A QUALE TITOLO OBAMA GIUDICA SE UN PAESE E’ Più O MENO DEMOCRATICO? DA QUALE PULPITO CONDANNA LA BOMBA ATOMICA IN IRAN E LA GIUSTIFICA IN ISRAELE? - LA FAVOLETTA DEGLI STATI UNITI “GENDARMI DELLA DEMOCRAZIA” PUO’ INCANATARE IL TEATRINO (INUTILE) DELL’ONU - PERCHE’ NON PENSA A RISOLLEVARE L’ECONOMIA DEL PROPRIO PAESE, DILAPIDATO DAL POTERE BANCARIO, CHE RISCHIA DI FINIRE NELLE MANI DI QUEL TIPINO DI ROMNEY?...

Federico Rampini per "la Repubblica"

Rivendica la sua scelta di appoggiare le primavere arabe «perché alla fine solo la democrazia può portare stabilità». Rinnova l'avvertimento all'Iran: «Gli Stati Uniti faranno tutto quello che devono per impedire che ottenga l'arma nucleare», e il tempo delle soluzioni diplomatiche «è limitato». Ma è soprattutto un'appassionata difesa della libertà di espressione, della tolleranza, quella che Barack Obama interpreta davanti all'assemblea generale delle Nazioni Unite.

A pochi giorni dalle violente proteste antiamericane che hanno infiammato tante nazioni islamiche, il presidente sfida i leader arabi a proteggere i diritti umani e le libertà religiose per tutti, a indignarsi quando ogni religione viene insultata: «Anche quando è Gesù Cristo che viene offeso, le chiese sono bruciate, oppure è l'Olocausto che viene negato».

È un esercizio delicato, ad alto rischio, quello che Obama affronta al suo quarto intervento al Palazzo di Vetro. È il leader degli Stati Uniti che parla al mondo intero. È anche in campagna elettorale, a 40 giorni dal voto, e improvvisamente la politica estera lo vede sulla difensiva. Deve rintuzzare gli attacchi del repubblicano Mitt Romney secondo il quale l'alleato israeliano è stato abbandonato, e dopo le ultime violenze in Medio Oriente «gli americani si sentono in balìa degli eventi». Deve contrastare uno scetticismo diffuso, sul bilancio (provvisorio) delle primavere arabe, che hanno visto l'ascesa al potere dei Fratelli musulmani in Egitto. Deve affrontare un'altra crisi umanitaria e politica, in Siria, senza l'opzione dell'intervento militare.

Obama sceglie di aprire e chiudere il suo discorso con un omaggio personale. «Oggi io voglio parlarvi di un americano di nome Chris Stevens, che amava e rispettava i popoli del Nordafrica, che aiutò il popolo libico, che è stato ucciso nella città che lui aveva aiutato a salvare. Chris Stevens incarnava il meglio dell'America ».

L'omaggio all'ambasciatore ucciso a Bengasi tocca le corde dell'orgoglio nazionale americano; al tempo stesso fa di Stevens il simbolo postumo di una politica giusta, che Obama non vuole rinnegare, cioè la scelta di stare dalla parte dei popoli che si sono ribellati alle dittature. Quella scelta di campo fatta «poco meno di due anni fa quando un ambulante si diede il fuoco in Tunisia», Obama la ribadisce a proposito del regime di Assad in Siria «che se ne deve andare».

Non c'è soluzione migliore della democrazia, ma la democrazia è una scelta che va fatta fino in fondo: tutelando anche le libertà degli altri. Obama impartisce una lezione ai leader arabi, quelli che non si sono dissociati davvero (o troppo tardi e timidamente) dalle violenze degli ultimi giorni. Ribadisce la sua condanna del film contro Maometto «che offende tanti americani, me compreso». Ma spiega perché in America nessun blasfemo è censurabile né perseguibile, neppure se offende la religione cristiana. «Gli sforzi per limitare la libertà di parola possono diventare uno strumento per opprimere le minoranze o zittire il dissenso, l'arma migliore contro l'odio non è la repressione, è più libertà di parola».

Fa un esempio che non suona certo accondiscendente verso i vari autocrati o aspiranti tali che lo ascoltano a Palazzo di Vetro: «Come presidente degli Stati Uniti e capo delle forze armate accetto che mi si insulti ogni giorno, e difenderò il diritto di tutti a insultarmi». Ricorda che «gli americani sono morti nel mondo intero per difendere questa libertà, anche di chi non la pensava come noi». La sua condanna è dura contro chi ha voluto o tollerato le ultime violenze: «Non ci sono scuse per chi uccide gli innocenti».

Ribadisce che l'America farà di tutto perché i colpevoli dell'assassinio di quattro funzionari al consolato di Bengasi sia punito. Conclude che «il nostro futuro deve essere determinato da persone come Chris Stevens, non dai suoi assassini». Per la destra che lo attende al varco, il discorso non passa l'esame dell'allineamento con Israele. Per quanto dure siano le parole contro i progetti nucleari dell'Iran, manca un ultimatum. Manca quella "linea rossa da non varcare", che avrebbe voluto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, appoggiato dai repubblicani.

Ma Obama non incontra Netanyahu, non ha voluto nessun vertice bilaterale con i leader presenti a New York, il discorso a Palazzo di Vetro è una parentesi solenne per marcare le sue posizioni, prima di rituffarsi nella campagna elettorale, Stato per Stato.

 

barak obama convention BARACK OBAMA SORRIDENTE ObamaAHMADINEJAD AHMADINEJAD obama netanyahu BENJAMIN NETANYAHU NETANYAHU mitt romney primarie MITT ROMNEY

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?