PUTIN SPERAVA IN UNA GUERRA LAMPO, MA SI È TROVATO IMPANTANATO IN UN CONFLITTO DI LOGORAMENTO - IL PRESIDENTE RUSSO TENTA DI SFIANCARE LA POPOLAZIONE UCRAINA BOMBARDANDO LE CENTRALI ELETTRICHE: SABATO KIEV E' RIMASTA SENZA LUCE PER 12 ORE - IN ALTRI CENTRI ABITATI I CITTADINI NON HANNO GAS E ACQUA CORRENTE DA MESI, PER CUCINARE USANO DELLE CANDELE - SENZA GLI AIUTI AMERICANI, LA CONTRAEREA DI ZELENSKY NON RIESCE A FERMARE I MISSILI DI PUTIN, CHE PRENDONO DI MIRA GASDOTTI, CENTRALI ELETTRICHE E QUALUNQUE INFRASTRUTTURA CHE POSSA ESSERE UTILIZZATA DAI CIVILI - LA CRITICA A ZELENSKY, ACCUSATO DI NON AVER RINFORZATO LE DIFESE DEGLI IMPIANTI...
SULL'UCRAINA CALA IL BUIO I MISSILI RUSSI PUNTANO A SPEGNERE LA RESISTENZA
Estratto dell'articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
Bombardamenti russi su un'azienda americana a Mukachevo, in Ucraina
Un grande buco nero ha inghiottito l'Ucraina. Le immagini scattate dal satellite della Nasa che monitora la luminosità terrestre mostrano l'effetto drammatico dell'ultimo attacco russo: l'intero Paese è sprofondato nel buio, una macchia oscura nella mappa d'Europa.
Kiev sabato è rimasta senza corrente per dodici ore e l'elettricità va e viene nelle altre città orientali come Kharkiv, Sumy, Chernihiv, Poltava. I blackout ormai fanno parte della quotidianità dell'intera popolazione: spesso avvengono pure a Odessa, Dnipro, Leopoli.
Ci sono cittadine che da un mese sono senza luce, gas, acqua e riscaldamento: come Shostka, nel distretto di Sumy, dove si usano le candele per cucinare. Un tormento per la vita di tutti, che blocca pure le fabbriche belliche, ostacolando le consegne di armi e munizioni per i soldati al fronte.
attacco missilistico russo a kryvyi rih 6
È una situazione drammatica, che va avanti da oltre un mese e continua a peggiorare. Solo nell'ultima ondata di raid sono state distrutte tre centrali e spazzate via decine di sottostazioni. L'altra notte i russi hanno scagliato 45 missili ipersonici, balistici e cruise: secondo i dati della Difesa ucraina – in genere ottimistici – ne sono stati abbattuti nove; il resto è piovuto sulle centrali smantellandole ognuno con mezza tonnellata di esplosivo.
I droni invece fanno a pezzi gli snodi che trasferiscono la corrente. Non viene risparmiato nulla: è stata bruciata persino la più grande struttura che genera elettricità dalle biomasse degli allevamenti. L'indebolimento della contraerea, che non riceve più aiuti diretti dall'amministrazione Trump mentre i Paesi europei tardano a far arrivare armamenti, lascia al Cremlino la libertà di attaccare ovunque.
attacco missilistico russo a kryvyi rih 4
L'offensiva di Mosca contro gli impianti energetici è sistematica, con un crescendo di incursioni. «Hanno cambiato tattica rispetto al passato e ora colpiscono simultaneamente le centrali e la rete di distribuzione. Questo complica il ripristino delle forniture», ha spiegato il viceministro Artem Nekrasov.
[…] I raid prendono di mira anche i gasdotti che alimentano gli impianti e il flusso di combustibile è stato ridotto del 60 per cento. Neppure le centrali nucleari offrono una speranza. I missili evitano di colpire i reattori, nel timore di provocare disastri come Chernobyl, ma si accaniscono contro gli elettrodotti che trasportano la corrente e le isolano: l'altra notte lo hanno fatto contro gli impianti atomici di Khmelnytskyi e Rivne.
POMPIERI SALVANO BAMBINI DOPO L ATTACCO RUSSO ALL ASILO DI KHARKIV
[…] Gli ucraini non rinunciano a contrattaccare e portano avanti la loro "Operazione Buio". Nelle foto satellitari anche le regioni russe di Kursk e Belgorod, quelle sulla frontiera, sono completamente senza luci: ieri la centrale termoelettrica di Voronezh è andata in fiamme. I droni si spingono pure più lontano. A Taganrog hanno bruciato la cabina che alimenta la zona industriale dove si costruiscono velivoli militari.
Ma l'armata di Kiev non ha missili a lungo raggio: le sue bombe volanti sono aeroplanini che portano 50-100 chili di esplosivo e infliggono danni riparabili; gli ordigni di Mosca invece sono dieci volte più grandi e provocano guasti devastanti. L'arsenale di Putin pare infinito: a ottobre sono stati scagliati 240 missili e il numero cresce sempre. […]
KIEV «IN RITARDO» CON LE DIFESE ANTIAEREE SUGLI IMPIANTI
Estratto dell'articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
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Costringere l’intera Ucraina al buio, terrorizzare la popolazione e soprattutto stancarla, fiaccare lo spirito di resistenza, boicottare al massimo qualsiasi tipo di attività civile colpendo il suo sistema energetico: non è certo la prima volta che Vladimir Putin ordina di bombardare centrali elettriche, trasformatori, linee dell’alta tensione, gasdotti e tutto ciò che garantisce la vita normale di un Paese economicamente avanzato.
Il «nuovo zar» decise di rendere sempre più difficile la quotidianità degli ucraini quando, già nell’estate-autunno 2022, si rese conto che il suo piano di invadere a sorpresa il 24 febbraio, quindi vincere e prendere rapidamente tutto il Paese, era miseramente fallito a fronte della inaspettata volontà di resistenza del popolo occupato.
attacco russo a kiev 10 ottobre 2025 1
A questo punto si entrava nella logica della guerra di logoramento del nemico, con ogni mezzo, anche perché tra ottobre e novembre dello stesso anno gli ucraini erano riusciti a lanciare importanti controffensive, che avevano garantito la liberazione di ampie regioni appena occupate dai russi.
Nel dicembre 2022 iniziarono dunque i primi bombardamenti su larga scala contro la rete energetica ucraina con il fine specifico di costringere la gente al freddo. I primi attacchi furono contro il sistema di distribuzione: snodi delle linee dell’alta tensione, centraline, trasformatori urbani, gasdotti.
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Il Paese era del tutto impreparato, le città piombarono nel buio, la produzione industriale si dimezzò rispetto al 2021. Soltanto verso marzo 2023 arrivarono dagli Usa e dagli alleati europei generatori di ogni potenza e dimensione, che permisero di diversificare e decentralizzare la produzione dell’energia. [...]
Il Paese poteva stare in piedi grazie alla nuova rete di generatori costruita nei mesi precedenti e coadiuvata dall’import di elettricità dall’Europa (a volte pari sino al 30% del fabbisogno totale), che però risultava troppo costosa per le casse dello Stato. Sistema decentralizzato Oggi il sistema ucraino, che una volta era totalmente centralizzato nello stile del periodo sovietico, è stato invece ampiamente decentralizzato.
Le municipalità hanno ricevuto i fondi (anche grazie agli aiuti europei) per installare potenti generatori di quartiere, anche le grandi fabbriche sono organizzate per produrre i propri fabbisogni di elettricità. Il governo privilegia l’aiuto alle industrie militari.
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Ma gli ultimi massicci attacchi hanno comunque creato gravi inconvenienti in tutto il Paese, a partire dai ritardi sulle linee ferroviarie con le locomotive elettriche. Gli esperti ucraini valutano che al momento l’energia erogata sia meno del 50% di prima della guerra. Secondo Kharchenko, «i depositi delle riserve del gas sono comunque pieni e pronti per soddisfare i fabbisogni dell’inverno ormai alle porte, anche se la produzione del gas nazionale è stata danneggiata e dunque sarà necessario garantirci l’importazione nei prossimi mesi». [...]
Aggiunge l’esperto: «L’aspetto negativo è che siamo in ritardo, durante l’estate non si è fatto a sufficienza per difendere la nostra energia anche perché lo scorso inverno è stato meno rigido della media. Se adesso arrivasse il grande freddo la nostra popolazione sarebbe gravemente esposta».
LA GUERRA SENZA SPALLATE
Estratto dell'articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
LA TELEFONATA TRUMP-PUTIN VISTA DA GIANNELLI
I primi fiocchi sulla Russia europea sono caduti nella notte del 14 ottobre. Era il giorno in cui si celebrava il Pokrov, una festa cristiana che ricorda il miracolo avvenuto nel 910, quando ai religiosi rinchiusi in una chiesa di Costantinopoli per pregare contro l’arrivo dei barbari, apparve la Madonna, che si tolse il velo e lo stese sui suoi fedeli. Poco dopo, una tempesta distrusse la flotta dei nemici. La saggezza popolare sostiene che se nevica durante questa ricorrenza, bisogna aspettarsi un inverno lungo e ancora più freddo del solito.
Sarà anche per questo, ma gli analisti militari di Mosca, anche a quelle latitudini estreme c’è abbondanza di presunti esperti, sono molto più cauti di quanto richieda la trionfalistica propaganda televisiva del Cremlino. Anzi, in una opinione pubblica compatta come un monolite, si permettono anche il lusso di avere opinioni divergenti tra loro. In un Paese dove è ancora popolare il mito del generale Moroz (gelo, in italiano) che avrebbe fermato l’avanzata dei tank tedeschi, nessuno è disposto a scommettere su un inverno decisivo o diverso da quelli degli ultimi tre anni.
attacco russo alla stazione ferroviaria di Shostka in ucraina
«Date le attuali forme e modalità di impiego delle forze armate russe, non si intravede alcuna evoluzione catastrofica della situazione per le forze armate ucraine nella zona di operazioni speciali in questa fase, e non appare prevedibile una svolta radicale nel corso del conflitto armato».
Sono parole del colonnello Mikhail Khodarenok, considerato una delle persone più competenti in materia, dato anche il suo passato su ogni possibile fronte di guerra.
Un altro militare, altrettanto qualificato, smentisce, dal lato russo per di più, l’enfasi tutta nostrana riposta sulla battaglia, inevitabilmente «decisiva» di Pokrovsk.
[...] Parliamo tanto di droni, ma è chiaro che ci troviamo ormai prigionieri di una guerra antica. L’atto novecentesco compiuto da Vladimir Putin con l’invasione di un Paese sovrano è diventato un conflitto del secolo scorso, poco importano le nuove tecnologie e le enfasi di una politica sempre più affine agli slogan isterici dei social. Alla Russia ci vorranno mesi, se non anni, per riconquistare tutto il disastrato Donbass, l’obiettivo minimo senza il quale il Cremlino non potrà mai fingere di cantare vittoria, e per questo non può permettersi alcuna concessione territoriale.
attacchi ucraina raffinerie russe
Pochi giorni fa, a Mosca, un politico fedele alla linea ma ancora capace di qualche vaga ironia, naturalmente sotto garanzia di anonimato, faceva notare il paradosso di questa continua sovrapposizione calata dall’alto tra la Grande Guerra Patriottica e la cosiddetta Operazione militare speciale, che il prossimo gennaio supererà per durata i quasi quattro anni del 1941-1945: «In quel lasso di tempo se non altro Stalin arrivò a Berlino, mentre Putin è ancora fermo a Pokrovsk».
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attacchi ucraina raffinerie russe
Ognuno sembra disposto a vedere solo i dettagli più favorevoli alla sua parte e alle sue previsioni. Nello stesso giorno, l’Ucraina può essere sull’orlo della sconfitta come su quello della riscossa, mentre la Russia è ormai per definizione a pochi passi dal collasso, che anche se dovesse avvenire non impedirebbe comunque a Putin di continuare la sua guerra, esistenziale soprattutto per lui. [...]
NEGOZIATI DI PACE BY LELE CORVI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
LA POSSIBILE CONTROFFENSIVA UCRAINA
L ATTACCO RUSSO SULL UCRAINA DEL 29 DICEMBRE 2023
putin zelensky macron
putin zelensky macron
MEME SULL INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY A SAN PIETRO BY EMAN RUS
attacco russo a kiev 4 luglio 2025 1
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carro armato con bandiera russa e statunitense attacca in ucraina 2