"AD ALFANO HO ASSUNTO IL FRATELLO ALLE POSTE. GLI HO FATTO AVERE 160 MILA EURO” - LO RACCONTA RAFFAELE PIZZA A DAVIDE TEDESCO LAMENTANDOSI DELLE PRETESE DEL FRATELLO DEL MINISTRO: “ANGELINO E’ PERBENE, E’ UN AMICO, SE GLI POSSO DARE UNA MANO...”

1 - I RAPPORTI POLITICI E LE NOMINE PILOTATE «AD ANGELINO HO ASSUNTO IL FRATELLO ALLE POSTE»

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

GIUSEPPE PIZZAGIUSEPPE PIZZA

Erano così potenti da poter fare favori anche al ministro dell' Interno, Angelino Alfano. Così influenti da riuscire a far assumere il fratello in una società delle Poste. Lo racconta Raffaele Pizza a Davide Tedesco, collaboratore dello stesso responsabile del Viminale. E tanto basta per scatenare una bufera che mette a rischio il governo, a due mesi dall' indagine che ha costretto alle dimissioni il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi.

 

GLI HO FATTO AVERE 160 MILA EURO

alfano alfano

È il 9 gennaio 2015. Pizza si lamenta con Tedesco delle pretese del fratello del ministro e afferma: «Angelino lo considero una persona perbene, un amico. Se gli posso dare una mano...». Tedesco: «Una scheggia che non, hai detto bene tu l' altra volta... Non è gestibile». Pizza: «Cioè ma Angelino che è intelligente ha capito... Tu devi sapere che lui va dicendo ... Lui come massimo poteva avere 170 mila euro, io gli ho fatto avere 160 mila... Tant' è che Sarmi stesso gliel' ha detto ad Angelino "io ho tolto 10 mila euro d' accordo con Lino (Pizza ndr) per evitare"... "No no ha fatto benissimo" e lui adesso va dicendo che la colpa è mia che l' ho fottuto che non gli ho fatto dare i 170 mila euro. Cioè gliel' ho pure spiegato poi ti facciamo recuperare...».

ANTONIO MAROTTAANTONIO MAROTTA

 

Tedesco: «Ma non lo dice come è entrato lì il "sistema" per gestire gli appalti». Il «sistema» lo racconta bene Stefano Orsini che si spaccia per commercialista e gestisce le aziende che devono ottenere gli appalti. Lui pensa a creare i «fondi neri» con le false fatturazioni, dei rapporti con i politici e con le «altissime cariche istituzionali» citate dal giudice si occupa invece Raffaele Pizza.

AGOSTINO RAGOSAAGOSTINO RAGOSA

 

Perché - è questo il nodo cruciale dell' inchiesta - «è capace di favorire la nomina, ai vertici degli enti e delle società pubbliche, di persone a lui vicine, così acquisendo ragioni di credito nei confronti di queste che, dovendo successivamente essergli riconoscenti, risulteranno permeabili ai suoi metodi di illecita interferenza nelle decisioni concernenti il conferimento di appalti pubblici e attività connesse». Hanno tentacoli ovunque, si muovono tra le Poste e l' Inps, tra i ministeri e l' Agenzia delle Entrate.

 

Elargiscono «mazzette» milionarie, ma anche «capi di abbigliamento griffati "Armani", buoni carburante, pranzi in vari ristoranti della capitale». Raccontano di avere «ottimi rapporti» con manager di primo livello come Massimo Sarmi per arrivare fino a Tito Boeri e Agostino Ragosa dell' Agenda digitale (fino al 2014 ndr) «che ho portato ad Arcore». Hanno pagato viaggi da 15 mila euro a Malta e Tripoli a Marcello Dell' Utri nel 2010. Intercettazioni e verifiche del Nucleo valutario della Guardia di Finanza, guidato dal generale Giuseppe Bottillo, forniscono il quadro dell' indagine.

ANTONIO MAROTTAANTONIO MAROTTA

 

«PARLO IO CON SARMI PER BOERI»

Qualche mese prima, il 20 gennaio 2015, Pizza parla con l' imprenditore Roberto Boggio del rinnovo del servizio del call center Inps. Annota il giudice: «Nel corso di questa conversazione Pizza tranquillizzava Boggio circa il positivo esito anche della proroga, facendogli intendere di poter influire favorevolmente in ordine alla decisione grazie alle sue altolocate conoscenze nell' ambiente, citando espressamente Sarmi come persona in grado di "arrivare" a Boeri, attuale direttore dell' Inps».

 

Boggio: «Ho sentito Boeri, era un...». Pizza: «Boeri ci penso io quand' è il momento, è amico di... ma siamo a livelli altissimi... con Sarmi se gli dico una cosa la fa... capito, non rompesse il c... quand' è il momento, io sono in grado di intervenire, amico amico suo proprio... è anche una persona di grandi qualità».

 

VITTORIO CRECCOVITTORIO CRECCO

LA VISITA AD ARCORE PER LA NOMINA

Tra gli indagati c' è l' ex direttore generale dell' Inps, Vittorio Crecco, destinatario secondo l' accusa di mazzette da decine di migliaia di euro. Racconta Pizza il 15 marzo 2015: «Io sono un grande amico del Senatore Bonferroni e lui mi ruppe i c... e dice, dobbiamo andare ad Arcore, ti devo presentare il Cavaliere perché il Cavaliere deve fare una grande cosa, aprire i call center... io gli dissi, ok ci vengo e ci portai Agostino Ragosa... che poi è diventato direttore generale dell' Agenda digitale e prima era responsabile grazie a me della parte informatica delle Poste... e Vittorio Crecco... che era responsabile dell' informatica dell' Inps ok? Vi sto raccontando la storia... sei mesi prima andiamo ad Arcore, Vittorio Crecco che è un genio assoluto, è inversamente proporzionale alla sua altezza, dice al Cavaliere di dare un milione ai pensionati e gli fece tutta l' operazione 7-8 mesi prima ancora che le elezioni ci furono qui... questo è impazzito».

 

MASSIMO SARMI MASSIMO SARMI

2 - L' IMBARAZZO DI NCD LO SCONTRO CON CHI PREPARA IL RITORNO IN FORZA ITALIA

Giuseppe Esposito per il “Corriere della Sera”

 

La lunga giornata nera dell' Ncd è iniziata ieri mattina all' alba quando fra le carte dell' indagine «Labirinto» della Procura di Roma - un' inchiesta per tangenti, corruzione e riciclaggio - è apparso il nome di un parlamentare del partito di Angelino Alfano: Antonio Marotta, penalista e deputato alla seconda legislatura, distintosi per le sue battaglie a difesa dell' immunità parlamentare. Per tutto il giorno in Transatlantico i pochi presenti fra le truppe di Alfano tacciono. Dopo ore è il ministro dell' Interno a difenderlo: «Siamo convinti che riuscirà a dimostrare la sua assoluta estraneità alla vicenda».

 

maurizio lupi maurizio lupi

In serata emerge che è il nome dello stesso titolare del Viminale a essere finito nelle intercettazioni. L' indagine lascia il segno in Ncd perché arriva nel giorno in cui si è riunita la direzione del partito nella nuova sede in centro a Roma. Ufficialmente un caminetto «burocratico». Con all' ordine del giorno «l' approvazione del rendiconto 2015». In realtà, assicura Alfano, «da oggi comincia un giro di incontri e di consultazioni all' interno del nostro movimento politico. Domani (oggi per chi legge ndr ) riuniremo il gruppo del Senato e nei prossimi giorni il gruppo alla Camera».

 

FORMIGONIFORMIGONI

Improvvisamente tutti i nodi sono venuti al pettine. Ncd è sempre di più un partito diviso tra chi caldeggia il ritorno nel perimetro del centrodestra classico, sul modello della candidatura di Stefano Parisi a Milano. E chi, come lo stesso Alfano e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, evoca un nuovo soggetto politico che riaggreghi i moderati e si collochi al centro dello scacchiere politico.

 

Un «quarto polo» che potrebbe chiamarsi «Unione popolare», o «Patto dei moderati». Tuttavia la strada che intende intraprendere Alfano all' indomani del referendum costituzionale non viene digerita dalla maggioranza del gruppo e dai quadri locali. Non a caso nei giorni scorsi, in una intervista a la Stampa Maurizio Lupi, attuale capogruppo di Area popolare a Montecitorio, ha sottolineato come «un' alternativa liberal popolare a Renzi faccia il bene della democrazia italiana e dello stesso Renzi».

beatrice lorenzinbeatrice lorenzin

 

Alla direzione di Ndc non si consuma alcuno strappo. Tutto rinviato a oggi quando si terrà l'incontro fra Alfano e i senatori. Lì infatti più di uno sostiene che il gruppo stia «esplodendo». In tanti hanno preparato le valigie per tornare con Berlusconi preoccupati che con l' Italicum Ncd «riuscirà a eleggere soltanto 15 parlamentari». Roberto Formigoni, che ha disertato la direzione, farà conoscere il suo pensiero alle 20 di stasera.

 

Qualche giorno fa sul Corriere si era espresso in questi termini: «Credo che il tempo del Ncd al governo sia finito. Oggi, non in ottobre. Spero che anche Alfano se ne convinca». «Noi non siamo nel posto sbagliato - ha replicato ieri il ministro -. Al governo, in questi due anni e otto mesi, abbiamo fatto tante cose». Assenti ieri Maurizio Sacconi e Renato Schifani, entrambi sul fronte opposto.

 

Il Senatore Antonio Azzollini Il Senatore Antonio Azzollini

Secondo i bene informati, da tempo Schifani si muove dietro le quinte. E stasera al Senato potrebbe dire che bisogna tornare con Forza Italia con cui non ha mai interrotto i rapporti, e di cui osserva con interesse «l' esperienza rinnovatrice». Una novità che in poche settimane potrebbe favorire il «ritorno» in «azzurro» di senatori di peso, forse lo stesso Schifani, Giuseppe Esposito, Antonio Azzollini e Guido Viceconte.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…