PUTIN NON VUOLE GLI EUROPEI FRA I PIEDI PERCHÉ LI TEME – L’AMBASCIATORE STEFANINI: “IL PRESIDENTE RUSSO NON CAPISCE L’EUROPA E NON SA COME PRENDERLA, MENTRE SA BENISSIMO COME PRENDERE TRUMP, XI, ERDOGAN, MODI. L'INCONTRO DI MOSCA CON WITKOFF HA DI FATTO MESSO FINE AL TENTATIVO DI MEDIAZIONE DI TRUMP TRA PUTIN E ZELENSKY. L'HA TRASFORMATO IN UN ‘O LA RUSSIA AMICA O L'EUROPA NEMICA’. MA QUALSIASI COSA DECIDA IL PRESIDENTE AMERICANO, PUTIN ATTACCA GLI EUROPEI. A RAGIONE. PERCHÉ L'EUROPA, CON TUTTE LE SUE FRAGILITÀ, È L'UNICO OSTACOLO RIMASTO ALLA CAPITOLAZIONE DELL'UCRAINA…”
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
vladimir putin riceve al cremlino STEVE WITKOFF E JARED KUSHNER
Vladimir Putin non ama l'Europa. Non è una novità. Lo è l'aggressività con cui ne parla. Per paura. L'aggressione nasce sempre dalla paura. Malgrado i passi falsi di Bruxelles, paralizzata dal Belgio e dalla Bce sull'uso dei fondi russi per evitare il collasso finanziario dell'Ucraina a mesi data, il presidente russo teme l'effetto Europa sulla guerra e, soprattutto, sulla Russia.
Del resto, la prima invasione russa dell'Ucraina (2014) fu innescata dalla controversia sull'accordo di associazione fra Kiev e l'Ue, con la Nato allora molto bassa sull'orizzonte di Kiev.
vladimir putin donald trump anchorage, alaska foto lapresse
L'avversione di Putin all'Europa è cresciuta in misura direttamente proporzionale al proseguire "dell'operazione speciale" in Ucraina e inversamente proporzionale alla nascente amicizia con gli Stati Uniti di Donald Trump. Putin non vuole gli europei fra i piedi.
Non nell'incipiente dialogo con Washington, non mentre cerca di chiudere la partita con Kiev. Ma c'è di più della contingenza geopolitica o di sicurezza che mette obiettivamente in antitesi le posizioni russe con gli interessi del resto del continente.
Putin teme l'Europa perché non la capisce e non sa come prenderla, mentre sa benissimo come prendere Trump, Xi, Erdogan, Modi. Sa come confrontare la Nato ma non come tenere a bada l'Ue. Dunque, vuole tenere lontana dalla Russia.
VOLODYMYR ZELENSKY EMMANUEL MACRON ALL'ELISEO
[...] A margine dell'incontro fiume, ma senza apparente risultato, con Steve Witkoff e Jared Kushner, il presidente russo ha detto due cose. Prima di vederli, «se l'Europa vuole la guerra, noi siamo pronti». Dopo, Trump «deve scegliere, o la Russia, o l'Europa». In un'Europa che non vuole guerre, tanto meno con una superpotenza nucleare, che si guarda bene dal minacciarle, la prima ha fatto i titoli di ieri.
Che era quanto voleva il presidente russo. Spaventare. La seconda ha fatto correre un brivido sulla schiena dei ministri degli Esteri della Nato che si riunivano ieri a Bruxelles. Assente il più importante: Marco Rubio. Dovendo pensare minaccia dal Venezuela, ha delegato quella dalla Russia al suo vice, Christopher Landau.
Il segretario di Stato americano di turno non saltava una ministeriale Nato da una ventina d'anni. La dice lunga.
Trump deve quindi scegliere fra la Russia e gli europei, nemici della Russia. Ma dove sono questi nemici? Ce ne furono due grandi.
steve witkoff e jared kushner incontrano putin a mosca
Dell'uno rimangono le ceneri, custodite nella solennità dell'Hotel des Invalides; i resti dell'altro giacquero alla rinfusa in una cassa di munizioni dell'Armata Rossa a Magdeburgo, per poi essere completamente eliminati ad opera di agenti del Kgb, pare nelle acque dell'Elba, per ordine di Yuri Andropov, brevemente segretario generale del Pcus negli anni ‘80 - forse proprio Putin, allora in servizio nell'allora Ddr, al secolo Germania Est, ne sa di più.
Difficile ravvedere sembianze napoleoniche in Emmanuel Macron o hitleriane in Friedrich Merz. O il benché minimo istinto bellico in opinioni pubbliche europee allergiche alla denominazione "riarmo" incautamente affibbiata dalla Commissione Ue al programma di finanziamento delle spese per la difesa degli Stati Membri, con capacità militari in sofferenza.
FRIEDRICH MERZ - EMMANUEL MACRON
No, pur ossessionato dalla storia, il presidente russo deve avere altro in mente. Perché Putin spara a zero sugli europei, non li vuole al tavolo di qualsiasi trattativa – persino sulla sicurezza "europea" gli basta parlarne prima con i soli americani - cerca continuamente punti deboli risentendosi che l'Italia grazie a Mario Draghi e Giorgia Meloni non lo sia, si rallegra delle brutte notizie europee dagli scandali ai crolli di edifici andando contro a tutte le regole di buone maniere internazionali?
Per due motivi. Uno ideologico, l'altro pratico. Ideologico: l'incomprensione del fenomeno politico e istituzionale dell'integrazione europea. L'idea stessa della condivisione di sovranità gli è totalmente aliena. E non rispetta chi la pratica. In questo il presidente russo è coerente. Lo disse in tempi più felici delle relazioni di Mosca con l'Occidente, elaborando la teoria della Russia come "democrazia sovrana". [...]
foto di gruppo vertice alla casa bianca con zelensky e i leader europei foto lapresse
Pratico. A questo punto della sua "operazione speciale", alla soglia di un accordo con Trump che gli dia via libera in Ucraina, ecco l'imbelle Europa che gli si mette di traverso e gli rompe le uova nel paniere. Già due volte gli europei si sono precipitati a fermare Donald Trump che stava per cedere alle richieste russe sull'Ucraina: prima e dopo il vertice di Anchorage; sui 28 punti del piano russo-americano trasformati, grazie all'intervento ucraino-europeo, in 19 punti che Kiev aveva accettato pur inghiottendo qualche boccone amaro.
Adesso basta. Dopo averli rinviati al mittente, ribadendo che le condizioni dette direttamente a Trump – che Mosca chiama lo "spirito di Anchorage" – il presidente russo avverte Trump che deve scegliere fra lui e gli europei.
la stretta di mano tra putin e trump ad anchorage, alaska. foto lapresse
L'incontro di Mosca ha di fatto messo fine al tentativo di mediazione di Trump tra Putin e Zelensky. L'ha trasformato in un "o la Russia amica o l'Europa nemica". Senza nulla per l'Ucraina, se non il nyet russo, a Witkoff non rimaneva che annullare l'incontro con Zelensky. E rimettere la scelta nelle mani di Donald Trump.
Ma qualsiasi cosa il presidente americano decida, o non decida, Putin intanto attacca frontalmente gli europei. A ragione. Perché l'Europa, con tutte le sue fragilità, è l'unico ostacolo rimasto alla capitolazione dell'Ucraina. Sull'Ucraina Trump è malleabile; gli europei no. Per questo Vladimir Putin li teme.
vladimir putin - yuri ushakov - steve witkoff
VOLODYMYR ZELENSKY EMMANUEL MACRON ALL'ELISEO