breivik bigfoto

E QUESTA SAREBBE LA PUNIZIONE PER UNO STRAGISTA? BREIVIK, IL NEONAZISTA CHE DIECI ANNI FA AD UTOYA UCCISE 69 RAGAZZI FERENDONE GRAVEMENTE MOLTI ALTRI, TRASCORRE LE SUE GIORNATE IN UN TRILOCALE CON PALESTRA, VIDEOGIOCHI E TV – IL FANATICO DI ESTREMA DESTRA È STATO CONDANNATO ALLA PENA MASSIMA CHE PERÒ IN NORVEGIA PREVEDE 21 ANNI DI CARCERE. NEL FRATTEMPO HA CAMBIATO NOME …

Gabriele Rosana per "il Messaggero"

 

breivik 9

"22 juli" in Norvegia è sinonimo di 11 settembre: il giorno che sconvolse uno dei Paesi in cima alla classifica globale per la qualità della vita, chiamato a fare i conti con i propri demoni. E con la più grande tragedia del secondo dopoguerra. È il primo pomeriggio del 22 luglio di 10 anni fa quando il fanatico di estrema destra Anders Behring Breivik, travestito da poliziotto, mette in atto una strage.

 

Prima fa esplodere un'autobomba artigianale di 950 chili davanti al palazzo del governo, uccidendo otto persone e colpendo le facciate di vari ministeri e anche la redazione del principale quotidiano del Paese. Poi, mentre Oslo è ancora incredula per l'accaduto, si dirige a 40 chilometri a nord-ovest della capitale, verso il lago Tyrifjorden.

 

breivik trilocale

È qui, sulla piccola isola di Utøya - dov' è come di consueto in corso il campo estivo della gioventù laburista - che completa il disegno criminale, due ore dopo l'inizio: apre il fuoco contro le centinaia di adolescenti presenti, ammazzandone 69, più o meno uno al minuto, prima di essere arrestato in flagranza dalla polizia. Durante il processo svelerà il movente di odio islamofobo: dirà di aver agito per punire i laburisti - all'epoca al potere con Jens Stoltenberg, oggi segretario generale della Nato -, responsabili di sostenere il multiculturalismo e di aver «aiutato i musulmani prendere il sopravvento».

breivik 8

 

Il bilancio totale della giornata del terrore fu di 77 vittime: domani la Norvegia si fermerà per onorarne la memoria e per riprendere in mano una drammatica pagina della sua storia recente. Molti sopravvissuti sono rimasti segnati dalle pesanti conseguenze dell'attacco - dalle ferite da arma da fuoco alla successiva mutilazioni degli arti - e da importanti traumi. C'è chi, ad esempio, ha ancora oggi paura di nuotare perché ricorda la disperata fuga dalla furia omicida nelle acque del lago.

 

IL CAMBIO DI NOME Breivik nel frattempo ha compiuto 42 anni, ha cambiato nome in Fjotolf Hansen, ma per tanti fra i sopravvissuti resta un innominato. È il terrorista. Tredici mesi dopo l'eccidio è stato condannato a 21 anni di carcere: la pena massima prevista dalla legge norvegese, suscettibile però di estensioni ulteriori.

 

Nella prigione di massima sicurezza di Skien, Breivik vive in regime di rigido isolamento: finora ha ricevuto solo la visita del cappellano e, prima che morisse, della madre. Ma il sistema penitenziario del Paese scandinavo non è tra i più duri al mondo, e lo stragista di Utøya trascorre le sue giornate un trilocale di oltre 30 metri quadrati con vista sull'esterno e accesso alla televisione, alla PlayStation, ma anche a palestra e computer, pur se senza connessione a Internet.

breivik 5

 

IL RICORSO Ciò non è bastato per evitare che Breivik facesse ricorso alla Corte europea dei diritti umani contro una detenzione «inumana e degradante»; azione prontamente rigettata dai giudici di Strasburgo. Tutt' altro che pentito, Breivik continua a far parlare di sé: dopo aver esibito il saluto romano in tribunale, più di recente l'estremista avrebbe scritto di proprio pugno a decine di editori e produttori cinematografici proponendo loro i diritti di un libro o di un film sulla sua vita, dallo stesso stimati secondo ricostruzioni di stampa - per un valore attorno agli 8 milioni di euro.

breivik 4

 

FERITE APERTE «Breivik è uno di noi», ricorda la reporter di guerra Åsne Seierstad, autrice di un bestseller sulla strage di Utøya, da cui Netflix ha tratto il film 22 luglio: in Norvegia, il processo collettivo per fare i conti con un atto terroristico alimentato dall'odio è ancora in corso.

 

A ricordarlo ci sono le cicatrici tuttora visibili nei luoghi in cui si svolse l'attacco: il quartiere governativo che porta ancora i segni della detonazione e, soprattutto, i fori di pallottola nei muri della caffetteria in legno all'interno della quale Breivik freddò molte delle sue vittime. Il ricordo e i simboli, però, rischiano di dividere la comunità. Gli abitanti delle zone attorno al lago si sono infatti rivolti alla giustizia: non vogliono davanti alle loro case un monumento che rievochi la sofferenza di quel giorni di 10 anni fa. Il progetto prevede 77 colonne di bronzo alte tre metri, ma - dopo lo stop al cantiere - non sarà inaugurato in occasione del decennale.

BREIVIK E LA MAGLIA LACOSTEbreivik 2

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...