IL PELLICANO E IL FORMIGONI - “NOLEGGI DI BARCHE E VACANZE PAGATE ALL’ASSESSORE PONZONI E AL SUO CAPO FORMIGONI” - È SCRITTO IN UNA LETTERA-TESTAMENTO SEQUESTRATA AL RAGIONIER PENNATI, CHE DISTRIBUIVA MAZZETTE PER UNA SOCIETÀ IMMOBILIARE - IL CELESTE SMENTISCE: “MAI RICEVUTO FAVORI” - SECONDO PENNATI, PONZONI AVREBBE PAGATO GIORNALISTI, COMPRATO VOTI E MANIPOLATO APPALTI - AL SEGRETARIO DEL GOVERNATORE SAREBBE ARRIVATO ANCHE UN ASSEGNO DAL BOSS DELLA ‘NDRANGHETA SALVATORE STRANGIO PER “SONDARE LA DISPONIBILITÀ AD APPOGGIARE LA CANDIDATURA DI UN SOGGETTO A LORO VICINO”…

Giovanna Trinchella per "la Stampa"

«La stessa Immobiliare Mais ha pagato varie volte noleggi di barche e vacanze esotiche allo stesso Ponzoni e al suo capo Formigoni». E' in una lettera-testamento di un ragioniere, sequestrata dalla Guardia di Finanza durante una perquisizione, l'affermazione che ha scatenato la quarta bufera in pochi mesi sul Pirellone, dopo i casi di Nicole Minetti, Franco Nicoli Cristiani e Filippo Penati.

Sì perché ieri all'alba finanzieri, su ordine del gip di Monza Maria Rosaria Correra su richiesta del pm Walter Mapelli, hanno consegnato cinque ordinanze di custodia cautelare per bancarotta, corruzione, concussione, peculato, finanziamento illecito ai partiti. E il primo della lista - anche se misteriosamente all'estero da poche ore prima del blitz delle Fiamme Gialle - è Massimo Ponzoni, ex assessore, ma tuttora consigliere regionale e segretario dell' Ufficio di Presidenza.

A seguire Antonino Brambilla (che si è subito dimesso), vice presidente e assessore della Provincia di Monza e Brianza, già assessore all'urbanistica di Desio, Filippo Duzioni, imprenditore bergamasco, Rosario Perri, ex assessore della provincia di Monza e Brianza nonché dirigente del settore tecnico del comune di Desio, Franco Riva, commercialista di Cesano Maderno, già sindaco e assessore all'urbanistica del comune di Giussano. Tutti i politici di area PdL.

Cuore dell'inchiesta, stralciata da un'indagine della Dda di Milano anche sulla ‘Ndrangheta, il fallimento della società immobiliare «Il Pellicano», di cui Ponzoni è stato amministratore e da cui avrebbe «distratto» tanto denaro. Società di cui erano soci il ragionier Sergio Pennati, la signora Rosanna Gariboldi, moglie dell'onorevole Giancarlo Abelli e coinvolta nell'inchiesta milanese su Santa Giulia, e Massimo Buscemi, attuale assessore regionale alla Cultura (quest'ultimi estranei all'inchiesta, ndr).

Ebbene Pennati, spaventato da minacce del consigliere a suo dire «in stile mafioso», in tre paginette sversa su Ponzoni, "suo socio in varie iniziative da circa cinque anni", ogni tipo di accusa, alcune anche di tipo strettamente personale. Secondo Pennati Ponzoni ha speso per la sua campagna elettorale 1 milione e 600 mila euro con il denaro di varie società che poi avrebbero tenuto «a libro paga» tre giornalisti, avrebbero pagato «il figlio dell'onorevole Romani... per prestazioni che lo stesso non ha mai fatto», l'assunzione di «una ragazza di Comunione e Liberazione in cambio di voti del movimento in Brianza».

Ma non solo avrebbe «bidonato» anche la signora Gariboldi, per 260 mila euro «mentendo sul valore di un terreno», senza dimenticare presunti manipolazioni degli appalti per le pulizie dell'ospedale Niguarda, interventi sui Piani di Governo del Territorio di alcuni comuni lombardi, sovrafatturazioni di contratti di società immobiliari, finte caparre per operazioni immobiliari che non andavano mai a buon fine.

Roberto Formigoni smentisce categoricamente di conoscere Pennati e la società citata: «Non ho mai usufruito di vacanze o barche pagate da questi signori o da questa azienda». Di Ponzoni dice che i fatti contestatigli sono «indubbiamente gravi, che dovranno essere verificati, ma che rivestono comunque una loro gravità». Ponzoni, mister 11 mila voti, persa la sua carica di assessore eppure è rimasto potente per il gip che cita «le conversazioni intercettate dopo la sua esclusione dalla Giunta, laddove Ponzoni parla di una prevista sua delega per i lavori dell'Expo 2015».

Un fatto tanto più inquietante se si pensa all'ombra della criminalità organizzata che aleggia su Ponzoni che al telefono si vanta di aver potuto fare a meno - diversamente dalle elezioni del 2005 - dei voti dei calabresi: «Mi sono tolto di mezzo la grande soddisfazione di arrivare primo... secondo sono arrivato con Carugo e terzo mi sono tolto i voti di certi personaggi affiliati a certi clan». A Ponzoni sarebbe arrivato anche un assegno, incassato dalla nonna del politico, da parte di Salvatore Strangio (arrestato nel maxi blitz anti ‘Ndrangheta del luglio 2010) tramite un suo collaboratore per «sondare la disponibilità ad appoggiare la candidatura di un soggetto a loro vicino».

 

ROBERTO FORMIGONI NEL SUO VIDEO PROMOZIONALE MAssimo Ponzoni - Assessore Lombardo all ambiente - Fto da Sette - Inchiesta Abelli Gariboldi - Foto da SettePIRELLONE

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