putin zar

CHE FARE CON PUTIN: DIALOGARE O NO? - DOMENICO QUIRICO: PARLARE CON IL DIAVOLO DI TURNO NON È UN OBBLIGO MORALE ANCHE SE SI PUNTA A OTTENERE UN CESSATE IL FUOCO. È UNA STRATEGIA, UNA POSSIBILITÀ. MA È UN ERRORE PENSARE CHE SIA UNA SOLUZIONE MAGICA. NELLE RELAZIONI INTERAZIONALI NON BISOGNA DAVVERO MAI DIRE MAI MA NEPPURE DIRE SEMPRE. LA DIPLOMAZIA SI GIUDICA DALLE CONSEGUENZE CHE DETERMINA: SE TRATTO IL NEMICO CHE COSA OTTENGO? A UN CERTO PUNTO DEL NEGOZIATO ARRIVA LA DOMANDA PER LE DEMOCRAZIE: QUANDO IL COMPROMESSO DIVENTA CEDIMENTO? QUANDO FERMARE LA GUERRA È RINUNCIA VERGOGNOSA A INTERESSI VITALI? MA BISOGNA ARRIVARE A QUEL PUNTO”

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

DOMENICO QUIRICO

La distanza che separa nella guerra in Ucraina gli americani e gli europei si è allungata, come era prevedibile, di un'altra pericolosa tacca. A Washington con l'invio al governo di Kiev di armi più sofisticate e micidiali, armi d'attacco, per l'ennesima volta viene sabotato esplicitamente il fragilissimo negoziato (prospettiva che gli americani considerano una sconfitta) e si comincia a sognare addirittura un ribaltamento dell'esito della guerra: non più russi indeboliti, impaludati, ma russi in fuga, e ucraini che riconquistano non solo le zone invase un mese fa ma anche il Donbass e perché no? la Crimea.

 

Putin Macron 7 febbraio 2022

Putin dunque umiliato, e, poiché i regimi non sopravvivono mai alle sconfitte, liquidato dalla Storia e dagli incubi del ventunesimo secolo. Dopo Saddam, Milosevic, Gheddafi, Bin Laden, i Califfi un'altra carta del corposo mazzo dei diavoli moderni scartata dal gioco.

Gli europei sono più consapevoli, per la prossimità alle malefiche conseguenze, della infernale potenza distruttiva che Putin può scatenare per vendetta o per riprendere il controllo delle operazioni.

 

olaf scholz vladimir putin

Gli americani pensano alla vittoria, gli europei (non tutti) pensano alla pace che seguirà. Ora dovranno rapidamente prendere una decisione complicata: allinearsi ancora alla strategia di Washington o seguire una diversa strada. Insomma: occorre mettersi al centro dell'arena entrando, come dicono i toreri , "nella culla delle corna".

 

Olaf Scholz E Vladimir Putin

Bisognerà bene che un giorno con Putin, o i suoi eredi, si discuta, non foss' altro per i nostri affari. Si dovranno riprendere relazioni sopportabili e umane con questa parte di Europa. Una bella ferita aperta, netta, guarisce. Ma non la invelenite!

 

La strategia telefonica di Macron, Scholz e ora anche di Draghi è l'abbozzo di questa svolta, qualcosa di più di una tentazione. È giusto trattare con il Diavolo? E se questo è necessario come farlo senza compromettersi e arrendersi al Male assoluto? È un dilemma aperto dal 29 settembre 1938, Monaco, faccia a faccia sciagurato tra democrazie pavide e aggressivi totalitarismi.

adolf hitler vladimir putin josip stalin - murales

 

Ci può aiutare come bussola il celebre Lungo telegramma di George Kennan, vademecum della diplomazia dell'efficace "contenimento" della Unione sovietica staliniana. Seguiamo il suo schema. Se Putin è come Hitler allora bisogna evitare ogni trattativa e fare la guerra, non ci sono alternative; se è ome l'Unione sovietica bisogna applicare l'arte della pazienza e del logoramento, prima o poi crollerà sotto il peso delle sue contraddizioni interne; se è come la Cina bisogna attirarla, farla partecipare al nostro mondo perché cambi. Con Pechino gli americani l'hanno applicata a partire del 1970 ma ora vogliono cambiarla.

Nessuna formula infatti può essere eterna.

 

vladimir putin in versione hitler

In questo mese terribile di aggressione russa si è andati molto avanti nel sovrapporre la maschera di Hitler alla faccia di Putin, non soltanto sui "murales" o sulle copertine dei settimanali. Si è deciso, anche nei discorsi di molti leader, che si intravede al Cremlino la reincarnazione dell'imbianchino viennese, che abbiamo a che fare con un totalitarismo e che l'aggressione criminale all'Ucraina non è una guerra di annessione o di intimidazione ma un tentativo di genocidio.

 

Insomma in un Occidente che sempre vorrebbe vedere in lotta in modo manicheo le forze del Bene e del Male, forse per non interrogarsi sulle proprie debolezze, abbiamo già percorso, anche da questa parte dell'Atlantico, molto terreno per lasciarci alle spalle una logica politica e entrare nel regno del confronto con una natura definita diabolica.

 

NEVILLE CHAMBERLAIN ADOLF HITLER - conferenza di monaco

Abbiamo nostalgia di una "buona guerra" come fu appunto la seconda guerra mondiale o come è stata la guerra fredda per molti americani che oggi prendono le decisioni su quella contro Putin. Ma dopo aver demonizzato l'avversario, si coltiva la certezza di ciò che è il nemico, ovvero il contrario speculare di quanto siamo noi, e si è sicuri di poter indovinare che cosa vuole e il modo in cui intende ottenerlo. E così si commettono errori pericolosi.

Perchè entra in azione anche la sindrome di Monaco.

 

Da quel settembre 1928 in cui l'inglese Chamberlain armato di bombetta e ombrello e il capitolardo francese Daladier arrivarono in Germania per trattare e stringere la mano al diavolo Hitler ogni negoziato con gli autocrati è diventato sinonimo di umiliante e soprattutto inutile capitolazione. Il marchio dell'infamia.

 

PUTIN IN VERSIONE HITLER SU UN TABLOID POLACCO

Perché Hitler ne trasse soltanto la conferma che con quei vili personaggi disposti a sacrificare alleati e amici al proprio comodo si poteva continuare a praticare la tattica del bluff e della intimidazione. Ma questo non è un ultimo atto sempre scritto, entra in scena lo spessore degli uomini che interpretano il copione.

 

Oggi le opinioni pubbliche occidentali chiedono ai governi di garantire la sicurezza assoluta, cacciare i diavoli della scena internazionale e farlo utilizzando metodi morali che non li rendano simili a coloro che devono essere puniti. Tutte insieme sono richieste spesso incompatibili. Talora bisogna allearsi con un diavolo per eliminarne un altro, o affrontare sacrifici economici troppo elevati da risultare insopportabili, oppure i mezzi che si ritenevano sufficienti, l'isolamento, le sanzioni, si rivelano polvere innocua.

hitler chamberlain

 

Sullo scenario della politica mondiale la possibilità di risolvere tutto con un colpo solo è molto rara. Resta agli europei, di fronte a chiacchieroni e avventurieri, un'arma in cui sono maestri, la diplomazia. Anche se sembra abbiano esaurito ultimamente i loro talenti nei negoziati politici e burocratici interni e tra gli Stati della Unione. Attenzione: parlare con il diavolo di turno, al telefono o attorno a un tavolo, non è un obbligo morale anche se il risultato che ci si propone è fermare il massacro e ottenere un cessate il fuoco.

 

VLADIMIR PUTIN

È una strategia, una possibilità. Ma è un errore pensare che sia una soluzione magica, da impiegare quando tutto il resto è fallito. Nelle relazioni interazionali non bisogna davvero mai dire mai ma neppure dire sempre. Come la ipotesi della guerra la diplomazia deve esser giudicata dalle conseguenze che determina, il suo verbo è il condizionale, procede per continue ipotesi: se tratto il nemico in questo modo che cosa ottengo? Alternare bastone e carota a cosa porta?

 

Fornire certi tipi di armi che effetti ha sul nemico e sugli alleati? Ma la diplomazia consente di correggere le valutazioni sbagliate, di ricominciare da capo. Crea condizioni, possibilità, può influenzare l'autocrate più che una minaccia, dargli lo spazio per non ripetere le brutalità che ha già commesso. A un certo punto del negoziato arriva la domanda per le democrazie: quando il compromesso diventa cedimento? Quando fermare la guerra è rinuncia vergognosa a interessi vitali? Ma bisogna arrivare a quel punto.

hitler chamberlain

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...