stefano Parisi (unico presente tra gli alleati invitati) anche se nel centrodestra il leader di Energie per l’Italia è tra quanti finora è parso il più lontano dalla Lega.

 

«Basta discutere sulle distanze tra noi, ragioniamo su quali risposte dare al Paese — chiarisce l’ex manager —. Siamo alternativi al centrosinistra, ma oggi il vero pericolo è il M5S. E noi siamo gli unici che possano impedirgli di vincere».

 

«RISCRITTURA DEI TRATTATI EUROPEI»

BERLUSCONI E STEFANO PARISIBERLUSCONI E STEFANO PARISI

Ma proprio dal veloce confronto tra Parisi e la Lega emerge la prima divergenza non risolta, quella sull’Europa. «Il punto di partenza per noi è la totale riscrittura dei trattati europei — l’altolà di Salvini —. Vogliamo sì stare in Europa, ma non con il cappello in mano e non da vittime di una sovrastruttura antidemocratica». E poi c’è il tema, non meno divisivo al momento, della legge elettorale.

 

Berlusconi resta fedele alla sua convinzione che «il centrodestra unito con il proporzionale vince». Il partner leghista cerca di sottrarsi alla polemica, dice che il tema fa venire l’orticaria ai cittadini. Ma invita a guardare i fatti. «Il centrodestra ha vinto le Amministrative, ma anche le Regionali, con un sistema maggioritario...». Nella giornata dedicata al profilo di governo, Salvini trova il tempo per rimarcare le battaglie d’attualità contro immigrazione («Sto con i sindaci in rivolta») e Ius soli («Pronti a bloccare il Senato»). E per una stoccatina al latino traballante di Renzi durante l’apparizione in tv da Mentana («Avrebbe dovuto aiutarlo la moglie insegnante»).

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…