1. GRANDI MANOVRE AL COLLE: PER NON ESSERE TRAVOLTO DAL CICLONE RENZI, ANCHE RE GIORGIO DIVENTA RENZIANO E SI PREPARA A BACIARE LA PANTOFOLA DEL NEOLEADER PD 2. IL REALISMO DA VECCHIO COMUNISTA DI NAPOLITANO: BASTA MINACCIARE QUOTIDIANAMENTE DI DIMETTERSI, QUALCUNO POTREBBE PRENDERLO SUL SERIO. MEGLIO MOLLARE IL GOVERNICCHIO LETTA-ALFANO (AI MINIMI NEI SONDAGGI) E DARE LE ELEZIONI A RENZI. AMORALE DELLA FAVO-LETTA? COSÌ LA POLTRONA QUIRINALIZIA È SALVA 3. CON LA RETROMARCIA IMPOSTA SUL SALVA-ROMA, BELLA NAPOLI SI È SCHIERATO CON IL ROTTAMATORE E HA SPUTTANATO I GOVERNISTI, PER I QUALI SI PROFILA LA FINE DI FINI. 4. IL QUASI NOVANTENNE INQUILINO DEL QUIRINALE NON MOLLA L’OSSO DEL POTERE: VUOLE DARE ANCORA UNA VOLTA LUI L’INCARICO DI PREMIER, DOPO IL VOTO DEL 25 MAGGIO

Wanda Marra per "Il Fatto Quotidiano"

"Napolitano è stato molto carino". Così Maria Elena Boschi, la neo responsabile Riforme del Pd, la bionda di punta di Matteo Renzi, commentava lo scorso 19 dicembre la sua visita al Colle, dove era stata convocata per parlare di legge elettorale e, appunto, di riforme costituzionali. Di contro al Quirinale lei ha avuto successo: seria, preparata, gentile, al Presidente è piaciuta. Il verso si cambia anche così. E dunque nei rapporti tra il neo segretario del Pd e il Capo dello Stato si respira un vento nuovo.

Dopo la cerimonia degli auguri alle istituzioni alla quale il Sindaco s'era presentato vestito di grigio e se n'era andato via prima, c'è stata una marcia d'avvicinamento piuttosto tangibile. La Boschi è salita al Colle. Poi i renziani hanno cercato di convincere il governo a ritirare il Salva Roma. Loro non ci sono riusciti, ma è stato Re Giorgio alla vigilia di Natale a convocare Enrico Letta e a farglielo rinnegare a fiducia ottenuta.

Una figuraccia per l'esecutivo, una bella sberla come regalo di Natale al premier. Plauso da Renzi e dai suoi. Che si sono subito intestati la battaglia e - anzi - sono andati oltre. Napolitano monitava sui decreti omnibus? Dario Nardella, uno di quelli che dall'inizio tesse rapporti con il Capo dello Stato, sul Fatto quotidiano lo invitava a occuparsi non solo di quelli, ma anche di provvedimenti come il milleproroghe.

Con questo spirito si arriva al messaggio di fine anno. Con il Presidente che sottolinea come le riforme non si siano ancora fatte (pessima prova dell'esecutivo, evidentemente), parla di una sua non lunga permanenza al Quirinale ma non evoca dimissioni "ricattatorie" per evitare il voto come aveva fatto in altri casi. Il segretario lo chiama, si complimenta, dirama immediatamente una nota ufficiale. Che cosa sta succedendo? Renzi ha sedotto Napolitano?

Di certo il Presidente è meno diffidente. E di certo i due sono entrambi pragmatici, sanno che devono collaborare. I renziani la spiegano così: il capo dello Stato ha capito che Renzi è l'unico in grado di avviare le riforme visto che l'esecutivo non c'è riuscito. E soprattutto pensa che l'unico che può fare la legge elettorale sia lui. Ancora: lo schema sarebbe cambiato.

Per il Colle a questo punto andrebbe bene una riforma fatta anche fuori dalla maggioranza. Persino le elezioni non sarebbero più un tabù. Ieri in ambienti renziani si faceva circolare un riferimento legislativo ad hoc. L'articolo 7 della legge n. 164 del 2011.

Al comma 1 è scritto: "A decorrere dal 2012 le consultazioni elettorali per le elezioni dei sindaci, dei presidenti delle province e delle regioni, dei consigli comunali, provinciali e regionali, del Senato e della Camera si svolgono, compatibilmente con quanto previsto dai i rispettivi ordinamenti, in un'unica data nell'arco dell'anno".

E al comma 2: "Qualora nel medesimo anno si svolgano le elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia le consultazioni di cui al comma 1 si effettuano nella data stabilita per le elezioni del Parlamento europeo". Il che significa che, con uno scioglimento a inizio aprile, è possibile votare il 25 maggio per politiche e europee. Il dossier sarebbe giunto pure sui tavoli di Palazzo Chigi. Il premier, ovvero l'altro lato di quello che ora più che un asse sembra un triangolo Napolitano- Letta-Renzi, che dice?

Letta ieri è andato al Tg 1 a ostentare sicurezza sullo spread e a esprimere soddisfazione per l'iniziativa di Renzi sulla riforma elettorale. E i suoi consiglieri, da Francesco Russo a Francesco Sanna, sostengono che il governo ha solo da guadagnare da rapporti migliori tra il segretario del Pd e il presidente della Repubblica.

Di più: il premier avrebbe fatto addirittura da pontiere tra i due, forte di un rapporto indistruttibile con Re Giorgio. La legge elettorale? Si farà entro il 25 maggio, perché una cosa è individuare uno schema, una cosa applicarlo, dicono. "Sia a Renzi che a Letta conviene marcare il 2014 come l'anno delle riforme", dice con nettezza Sanna.

I ben informati raccontano, però, che il presidente del Consiglio, starebbe già studiando la carta di riserva: la presidenza della Commissione europea dal primo luglio. Intanto Beppe Grillo ribadisce il no al fu Rottamatore: "Napolitano, dopo la pubblicazione delle motivazioni della Consulta, deve sciogliere le Camere. Un Parlamento abusivo non può fare una nuova legge elettorale".

 

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