COME TWITTA LADY NAGEL: “QUANTE CAZZATE SPARA BERLUSCONI”

A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1 - TWEET CONTRO BERLUSCONI - QUANTO CINGUETTA LA SIGNORA NAGEL
Roberta Furcolo, su Twitter, è scatenata: Silvio Berlusconi deve abbandonare il palcoscenico politico. Il 19 marzo, riferendosi al leader del Pdl, la moglie dell'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel scriveva: "Indietro! Lasciate spazio a chi ha meno condizionamenti personali e culturali e nuova visione per l'Italia".

A febbraio, invece, tra un tweet e l'altro, Furcolo, che lavora nel gruppo assicurativo Aon, si domandava quante "cazzate" sparasse Berlusconi e difendeva il governo tecnico di Mario Monti. Ma visto che il Cavaliere è tra i soci del patto di sindacato di Mediobanca, c'è chi comincia a temere un nuovo incidente diplomatico, dopo le tensioni che aveva già creato l'intervista non proprio berlusconiana che lo stesso Nagel aveva rilasciato a "Repubblica" lo scorso agosto. C. Sc.

2 - I DUBBI DI MARIO MAURO - SCELTA CIVICA MA TORMENTATA
Mario Mauro, attuale capogruppo al Senato per Scelta Civica, sarebbe stato sul punto di rientrare nel Pdl. Quando Formigoni ha appoggiato la candidatura in Lombardia di Gabriele Albertini, il ciellino europarlamentare Mauro si è allineato. Ma la scelta di Arcore per Maroni e l'accordo sottobanco con Formigoni (candidatura al Senato per lui e altri quattro ciellini) lo ha lasciato indietro, solo in campo nemico. Spingendolo ad abbracciare l'asse tra Albertini e Mario Monti. L'elezione al Senato ha sospeso i suoi sensi di colpa, ma ora, come ha confidato ad alcuni suoi ex colleghi di Strasburgo, potrebbe ripensarci e riabbracciare i suoi vecchi sodali formigoniani. M. Br.

3 - RINNOVABILI ALLA SICILIANA - CONFLITTO DI INTERESSI SOTTO IL SOLE
Per cambiare il volto della Sicilia e promuovere la diffusione delle energie rinnovabili, il presidente Rosario Crocetta ha chiamato il docente e manager Antonello Pezzini. A lui toccherà il compito di portare avanti la rivoluzione verde grazie al Patto dei Sindaci, l'iniziativa dell'Unione Europea per la sostenibilità energetica e ambientale. Per la Sicilia in ballo ci sono 20 milioni di euro in consulenze e progettazioni destinati ai comuni che vogliono passare alle energie verdi.

Pezzini s'è insediato alla guida della cabina di regia per il Patto. Cosà dovrà fare? In pratica, il suo compito sarà quello di selezionare e accompagnare verso il finanziamento i progetti validi che i municipi presenteranno all'amministrazione regionale. Sarà un piccolo conflitto di interessi alla luce del sole. Pezzini, infatti, dovrà controllare anche se stesso. Grazie alla sua società, la Smart Grid, Pezzini è consulente di parecchi comuni siciliani, primo fra tutti Gela, che a lui hanno affidato i progetti per l'adesione al Patto. Soltanto da Gela, Pezzini ha ottenuto un ingaggio da 100 mila euro. P. M.

4 - LAZIO / LA GIUNTA ZINGARETTI - IL SOCIO DELL'ASSESSORA
Sonia Ricci, imprenditrice originaria di Sezze, nel sud pontino, è stata chiamata da Nicola Zingaretti a dirigere l'assessorato all'agricoltura, che ha nel paniere budget milionari per un settore strategico nel Lazio. Non senza polemiche. Nella vita Ricci si occupa di cooperative agricole e, da circa un anno, è amministratrice della Evergreen di Rieti, azienda a capo di diversi punti di distribuzione alimentare con il marchio Crai.

Il "capo" della cooperativa - come viene definito dalla stampa locale - è Aurelio Pallavicino, imprenditore molto conosciuto nel settore. Tra i tanti affari è presente anche nell'Agrimof, azienda in stretti rapporti con la Regione Lazio nel Mof di Fondi, destinatario in passato di 6 milioni di euro di contributi pubblici per il progetto di filiera corta. «I nostri sono rapporti professionali», ha voluto chiarire la neo assessore all'agricoltura Sonia Ricci. Appunto. An. Pa.

5 - TABACCI ADDIO - DONADI IN FUGA DAL CENTRO
Sconfortato dalle urne (0,49 per cento alla Camera) e rimasto fuori dal Parlamento, Massimo Donadi dice addio a Centro democratico, fondato a dicembre insieme a Bruno Tabacci. Il commiato, che verrà formalizzato a breve, non sarà però un ritiro definitivo dalla politica. L'ex capogruppo Idv a Montecitorio intende infatti rispolverare "Diritti e libertà", il movimento fondato dopo la fuoriuscita dall'Italia dei valori in polemica con Antonio Di Pietro.

Obiettivo: restare nell'alveo del centrosinistra ma senza dare vita all'ennesimo partitino, come va ripetendo ai suoi collaboratori. Tradotto: cercare di confluire nel Pd, soprattutto in vista del voto per il Campidoglio. Con Donadi dovrebbe esserci Stefano Pedica mentre Nello Formisano, eletto deputato e unico ex dipietrista sopravvissuto, ha già fatto sapere di voler restare con Tabacci. Intanto, in vista della separazione, dentro Centro democratico sono già iniziati i dissidi per decidere come dividere i rimborsi elettorali. P. Fa.

6 - INSAZIABILI AUTOSTRADE
L'incremento del 3,47 per cento dei pedaggi concesso lo scorso 31 dicembre dal Tesoro e dal ministero delle Infrastrutture non basta ad Autostrade per l'Italia. Che ha chiesto al Tar del Lazio di annullare il decreto interministeriale nella parte in cui ha negato temporaneamente alla società del gruppo Atlantia l'aumento fino al 3,54 per cento, ritenendolo illegittimo. I due ministeri non avevano riconosciuto l'incremento dello 0,07 per cento per il parametro K, quello che remunera i costi e gli investimenti effettivamente realizzati, e avevano preso tempo per potere valutare meglio questa parte della richiesta di aumento dei pedaggi.

Ricorsi analoghi sono stati presentati nei giorni scorsi anche da altre concessionarie che si sono viste bloccare gli aumenti dei pedaggi richiesti. È il caso della Milano-Serravalle Tangenziali, che si è vista riconoscere un aumento dell'1,16 a fronte di una richiesta del 2,13 per cento. Ma anche della Satap (gruppo Gavio), della Autostrada Brescia-Padova e della Sat, autostrada Tirrenica (al cui capitale partecipa Gavio assieme ad Atlantia e Caltagirone). Società alle quali gli aumenti tariffari sono stati sospesi del tutto. D.L.

7 - TORINO / I NUOVI CASI DI GUARINIELLO - PROCURATORE INARRESTABILE
Altro che pensione: il procuratore di Torino Raffaele Guariniello ha da poco terminato la requisitoria nel processo d'appello Eternit, chiedendo vent'anni di carcere per due top manager. Né ha concluso l'avventura processuale per la tragedia della Thyssenkrupp: dopo l'alleggerimento delle pene in corte d'assise d'appello, il magistrato più amato dal popolo si è rimesso al lavoro per preparare il ricorso in Cassazione. Nel frattempo, si dice stia lavorando alla sua biografia, in buone mani (una firma del Corsera) e presto in uscita. Si è poi fatto trasferire, dalla procura di Trento, gli atti per una nuova battaglia a fianco dei consumatori, quella sulle sigarette elettroniche.

Un'indagine iniziata per chiarire un incidente occorso a un informatico di Torino e proseguita dopo un analogo ferimento, questa volta di un'e-fumatrice di Rovereto. Sotto accusa una ditta importatrice (dalla Cina) con sede in Piemonte. È tutto? Certo che no: a 72 anni parla di ritiro mentre pensa all'istituzione di una procura contro gli eco-reati e, a chi sussurra di una sua candidatura a Guardasigilli, risponde «la voce mi fa piacere». Panchina e giardinetto attenderanno a lungo. Fe. Fe.

8 - LEZIONI AI GRILLINI - GENERALI A CINQUE STELLE
Grillini a lezione dai generali. L'offerta sarebbe arrivata ai 5 Stelle dall'Istrid, Istituto ricerche e studi informazione e difesa. «Il centro ha contattato i nostri che si sono offerti per la commissione Difesa e si sono incontrati. Vorrebbero aiutarci formandoci gratuitamente», riferisce a "l'Espresso" il deputato Manlio Di Stefano. L'istituto è diretto da generali e colonnelli già ai più alti livelli delle Forze Armate, il presidente è il professor Piercarlo Valtorta.

«Collabora col Parlamento Europeo. Ci mette a disposizione le commissioni», afferma Di Stefano. Secondo quanto scrive su Facebook il giovane deputato, all'Istrid «vorrebbero aprire un dialogo con noi, si dicono grillini». Una posizione inedita per l'istituto fondato da politici della Prima Repubblica e presieduto fino al 2010 dall'ex sottosegretario Giuseppe Cossiga.A. Sg.

9 - RICORSO DELLE AUTHORITY - NON TAGLIATECI GLI STIPENDI
Piero Barucci batte cassa. Il componente dell'Antitrust, nonché ex presidente del Montepaschi e dell'Abi, ha presentato ricorso al Tar del Lazio, insieme alla collega Carla Bedogni Rabitti, ex commissario Consob, anche lei membro dell'Autorità garante della concorrenza, per chiedere la «restituzione delle somme detratte dai loro compensi» ai sensi del decreto legge del 2010 sui tagli agli stipendi dei manager pubblici. La norma, voluta dal governo Berlusconi, aveva introdotto per i dirigenti delle autorità indipendenti un "contributo di solidarietà", dal primo gennaio 2011 e fino al prossimo 31 dicembre, del 10 per cento sulle indennità, i compensi, i gettoni e le retribuzioni.

Lo scorso ottobre la Consulta ha dichiarato incostituzionale parte della legge. I professori Barucci e Bedogni Rabitti, che si sono visti ridurre gli emolumenti a 264.292 euro lordi l'anno, chiedono al Tar di applicare, per analogia, anche ai commissari delle authority il trattamento più favorevole riconosciuto dalla Consulta ai magistrati e agli alti dirigenti pubblici. D.L.

 

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