il partito radicale

RADICALI LIBERI – DAL DIVORZIO ALL’ABORTO: UN LIBRO DI GIANFRANCO SPADACCIA RIPERCORRE LE BATTAGLIE PER I DIRITTI CIVILI DI PANNELLA E COMPAGNI – “CE TOCCA VINCE PURE PE' STI STRONZI”, SCRISSE MAURIZIO FERRARA AL TEMPO DEL REFERENDUM SUL DIVORZIO IN UN SONETTO DEDICATO A PAOLO BUFALINI, IL DIRIGENTE COMUNISTA CHE… - E POI SCIASCIA, TORTORA, CICCIOLINA IN PARLAMENTO, LA LOTTA PER LA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE

Marcello Sorgi per “La Stampa”

 

partito radicale

Dici: radicali. E subito ti viene da pensare a Marco Pannella, il padre padrone, scomparso 5 anni fa, del piccolo partito che ha rivoluzionato la politica italiana. Divorzio, aborto, antimilitarismo, legalizzazione delle droghe leggere, umanizzazione delle carceri, lotta alla fame nel mondo, no al fermo di polizia: non basterebbe una pagina intera per ricordare tutte le battaglie in difesa dei diritti civili.

 

Mancava, in effetti, una storia degli oltre sessant' anni del Partito radicale. E ora che Gianfranco Spadaccia ne pubblica una monumentale (Il partito radicale, Sellerio), la sorpresa è il malcelato tentativo di non ridurre tutto a una «Pannelleide». Non per lasciare in ombra Marco, ci mancherebbe.

 

Ma l'obiettivo - assolutamente centrato - è rileggere la vicenda come tentativo di rompere la tenaglia conservatrice dei partiti tradizionali, in un momento in cui premeva il desiderio di cambiamento della società e una politica sorda, prigioniera dei propri schemi, al contrario frenava.

 

SPADACCIA BONINO

A dicembre 1955 la nascita di quello che Paolo Mieli ha definito «l'unico partito liberale popolare e non elitario» si deve a un gruppo composto da tre ceppi: gli azionisti Valiani e Parri (presidente del Consiglio di uno dei primi governi post-fascisti), il gruppo della sinistra liberale, raccolto attorno al Mondo di Pannunzio, e i giovani provenienti dalle organizzazioni universitarie Ugi e Unuri, tra cui Pannella e, a diverso titolo, Craxi e Occhetto.

 

Costruire un'alternativa laica e di sinistra, mandare all'opposizione la Dc, l'eterno e inamovibile partito di governo. E realizzarla, quest' alternativa, a partire proprio dalla modernizzazione del Paese e dalla piena attuazione della Costituzione, contro ogni resistenza e conservatorismo: questa, spiega Spadaccia, è sempre stata la strategia del Pr. Sembra utopia. I radicali, già nel '65, convocano un convegno a Roma per confrontarsi con tutta la sinistra sul divorzio e sull'ipotesi di usare lo scioglimento legale del matrimonio come grimaldello per creare le basi dell'alternativa.

 

partito radicale

Ma il primo «no», il più pesante, viene dal Pci, preoccupato di guastare i rapporti con i cattolici e con il Vaticano. Eppure, solo 5 anni dopo, la legge sul divorzio sarà approvata in Parlamento con i voti di un largo fronte (Pri, Psdi, Psi, Pli e Pci), e la Dc e i neofascisti del Msi all'opposizione. Lo stesso schieramento, con l'inatteso aiuto dei «cattolici del No» e il mal di pancia dei comunisti, che avrebbero preferito evitare il referendum, otterrà la vittoria il 13 maggio 1974.

 

È un'incredibile svolta, destinata a entrare nella storia. E a realizzare per la prima volta nelle urne il sogno della Dc in minoranza. L'uomo che sale sul palco di piazza Navona - dove a suonare e a cantare per il divorzio si sono avvicendati Guccini, Dalla, Venditti, De Gregori, Bennato, Battiato, Sorrenti, in una kermesse che anticipa l'impegno delle grandi star al fianco dei leader democratici di tutto il mondo - è l'ombra di sé stesso.

pannella berlusconi

 

Pannella si è autoimposto un digiuno di protesta contro il diritto negato - e più tardi simboleggiato dall'apparizione in video imbavagliato - di poter avere accesso alla Rai. A malapena si regge in piedi, dopo 42 giorni senza cibo. Ha appena fiato per dire, citando Rimbaud, che il gusto della politica sta «in un ragionevole sconvolgimento di tutti i sensi». Impiegherà settimane a riprendersi, mentre gli bolle già in testa la successiva campagna per gli otto referendum. In piazza, ma con minor entusiasmo, festeggia anche il Pci.

maurizio ferrara

 

«Ce tocca vince pure pe' sti stronzi», scrive Maurizio Ferrara in un sonetto dedicato a Paolo Bufalini, il dirigente comunista che fino all'ultimo, invano, in Vaticano, ha cercato un compromesso con i cardinali per evitare il voto.

 

Le nuove consultazioni sono, da un lato, la logica prosecuzione del riconoscimento laico di diritti civili da conquistare, l'aborto e l'abolizione del Concordato tra Stato e Chiesa. Ma c'è anche la materia, resa incandescente dallo scandalo dei contributi occulti dei petrolieri, del finanziamento dei partiti; l'abolizione della Commissione Inquirente (in realtà uno schermo per processi solo politici a membri del governo) e della legge Reale che inasprisce il fermo di polizia, limitando le garanzie per gli imputati; la legalizzazione delle droghe leggere.

PANNELLA ALDA D EUSANIO

 

 I radicali, nel frattempo sono entrati in Parlamento: Pannella Mellini, Adele Faccio e Emma Bonino i primi deputati, record di ostruzionismo con interventi che durano giorni e notti intere, si presentano alle celebrazioni del trentennale della Costituzione. E sotto gli occhi sbigottiti di Moro e Berlinguer srotolano uno striscione: «La celebrate, ma l'avete tradita». Nel fuoco del durissimo scontro sull'aborto viene organizzato a Firenze un ambulatorio in cui, in aperta disobbedienza civile, si praticano interruzioni di gravidanza al prezzo politico di centomila lire. Spadaccia, Faccio, Bonino e il medico Conciani, che pratica materialmente gli interventi, finiscono in galera.

 

Poco dopo anche Pannella si farà arrestare per aver fumato in pubblico marijuana. Nell'81 un nuovo referendum confermerà per sempre l'introduzione del diritto all'aborto. Così, andando avanti, e passando per lo straordinario arruolamento di Leonardo Sciascia nelle file radicali, si arriva ai tempi nostri. All'epoca del maggioritario, la realizzazione definitiva della logica radicale dell'alternativa. Ai tormentati (e viziati dal narcisismo quasi patologico che si portano dietro dall'epoca universitaria) rapporti di Pannella con Craxi e con Occhetto. Fino ai giorni attuali dei populisti e della morte annunciata della politica.

 

CICCIOLINA PANNELLAPANNELLA 29

Spadaccia, ragionando sulla capacità dei radicali di affermarsi e aver ragione, nella Repubblica dei partiti e del conservatorismo italiano, si chiede cosa gli abbia impedito, oggi, di imporsi sul populismo: «Forse è perché non siamo mai stati sfascisti», si risponde. Nel termine, che mette insieme «sfascio» con «fascisti» forse è racchiuso il senso di tutta questa storia.

radio radicale 8maurizio turco segretario del partito radicale foto di bacco (3)radio radicale 7PANNELLA 19MARCO PANNELLA DANIELE CAPEZZONEEMMA BONINO MARCO PANNELLA DANIELE CAPEZZONEDANIELE CAPEZZONE MARCO PANNELLA MARCO CAPPATOmarco pannella daniele capezzonepannella rossanda negrifeltri pannellaCONGRESSO PARTITO RADICALE REBIBBIA 2ASTA RADICALEpannellamarco pannella daniele capezzone 1feltri pannellaPANNELLA D EUSANIO 9marco pannella nella sede del partito radicale con il commissario ennio de francesco 2 luglio 1975marco pannellareferendum divorzio pannellaASTA RADICALEpannella teodori negricicciolina marco pannellarutelli pannella rutelli pannellacicciolina natascha kinsky e marco pannellamarco pannella mauro mellinipannella boninomarco pannella ph adolfo franzo'ASTA RADICALEpannella battaglieMARCO PANNELLA RADIO RADICALEPANNELLA 4PANNELLA PAPA FRANCESCOEMMA BONINO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)