virginia raggi

RAGGI CALANTI SUL CAMPIDOGLIO – AGLI STATI GENERALI DEL M5S IL GRANDE GELO SULLA SINDACA: IL VIA LIBERA AL BIS NON ARRIVA - DI MAIO HA SOTTOLINEATO “IL DOVERE A ROMA DI COSTRUIRE UNA COALIZIONE” CON IL PD CHE SULL'ATTUALE INQUILINA DEL CAMPIDOGLIO CONTINUA A PORRE UN VETO. LA RAGGI (GUARITA DAL COVID) PAGA ANCHE IL FATTO DI ESSERE STATA TRA I POCHI GRILLINI AD APPOGGIARE (SULLA LINEA DI CASALEGGIO E DI BATTISTA) L'IPOTESI DI UNA LEADERSHIP UNICA DEL M5S…

Francesco Pacifico per “il Messaggero”

 

di maio raggi

Si è parlato tanto di sindaci agli Stati generali dei 5Stelle e poco, pochissimo del sindaco grillino per eccellenza, Virginia Raggi. Dalla due giorni che ha ridisegnato gli schemi e gli equilibri del Movimento non è arrivata la definitiva benedizione alla ricandidatura dell' attuale primo cittadino di Roma.

 

Messa, invece, in dubbio in più occasioni anche dal leader maximo Luigi Di Maio. Il quale, soltanto il 2 novembre scorso, ha sottolineato «il dovere anche a Roma di costruire una coalizione» con il Pd. Che sull' attuale inquilina del Campidoglio continua a porre un veto.

 

QUADRATO Per la cronaca Raggi - che sempre ieri ha comunicato via social di essere guarita dal Covid e che già da oggi tornerà a lavorare in Campidoglio - ha incassato agli Stati generali soltanto il sostegno del viceministro allo Sviluppo, Stefano Buffagni («Dobbiamo fare quadrato intorno a lei»). Mentre dell' amministrazione capitolina ha parlato di fatto soltanto il consigliere romano Paolo Ferrara.

LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI

 

Nessuna citazione e nessun riferimento da Di Maio, dal traghettatore Vito Crimi, dai parlamentari romani e neppure da Alessandro Di Battista, che la sindaca considera un suo alleato naturale. Il tutto nella giornata in cui il ministro degli Esteri ha parlato della necessità a livello locale di «alleanze programmatiche» decise dai territori, lo stesso Crimi ha sdoganato il superamento del vincolo del secondo mandato soltanto nei consigli comunali e nel documento programmatico che verrà fuori dalla due giorni sarà messa nero su bianco l' importanza dei sindaci.

 

LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI

FREDDEZZA Dai vertici nazionali del Movimento confermano ufficiosamente la freddezza verso la Raggi, rea anche di essere stata tra i pochi esponenti di primo piano ad appoggiare - sulla linea di Casaleggio jr e di Di Battista - l' ipotesi di una leadership unica dei M5S, mentre ieri è stata benedetta la guida collegiale.

 

Anche per questo si spiega l' assenza della sindaca agli Stati generali, dove a nome dei grillini del Campidoglio ha parlato Ferrara, consigliere campione di voti a Ostia e molto seguito sui social. Il quale - tra la necessità di guardare a politiche di largo respiro e quella di accelerare sull' ambiente - ha scandito durante il suo intervento:

 

raggi di battista

«Faccio parte di un' amministrazione dove il sindaco di Roma ha dovuto subire attacchi incredibili e nonostante questo ha fatto ripartire la macchina amministrativa che era impantanata». Anche l' appoggio di Buffagni, spiegano dai vertici M5S, ha meno effetti di quanto si possa pensare sulla corsa al Campidoglio. Il viceministro, dopo aver chiesto alla platea (da remoto) di fare quadrato intorno a lei, ha ricordato che «è stata Virginia Raggi a buttare giù con la ruspa le casa dei Casamonica, non quel fenomeno con la felpa (Salvini, ndr)». Per concludere: «Virginia Raggi va difesa».

 

alessandro di battista virginia raggi

Ma Buffagni, notano sempre i bene informati, resta uno degli esponenti vicino a Casaleggio e a un mondo che attraverso Massimo Bugani, capo staff della sindaca, ha un contatto molto diretto con il Campidoglio. A Roma - dove Pd, Lega, Fratelli d' Italia e i renziani di Italia viva denunciano conflitti d' interessi e annunciano esposti all' Anac dopo la nomina del direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti, all' Atac - è ancora lontano dall' essere risolto il rebus per le candidature al Campidoglio. Raggi ha garantito di essere pronta a correre da sola, anche senza il simbolo del Movimento, e prepara due liste civiche in suo appoggio.

 

alessandro di battista virginia raggi

Dai Cinque stelle fanno sapere che una trattativa con il Pd inizierà quando Nicola Zingaretti presenterà un nome per le primarie. Ma non escludono neppure un accordo con il Partito democratico al secondo turno, al ballottaggio, convinti che senza i loro voti il Nazareno non riuscirebbe a vincere contro un candidato del Centrodestra. Intanto dietro le quinte, e nonostante si allontani l' ipotesi di un rimpasto di governo, andrebbero avanti le trattative per trovare un altro incarico all' attuale sindaca e permetterle di lasciare con l' onore delle armi il campo. Cioè il Campidoglio.

alessandro di battista virginia raggi

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)