GLI ANNI D’ORO DI SUA EMITTENZA - FABIO FAZIO SI PRESENTÒ CON UNA POTENTE RACCOMANDAZIONE (CRAXI?) MA IL CAV GLI DISSE NO – QUANDO SUGGERÌ LO SPOGLIARELLO DEI MASCHI A ‘COLPO GROSSO’

Fabrizio d'Esposito per il "Fatto quotidiano"

B. con il riporto. B. che suggerisce lo spogliarello dei maschi a "Colpo Grosso". E ancora: B. che respinge un Fazio ventenne, B. che canta col nome d'arte di Silvio Glori, B. che decide di fare politica già nel 1991 per difendere le sue tv. Contiene tante chicche il volumetto di Gigi Reggi intitolato "Io e Silvio, l'Uomo dal Sole in tasca". Direttore di "Playboy Italia", a Mediaset Reggi è stato "assistente di Berlusconi per i rapporti con le Stars" (qualifica ufficiale) e "capostruttura e direttore creativo delle tre reti".

Oggi, quasi ottantenne, ha messo insieme i suoi ricordi sul Cavaliere imprenditore, chiudendo con un rimpianto: perché Berlusconi non torna a occuparsi delle sue televisioni? "Annulleresti il clima di rassegnazione che aleggia ovunque. E penso, che lo stesso Piersilvio (che tu chiami sempre Dudi) e Marina e gli altri figli, ti sarebbero riconoscenti. Noi siamo qui. E da noi scissioni non ne avrai mai".
Tre lustri con il Berlusconi che fa tv, dall'inizio degli Ottanta fino al 1994. I ricordi di Gigi Reggi iniziano con Fabio Fazio, nella storica sede di Fininvest in via Rovani a Milano.

CHI RACCOMANDÃ’ FAZIO?
"In via Rovani venivo chiamato spesso da Berlusconi perché ci teneva a non essere solo quando incontrava qualcuno che non lo convinceva appieno. Questo successe anche quando arrivò un ventenne Fabio Fazio, con maturità classica e imitatore alle prime armi. Si era presentato con due lugubri signori vestiti di blu, silenziosi e inquietanti. Uno dei due, forte di avere alle spalle il solito politico che allora incombeva su tutte le tv, chiese senza tanti preamboli un ruolo da conduttore di prima serata su Canale 5 per il ragazzo. Berlusconi si sentiva in imbarazzo più per il mandante ministeriale, ma rispose che affidargli un ruolo importante era prematuro".

RICATTO A VERONICA
"Questa confidenza che avevo col Dottore mi portava anche a essere coinvolto in manfrine che avrei evitato volentieri. Un giorno telefonai alla insostituibile Marinella e dissi: ‘Un produttore romano sarebbe interessato a offrire un ruolo in un film alla signora Veronica (Lario... ma che lo dico a fare?). Lo puoi dire al Dottore?'. E invece Marinella mi passò proprio Donna Veronica: ‘Ci penserò. Mi dia qualche ora di tempo'. Pochi minuti dopo mi chiamò Berlusconi furente: ‘Bell'affare se anche i miei stretti collaboratori remano contro. E sappia, quella bella ragazza, che se non è d'accordo può fare le valigie e andarsene'".

IL SENO INVADENTE
Reggi descrive un pomeriggio movimentato nel parco di Arcore: "Nel prato chiacchieravano due ragazze carine e sveglie che avrebbero fatto una bella carriera: Susanna Messaggio e Licia Colò. Silvio si avvicinò per chiedermi di loro e io, fraintendendo, risposi che erano entrambe ottime professioniste e... sentimentalmente già sistemate. Lui, seppur storcendo il naso, disse semplicemente ‘bene' e mi chiese invece chi fosse la ragazza dal seno invadente languidamente in posa accanto a un ombrellone: ‘Si chiama Sonia Grey, si è fatta notare in un programma con Gianni Ippoliti su Rai 3, presto lavorerà con me su Italia Uno'".

L'UMILIAZIONE
Ad Arcore, il venerdì pomeriggio, si tenevano le riunioni del Comitato Programmi. Tanti i personaggi: da Gori alla Ruffini, da Galliani a Paolini. Scrive Reggi: "Ho ben presente la pesantezza nel cuore con cui una volta Silvio ci disse: ‘Non potete nemmeno immaginare quanto sia umiliante riuscire a conservare il lavoro a tutti i miei dipendenti davanti al potere di Montecitorio'".

IN CAMPO PER IL BISCIONE
Persa la protezione politica di Craxi, quando la Prima Repubblica inizia a vacillare, B. decide di entrare in politica con l'esclusivo interesse di salvare le sue aziende. Un collaboratore come Reggi lo ammette senza remore: "Questo è il Berlusconi che conoscevo io prima di essere costretto a scendere in politica per salvare la sua azienda e tutti noi che lavoravamo per lui, qualche decina di migliaia di fedeli ammiratori, compresi i battaglieri tecnici della Cgil". Un'altra conferma arriva dalla testimonianza di Claudio Lippi, raccolta dallo stesso Reggi. Lippi ricorda un colloquio con B.: "L'ultima volta lo incontrai in Sardegna nel '92, a Porto Rotondo, e mi parlò delle difficoltà e dei problemi legati al futuro dell'azienda. ‘Devo scendere in campo' mi disse".

QUEL PROVINO PERSO
"L'idea di un sexy-show in tv era venuta a Pino Callà, fotografo, produttore, regista televisivo e tante altre cose. Un tipo speciale, pieno di idee innovative. Un eclettico puro al quale si devono tante cose ma nessuno lo sa. La prima idea, ad esempio, fu quella di realizzare in Italia i videoclip di cantanti. Nel suo magazzino ne ha centinaia, di tutte le star nazionali e non, oltre a sconosciuti come tale Silvio Glori, nome d'arte del giovanissimo rampante e spensierato Silvio Berlusconi".

"FATE SPOGLIARE I MASCHI"
Per Colpo Grosso, storico programma condotto da Smaila, Berlusconi curava ogni dettaglio. Dai provini delle ragazze alla scenografia: "La genialata voluta da Silvio fu quella di pretendere, nelle prime edizioni, lo strip delle donne ma anche degli uomini. Era rivoluzionaria la presenza dei maschi. Questo accontentava tutti, permetteva di guardare il programma sia ai mariti che alle mogli".

TERRORE DA CADUTA
Reggi fu anche testimone di uno dei maggiori drammi di B.: la caduta dei capelli. B. lo risolse col riporto, "quella specie di ciuffo che nasce su una tempia e ricade, inanimato, sull'altra", ma il fedele assistente corse ai ripari: "Un giorno incontrai casualmente Diego Dalla Palma, il visagista delle stelle. Gli accennai il problema di Silvio e gli chiesi un soccorso. Diego fu gentile e mi disse ‘portami da lui e vedrai che lo convinciamo a eliminare il riporto'. Ad Arcore Diego riuscì a fare il miracolo davanti a un Berlusconi con la prevedibile faccia ‘perché non c'ho pensato io'. Gli disse: ‘Dottore, perché non prova a tenere i capelli all'indietro? Le allungherebbero l'ovale del viso'. ‘Ha ragione'".

"PASSIONCELLA PER TE"
Ecco la scena di una delle tante conquiste femminili di B., la showgirl Fabrizia Carminati: "Va incontro alla Carminati: ‘Fabrizia ancora qui?' le disse ad alta voce, ‘ma quanto tempo devo pagare una mia passioncella per te?'. Parecchi anni dopo, nel 2007, Fabrizia avrebbe confessato alla stampa di aver avuto un flirt con Berlusconi".

I FREGASHOW DEI BOIARDI
Alla fine, Reggi rinfaccia al B. politico di essere stato inerme di fronte alla deriva di Mediaset: "Non sono affari miei, e non voglio che lo siano, ma tra una festicciola e l'altra poteva buttare un'occhiata sulle spese spropositate di certi megashow, anzi Fregashow che hanno contribuito a non poche case di vacanza di certi boiardi con le mani sui conti. Anche se ufficialmente non era più coinvolto attivamente nella sua azienda tv, non poteva non sapere".

 

un giovane berlusconi Berlusconi SilvioMike Bongiorno e SIlvio Berlusconi negli anni 80taglioAlta x FABIO FAZIO E ENRICO LETTA veronica lario hot veronica lario Sonia Greyfiorella pierobon bongiorno fabrizia carminatiGigi Reggi CLAUDIO LIPPI ELISA ISOARDI

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…