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BRACCIANTI RUBATI ALLA SINISTRA – SALVINI SI BUTTA SUI LAVORATORI SFRUTTATI DI FOGGIA E CONQUISTA PERSINO GAD LERNER – NEL GIORNO IN CUI AL SENATO SI APPROVA IL DECRETO DIGNITÀ, CONTESTATO DALLA BASE LEGHISTA, IL MINISTRO EVITA LA PHOTO OPPORTUNITY GRILLINA E SI PRENDE LA SCENA IN PUGLIA: “SVUOTEREMO I GHETTI. MI BATTO PERCHÉ L’IMMIGRAZIONE SIA CONTROLLATA ANCHE PER VOI”. E LORO: “HAI RAGIONE”

 

1 – IL GOVERNO VUOLE SVUOTARE I GHETTI: «CONTRO SCHIAVISTI E CLANDESTINI»

Michelangelo Borrillo per il “Corriere della Sera”

 

salvini incontra i braccianti a foggia 5

«Sfruttamento», per Giuseppe Conte. «Mafia», per Matteo Salvini. Sia il presidente del Consiglio che il vicepremier - entrambi ieri a Foggia dopo la morte di 16 braccianti agricoli stranieri in due incidenti stradali in 48 ore - non usano mezzi termini.

 

Il caporalato, evidentemente, va chiamato per quello che è. Sfumature diverse nelle definizioni, ma anche nelle modalità con cui la piaga dei campi va combattuta. Il punto di partenza è lo stesso, per entrambi: la legge contro il caporalato, la numero 199 del 2016, che però per il premier Conte va «integrata» e per il suo vice Salvini «può e deve essere aggiornata». Almeno, non va cancellata, come una Tav o un Tap.

 

braccianti morti foggia 7

Ma all' opposizione non basta, forse perché non è chiaro in che direzione debbano andare i cambiamenti: «La legge che abbiamo fatto - spiega il segretario del Pd, Maurizio Martina, primo firmatario della normativa e anch' egli ieri a Foggia - non va cambiata, va applicata.

 

GIUSEPPE CONTE A FOGGIA

Gli strumenti per la repressione ci sono, quelli per la prevenzione vanno rafforzati subito: priorità assoluta va data a trasporti legali e sicuri, alloggi e giusti compensi». E anche questo sarebbe un cambiamento, vista la situazione attuale. Proprio le modalità di trasporto, del resto, saranno al centro degli interventi annunciati dal governo che punta, come ha sottolineato Conte all' uscita dalla prefettura di Foggia, a «rafforzare i controlli», ma soprattutto a «incentivare gli imprenditori con meccanismi» premiali che li portino a «rinunciare a un pezzo di lucro per favorire condizioni lavorative nel rispetto della dignità».

 

braccianti morti foggia 6

Al termine del comitato per l' ordine e la sicurezza, Salvini ha invece annunciato che «si proverà ad aumentare l' organico sia della Procura di Foggia, che sta lavorando su un territorio sconfinato, sia quello delle forze dell' ordine», ma la missione più urgente «è sgomberare i ghetti» e usare «tutte le armi legalmente concesse» per la «lotta allo schiavismo, allo sfruttamento e alla immigrazione clandestina».

 

salvini incontra i braccianti a foggia 3

In questo gli darà una mano il collega vicepremier Luigi Di Maio, che ha annunciato «un concorso straordinario per gli ispettori del lavoro». E in provincia di Foggia le cose da fare sono tante: secondo la Uila Puglia, su 27 mila imprese agricole solo 80 sono iscritte alla rete agricola di qualità.

 

Per ora si sono mossi i migranti: ieri sera hanno sfilato per le vie del centro di Foggia urlando in corteo «basta uccidere la nostra gente». Oggi lo faranno i sindacati.

 

 

2 – DALLA RUSPA ALLA «SOLIDARIETÀ ATTIVA» I DUE VOLTI DELLA STRATEGIA GIALLO-VERDE

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

salvini incontra i braccianti a foggia 4

Matteo Salvini abbraccia i braccianti neri. Loro abbracciano lui. Si scambiano i numeri di telefono. Mbaye Ndiaye, un ragazzone alto e grosso, presidente della Cooperativa Africa Giuseppe Di Vittorio, braccianti neri che non ne possono più di morire di schiavitù nel foggiano per 12 ore di lavoro a 2 euro e mezzo sotto il sole, dice al ministro: «Matteo, salvaci dai ghetti della morte, liberaci dalle mani dei caporali». Salvini gli risponde: «Lo faccio, la mafia che colpisce gli italiani è la mafia che perseguita anche voi e io da ministro voglio distruggere la mafia».

 

braccianti morti foggia 4

Loro sorridono. Lui pure. Ma non era uno spietato cattivista il leader del Carroccio, non viene dipinto addirittura come razzista dalla propaganda buonista e multiculturalista? «Guardate», spiega Salvini a Mbaye e agli altri amici degli africani uccisi l' altro giorno dal bracciantato poi inumano: «Io mi batto perché l' immigrazione sia controllata e regolata e lo faccio anche per voi. Meno gente arriva clandestinamente in Italia e meno la mafia dei campi e la persecuzione degli aguzzini può rendervi schiavi». Mbaye, nella sala della Prefettura, gli sorride e gli dice: «Hai ragione».

 

braccianti morti foggia 2

La calata del governo - a cominciare da Conte, che qui è nato e «a questa terra mi sento legato più che a ogni altra» - nell' inferno del foggiano dove uomini e caporali ingaggiano il loro corpo corpo, e finora hanno vinto i secondi, è il segno di un cambio di registro.

 

SOLIDARIETÀ ATTIVA

GIUSEPPE CONTE A FOGGIA 1

Quello dell' esecutivo giallo-verde che pur continuando a mostrare la faccia feroce contro l' illegalità e l' immigrazione cattiva - Salvini sempre ieri ha twittato tutta la sua soddisfazione per la cattura degli spacciatori africani a Gallipoli - ha deciso di coniugare a questo format quello dell' umanità, della solidarietà attiva, cioè interventi di polizia, verso i neri, ma se fossero gialli o bianchi sarebbe lo stesso, ridotti alla servitù nei campi e alla sopravvivenza, quando va bene, nei ghetti allestiti dalla cosiddetta quarta mafia, quella del pomodoro.

salvini incontra i braccianti a foggia 1

 

Le ruspe contro i campi rom, certo. Ma anche la liberazione degli uomini dalle mani dei kapò (lo chiamano pure così) e dalla disperazione delle baraccopoli come quella di Poggio Imperiale dove vivevano le 16 vittime degli incidenti di queste settimane.

 

salvini incontra i braccianti a foggia 2

Salvini bifronte, insomma. Conte pure, ma in questo il premier stupisce meno del ministro, considerando il suo profilo non muscolarmente marcato come quello dell' altro. I due comunque separatamente si presentano a Foggia, non vogliono rubarsi la scena a vicenda e Conte nella sua terra - è nato a 50 chilometri da Foggia - insiste sulla dignità, quella dell' omonimo decreto e quella del lavoro dei neri nei campi, come due parti dello stesso discorso.

 

braccianti

Che egli fa risalire, da conterraneo a conterraneo, alla grande lezione civile di Giuseppe Di Vittorio, il mitico leader sindacale di Cerignola che così entra nel pantheon dei penta-leghisti.

Matteo sembra un altro Matteo anche se lui nega: «Io resto quello dell' ordine e del rigore.

 

La mafia è mafia, bianchi e neri, cinesi e eskimesi e chiunque vive in Italia deve unirsi per strapparla via insieme a noi». E magari è ipocrisia, ma non sembra, quella del governo che mostra il suo volto umanitario e dichiara guerra a chi fa guerra agli stranieri schiavizzati in nome di una italianissima avidità delinquenziale, sicuramente però si sta registrando una inversione di tendenza. Che Salvini riassume così: «Ma come ve lo devo dire che io non sono affatto una persona spietata e cerco soltanto di essere giusto?».

 

3 – MATTEO SALVINI, UN TRIONFO: ANCHE GAD LERNER GLI FA I COMPLIMENTI, COME LO HA COSTRETTO ALLA RESA

Da www.liberoquotidiano.it

 

GAD LERNER SI COMPLIMENTA CON SALVINI

A Foggia, Matteo Salvini ha incontrato una delegazione di braccianti agricoli. Sui social, il ministro ha spiegato: "Mi hanno detto che rifiutano il caporalato e che vogliono lavorare nella legalità". Dunque, ha aggiunto: "Difendere gli agricoltori italiani dalla concorrenza sleale straniera, proteggere i lavoratori, aggredire i patrimoni dei mafiosi che sfruttano l'immigrazione clandestina e aggiornare la legge sul caporalato, solo così possiamo permettere agli agricoltori per bene di lavorare legalmente".

GAD LERNER COL ROLEX

 

Un piano inappuntabile. Tanto che, incredibile ma vero, anche Gad Lerner, su Twitter, si toglie il metaforico cappello. Con il consueto snobismo, ha infatti cinguettato: "Credo dipenda solo da un mero calcolo delle probabilità ma oggi a Foggia Matteo Salvini ne ha fatta una giusta". Un trionfo, per il leghista: anche Lerner si inchina.

GAD LERNER LA DIFESA DELLA RAZZA

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