rampini cina xi jinping

"CHI CREDE DI SFRUTTARE IL MERCATO CINESE SENZA PAGARE UN PREZZO POLITICO, S'ILLUDE" - FEDERICO RAMPINI AGITA LO SPAURACCHIO DI PECHINO: "IN OCCIDENTE HANNO CREDUTO IN BUONA FEDE ALLA PROPAGANDA SULLA CINA COME POTENZA PACIFICA E INTERESSATA SOLO AGLI AFFARI. ORA XI JINPING HA GETTATO LA MASCHERA ED È SEMPRE PIÙ AGGRESSIVO - ANCHE BIDEN CONSIDERA LA CINA COME UNA RIVALE: IN QUESTO LA CONTINUITÀ DA TRUMP A BIDEN È SEMPRE PIÙ EVIDENTE - L'UE SENZA LA MERKEL? LA CANCELLIERA VIENE TRASFORMATA IN UN GIGANTE, DIMENTICANDO CHE LA SUA LEADERSHIP HA AVUTO ERRORI CLAMOROSI - L'ITALIA A GUIDA DRAGHI?

I MEDIA ITALIANI SONO SOGGETTI ALL'ENTUSIASMO FACILE…"

Pietro Senaldi per "Libero quotidiano"

 

federico rampini foto di bacco (1)

«La sterzata autoritaria di Xi Jinping è nata per motivazioni interne: combattere la corruzione dilagante nel partito comunista e le spinte centrifughe dei potentati locali. Verso il resto del mondo viene giustificata proiettando l'immagine di una leadership decisionista, capace di realizzare piani di lungo termine, in contrasto con l'instabilità caotica delle democrazie».

 

Federico Rampini è forse il più freddo e informato osservatore della politica internazionale. Di stanza negli Stati Uniti, per modo di dire, passa la vita girando il mondo e descrivendolo nei suoi libri. L'ultimo, "Fermare Pechino" (Feltrinelli), è ai primi posti in classifica. È una descrizione della nuova guerra fredda, quella tra Cina e Usa.

 

xi jinping

Come quella precedente, che ha visto l'Urss sconfitto, vede la sfida tra un regime comunista e la democrazia più potente del mondo. Ma stavolta siamo di fronte a un dubbio amletico: il comunismo cinese non è quello sovietico e la paura è che la democrazia non sia più la formula di governo più adatta ai tempi. Il colosso cinese sta rallentando: c'è una crisi che parte dall'immobiliare ma pare sistemica, al punto che Pechino ha cambiato politica sulla famiglia e ora vieta l'aborto.

 

Cosa sta succedendo?

via della seta

«La bolla speculativa dell'immobiliare peggiora da anni. È lo stesso Xi che tenta di sgonfiarla ma finora ha varato misure contro la speculazione che hanno accentuato la crisi del settore. È una delle fragilità sistemiche della Cina, insieme con la crisi energetica, il dissesto ambientale, e il rapido invecchiamento demografico. La politica delle nascite è stata troppo efficace nel limitarle, ora il contrordine arriva troppo tardi. I recenti incentivi alla natalità non stanno producendo alcun effetto».

 

FEDERICO RAMPINI DONALD TRUMP

Gli Usa ormai sono governati dalle "big five", le multinazionali di internet, che hanno riempito di soldi Biden in campagna elettorale. La Cina le sta combattendo, in difesa dell'economia tradizionale: chi ha ragione?

«In questo caso ha ragione Pechino: sull'antitrust e la difesa dei consumatori sta passando all'avanguardia. Dietro gli attacchi ai miliardari del digitale c'è anche la riaffermazione del primato del partito comunista, ma comunque Xi sta facendo cose giuste. Biden tenta di inseguire la Cina, vorrebbe allentare i legami perversi tra la sinistra americana e l'establishment capitalista di "Big Tech", ha nominato una radicale alla guida dell'antitrust, vedremo se riuscirà nel suo intento».

L'ITALIA E LA VIA DELLA SETA VISTE DALLA PROPAGANDA CINESE 1

 

L'Occidente, e gli Usa in particolare, ha sottovalutato la Cina?

«C'è chi ha volutamente minimizzato la pericolosità della Cina perché aveva interesse a farlo: nel mio libro dedico un capitolo ai Trenta Tiranni del capitalismo americano che hanno fatto affari d'oro con quel Paese, e vogliono continuare così. Altri in Occidente hanno creduto in buona fede alla propaganda sulla Cina come potenza pacifica e interessata solo agli affari. È la favola del win-win, del gioco a somma positiva, che ci hanno raccontato per decenni i cinesi per guadagnare tempo. Ora che i rapporti di forze sono più favorevoli a Pechino, Xi ha gettato la maschera ed è sempre più aggressivo».

 

Pechino vuol governare il mondo? Come si ferma?

«Nel lungo periodo non potremo fermare una nazione-civiltà che ha un miliardo e 400 milioni di persone e 3.500 anni di storia, durante i quali è stata spesso più avanzata di noi. Ma nel breve dobbiamo segnare delle linee rosse da non oltrepassare e contenere i danni».

prodi dalema

 

Pechino ha creato un partito cinese italiano: D'Alema, Grillo, Prodi... A cosa gli servono questi amici?

«Ogni superpotenza imperiale ha sempre amici e alleati nelle colonie, o aspiranti tali. L'elenco di quei tre nomi è troppo eterogeneo per rappresentare un partito cinese in Italia. Il M5S ha avuto un ruolo chiave nella firma del governo Conte I al Memorandum delle Nuove Vie della Seta. Fu un gesto che suscitò sospetti a Washington, senza veri benefici per l'Italia che continua a ricevere meno investimenti cinesi rispetto a Germania, Francia, Inghilterra.

 

grillo con l'ambasciatore cinese

Prodi e D'Alema sono convinti che l'Italia debba fare una sua realpolitik, seguire i propri interessi, prevalentemente economici, e sviluppare relazioni con la Cina ignorando i richiami degli Usa. È una visione dell'Europa come terza forza che non si lascia coinvolgere dalla nuova guerra fredda. Però i casi di Australia e Canada dovrebbero insegnarci qualcosa. Si erano illusi di avere con la Cina rapporti fruttuosi su un terreno solo commerciale.

 

Poi l'Australia ha osato chiedere un'indagine sul Covid e tutto il mercato cinese si è chiuso di botto, con sanzioni pesanti. I canadesi, per aver eseguito un mandato di cattura internazionale ai danni di una potente manager cinese, "Lady Huawei", si sono visti incarcerare due cittadini, tra cui un diplomatico. Non sono comportamenti tipici di una potenza pacifista. Chi crede di sfruttare il mercato cinese senza pagare un prezzo politico, s'illude».

XI JINPING JOE BIDEN

 

Qual è il vero scopo della Belt and Road, la nuova via della Seta su cui il governo cinese sta mettendo miliardi: egemonia solo economica o anche politica?

«È la parte visibile, del nuovo progetto imperiale cinese. Si comincia dalle infrastrutture, vitali per l'export e per usare l'eccesso di capacità produttiva dei giganti cinesi nelle costruzioni. Poi c'è la finanza, che rende i Paesi destinatari dipendenti da Pechino. L'aspetto politico-militare segue da vicino, come si è già visto con la base navale di Djibouti in Africa».

VLADIMIR PUTIN XI JINPING BY EDOARDO BARALDI

 

Perché l'America teme ancora la Russia più della Cina e i democratici Usa avevano più paura di Trump che della Cina?

«La paura dei democratici su Putin fu accentuata dalle sue interferenze nella campagna elettorale del 2016. Ma oggi anche Biden considera la Cina come una rivale ben più temibile. In questo la continuità da Trump a Biden è sempre più evidente. Trump aveva intuizioni giuste, Biden non ha tolto neanche uno dei dazi contro il made in China. Il punto debole di Trump era la strategia delle alleanze».

 

Biden non ne azzecca una...

«Questo è il verdetto prevalente in Europa. Prima gli opinionisti europei si sono innamorati di Biden, scambiandolo per quello che non era. Poi appena li ha delusi in Afghanistan hanno celebrato il suo funerale. La politica estera è spesso irrilevante nel bilancio di un presidente Usa. Lui è partito bene con una manovra di spesa che ha prolungato la politica espansiva di Trump, e la crescita americana lo ha premiato. Poi è incappato in difficoltà legate alla spaccatura interna del partito democratico».

XI JINPING JOE BIDEN

 

Nel libro critichi molto l'ossessione anti-razzista dell'America: perché gli Stati Uniti si fanno condizionare così dalle mode mediatiche?

«Non è solo una moda mediatica, è la nuova rivoluzione religiosa del fondamentalismo puritano, a base di auto-colpevolizzazione, caccia alle streghe, espiazione. La sinistra radicale che comanda nei campus universitari, nelle redazioni dei giornali e nelle case editrici, sta descrivendo tutta la storia degli Stati Uniti come un romanzo criminale, e la società americana come un inferno di razzismo, sessismo, xenofobia, discriminazioni. Se si adotta questo punto di vista, non si capisce perché l'America debba tentare di resistere alla Cina».

 

xi jinping

Gli Usa sono stati miopi a mollare l'Europa (già con Obama) o non avevano più le forze culturali ed economiche per caricarsi il ruolo di guida dell'Occidente?

«Il giorno dopo essere stata liberata dall'esercito Usa, l'Europa già cominciava a piagnucolare: da 75 anni si lamenta a giorni alterni, o di essere dominata oppure abbandonata dagli Stati Uniti. Avendo 65 anni sento questi piagnistei dall'infanzia. Quanto al ruolo di guida dell'Occidente, molti europei già lo negarono all'America durante la guerra del Vietnam. La ritirata da Saigon nel 1975 fu descritta come il crollo finale dell'impero americano. Passarono 14 anni, e a crollare fu l'Unione sovietica...».

 

11 settembre 2001

Tu sei un osservatore del mondo: a 20 anni dall'11 settembre 2011, la questione islamica è in sonno?

«La questione islamica continua a distruggere le speranze di molti Paesi islamici, prime vittime di un utilizzo della religione in chiave oscurantista che serve a nascondere i disastri delle loro classi dirigenti, trasformando l'Occidente nel capro espiatorio dei loro fallimenti. Se il mondo arabo fosse stato confuciano, e avesse avuto le classi dirigenti del Giappone o di Singapore, ma anche della stessa Cina, oggi la riva Sud del Mediterraneo sarebbe una grande Baviera. Negli anni '50 tutti i dragoni asiatici erano più poveri dei Paesi arabi».

 

11 settembre 2001

La nostra politica estera è inesistente e anche Draghi pare occuparsene poco...

«La politica estera si costruisce sulle fondamenta di un'economia forte, e di uno Stato efficiente. Draghi deve occuparsi delle fondamenta. Speriamo che ci riesca».

 

Per l'Italia a guida Draghi prevedi un ruolo più autorevole in Europa?

«Il ruolo autorevole di una nazione si costruisce dopo molti decenni di forza economica, modernità e competitività, efficienza dello Stato, stabilità e affidabilità politica. I media italiani sono soggetti all'entusiasmo facile. Quest' estate davano per scontato un effetto benefico e duraturo dalle vittorie dei nostri sportivi. La geopolitica e la storia non sono una partita di calcio».

 

angela merkel olaf scholz

Cosa sarà dell'Unione Europea senza la Merkel?

«Negli elogi postumi la Merkel viene trasformata in un gigante, dimenticando che la sua leadership ha avuto fasi ondivaghe ed errori clamorosi. La Germania resterà quello che è. Il problema vero per il futuro dell'Unione è la perdita del Regno Unito».

 

La cancelliera ha fatto più male o più bene alla causa Ue?

«Il bilancio è contrastato. Ha provocato la crisi dell'Eurozona dieci anni fa. Ha sbagliato nell'apertura incauta ai flussi migratori nel 2015, poi correggendosi precipitosamente. Ha fatto bene a varare il Next Generation EU».

JOACHIM SAUER E ANGELA MERKEL

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…