putin conte salvini

PUTINATE – AL NETTO DELLE CORTESIE PER GLI OSPITI E DELLE SCENOGRAFIE DI RITO, IL VIAGGIO DELLO 'ZAR VLAD' A ROMA SEGNA IL CEDIMENTO DEL GOVERNO ITALIANO ALLE RAGIONI DI USA E UE SULLE SANZIONI A MOSCA – LA STOCCATA DI PUTIN AGLI STATI UNITI SULLA LIBIA, SALVINI: "IL PRESIDENTE RUSSO HA RAGIONE QUANDO DICE CHE IL CAOS IN LIBIA È COLPA DEL BOMBARDAMENTO NATO” – E CONTE RICORDA AL LEADER LEGHISTA CHE… - LA VISITA DI PUTIN DAL PAPA E QUEL RITARDO DI UN’ORA…

F.S. per la Stampa

 

PUTIN CONTE 1

Vladimir Putin ha cominciato la sua visita in Italia da Papa Francesco con un' ora di ritardo. Era la terza volta che si incontravano, e durante il colloquio hanno toccato uno ad uno tutti i temi che preoccupano la Santa Sede: la pacificazione in Siria, la situazione in Ucraina, la crisi venezuelana, l' emergenza clima.

 

«È importante che le posizioni della Russia e del Vaticano siano in sintonia per quanto riguarda i valori tradizionali, la promozione del dialogo interreligioso e interculturale», ha detto il presidente della Federazione Russa, ringraziando il Pontefice per il tempo che gli aveva dedicato e per la qualità del colloquio.

 

 «Preghi per me», gli ha risposto il Papa. La giornata è proseguita al Quirinale, dove al termine dell' incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i rapporti bilaterali Italia-Russia, nonostante il raffreddamento delle relazioni dovuto alle diverse valutazioni sull' Ucraina, sono stati definiti «ottimi».

 

PUTIN MATTARELLA

Naturalmente la questione delle sanzioni ha aleggiato su tutti gli incontri avuti da Putin nella sua visita lampo romana. «Ci siamo abituati al fatto che la Russia debba fare per prima i passi in avanti, noi lo comprendiamo», ha risposto Vladimir Putin a chi gli chiedeva, nella conferenza stampa di chiusura, se fosse rimasto deluso dal fatto che Matteo Salvini durante la sua visita a Washington ha detto che la Russia deve fare ancora passi in avanti sull' Ucraina se ne vuole altrettanti sulle sanzioni. Il presidente russo poi ha aggiunto di essere «grato all' Italia» per la posizione assunta riguardo alla ripresa di «un regime di rapporti pieni» tra Russia e Ue.

 

«Quando l' amico Putin dice che non dipende tutto dalla Russia è modesto - ha osservato al proposito il premier italiano Giuseppe Conte - per superare la vertenza può recitare un grande ruolo». Il presidente del Consiglio ha ribadito la posizione italiana «indipendentemente da cosa dica uno o l' altro ministro»: le sanzioni «non sono un fine, ma uno strumento».

 

Sul ruolo che avrà l' Europa guidata da Ursula Von der Leyen - notoriamente critica della posizione russa - Putin non si è mostrato particolarmente ottimista: «Non la conosciamo in questa nuova veste, dobbiamo vederla al lavoro».

PUTIN SALVINI

 

Il tema delle sanzioni, nel lessico putiniano, chiama subito a sé quello economico, e gli svantaggi che procura all' Europa per prima: «In questi anni si sono persi miliardi di dollari di investimenti, un numero indefinito di posti di lavoro, e chissà quante mancate opportunità, soprattutto in Europa», ha detto. In questo quadro, secondo Putin, «se tutto continua come è oggi, crollerà il commercio internazionale e il Pil mondiale». Per questo ha auspicato che la guerra dei dazi tra Usa e Cina finisca, e che si riesca a mettere a punto un accordo commerciale tra i due Paesi: «Conosco la posizione della leadership cinese, e so che è abbastanza flessibile nei confronti di un accordo».

 

La stoccata agli Stati Uniti è comunque arrivata quando si è toccato il tema Libia: «Vorrei ricordare che è stata una decisione della Nato a distruggere lo stato libico». Di qui la decisione di non voler entrare «per primi» nello scacchiere, limitandosi, per il momento, a sostenere il più possibile i processi di stabilizzazione.

 

«Continuerò a premere con la massima determinazione presso gli interlocutori della comunità internazionale per imporre agli attori libici una soluzione politica», ha detto il premier Conte, che avrà sicuramente apprezzato il passaggio in cui Putin, tradizionalmente sostenitore del generale Haftar, ha detto che «noi appoggiamo sia i rapporti con Fayez Sarraj sia quelli con Khalifa Haftar».

PUTIN CONTE

 

 

 

 

MA IL PREMIER AVVERTE

 

Ilario Lombardo per la Stampa

 

Al netto delle cortesie per gli ospiti e delle scenografie di rito, il viaggio di Vladimir Putin a Roma segna il cedimento del governo alle ragioni di Stati Uniti ed Unione europea sulle sanzioni a Mosca.

 

Un anno e un mese dopo essere entrati a Palazzo Chigi, i gialloverdi si riallineano ai loro partner storici. Un cambiamento di asse, rivolto all' Atlantico, a cui hanno contribuito diversi protagonisti e le garanzie pretese da Washington. Nel cortile di Palazzo Chigi, Giuseppe Conte maschera di garbo la sua sollecitazione al presidente russo che insiste nel dire che non dipende dalla Russia il superamento delle sanzioni imposte a Mosca per la guerra in Ucraina e il sostegno ai separatisti:

 

PUTIN BERGOGLIO

«Quando l' amico Vladimir dice così è troppo modesto - replica il presidente del Consiglio - Io penso che la Russia per superare questa vertenza può recitare un grande ruolo, va ristabilito un clima di reciproca fiducia con l' Europa per compiere dei passi in avanti». L' Italia non è direttamente coinvolta nel gruppo Normandia (che lavora all' applicazione degli accordi di Minsk tra Kiev e Mosca, ndr) ma Conte si offre «per svolgere un ruolo proficuo nella vertenza». Alle condizioni, però, che nella giornata di ieri sono state messe sul tavolo del colloquio con Putin e che verranno accennate in conferenza stampa.

 

Qui il premier avvolgerà nei veli del linguaggio diplomatico la convinzione che «occorrono creare le premesse perché maturino le circostanze giuste» per l' addio alle sanzioni. Come confermato dalle fonti interne al governo, Conte ha chiarito a Putin di non poter fare molto da solo, né di avere intenzione di strappare con americani ed europei. Una tesi sostenuta anche nell' intervista rilasciata all' agenzia di stampa russa Tass: eventuali «azioni unilaterali dell' Italia», nel quadro dell' attuale meccanismo europeo di rinnovo delle sanzioni, spiega, «non avrebbero dato risultati» nemmeno per Mosca e perciò «lavoriamo per coinvolgere in un dialogo costruttivo tutte le parti».

 

Una posizione che Putin mostra di comprendere quando assicura di non avere alcuna pretesa nei confronti degli amici italiani. «Comprendiamo che è legata agli impegni derivanti dall' essere membro di queste strutture», intendendo Nato e Ue. Certo, la speranza di Putin - e lo ribadisce - e che l' Italia insisterà, «portando avanti la sua posizione, ovvero un ripristino a 360 gradi con la Russia».

vladimir putin a palazzo chigi incontra giuseppe conte

 

È interessante notare che il presidente russo in questo caso stava rispondendo a una domanda su Matteo Salvini e nello specifico su come giudica l' ammorbidimento del leghista: prima prometteva la guerra alle sanzioni europee mentre nel viaggio a Washington, dopo il colloquio con il segretario di Stato Mike Pompeo, ha sposato le tesi americane a sostegno di questo strumento di pressione su Mosca. Putin non cita Salvini, ma sembra richiamare l' Italia alle sue promesse.

 

Era un anno fa, durante il G7 in Canada, che Salvini minacciò il «veto» in Europa, imbarazzando Conte proprio mentre faceva il suo debutto sul palcoscenico internazionale.

 

vladimir putin a palazzo chigi incontra giuseppe conte 1

Un anno dopo è il premier a pretendere che venga considerata come «linea unica» di governo quella che considera le sanzioni «un regime transitorio», «un mezzo e non un fine», «al di là delle dichiarazioni dei singoli ministri». Un modo per liquidare Salvini e quello che aveva detto a Washington. Nonostante dalla Lega siano arrivate smentite in serata, durante il viaggio negli Usa il vicepremier aveva detto ai giornalisti, come dimostrabile attraverso le registrazioni, che c' era stato un confronto «franco» con Pompeo, e di aspettarsi «passi in avanti da entrambi i contendenti, compresa la Russia, passi in avanti che per il momento non ci sono».

 

papa francesco vladimir putin

Una svolta salutata con favore dall' amministrazione americana e che era stata preparata dal viaggio antecedente del sottosegretario di Palazzo Chigi e numero due del Carroccio, Giancarlo Giorgetti. Detto questo, nella serata dei selfie con Putin e della cena a Villa Madama tra tavoli intitolati ai geni della pittura italiana, Salvini vuole comunque ristabilire il sue equilibrio tra due mondi ribadendo l' ammirazione per un leader che considera «concreto e affidabile» e che «ha ragione quando dice che il caos in Libia è colpa del bombardamento Nato».

papa francesco vladimir putin 1vladimir putin a palazzo chigi incontra giuseppe conte 3papa francesco vladimir putin 2

 

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)