IL ‘TESORETTO’ DI RENZI – PER CONVINCERE IL NAPO-LEONE DEL COLLE IL SINDACO SFODERA I NUMERI DEL ‘GOVERNO LEOPOLDA’: AL SENATO UNA MAGGIORANZA PIÙ AMPIA DELL’ESECUTIVO LETTA – E ANCHE AL PD NON DISPIACEREBBE LA STAFFETTA

Claudio Cerasa per ‘Il Foglio'

Incontri riservati, triangolazioni con i parlamentari, accordi con gli alleati, intese con la minoranza. E un dialogo a distanza, con il presidente della Repubblica, in serata si è trasformato in un incontro ravvicinato. In un faccia a faccia: tra Renzi e Napolitano.

La cronaca ci dice che, alla fine di una giornata molto vivace, il capo dello stato ha chiesto al segretario del Pd di salire al Colle per definire il percorso del segretario. Senso del colloquio: che si fa? Giochiamo al gatto e alla volpe o ci mettiamo d'accordo per studiare il modo migliore per far durare questa legislatura?

Lo schema di Letta (per tutto il giorno è rimbalzata la notizia che il premier sarebbe andato al Quirinale con Renzi ma al momento Letta non ha varcato i portoni del Colle) è mantenere questa maggioranza, rilanciare il programma fino al termine dei diciotto mesi concordati all'inizio del percorso e sfidare Renzi chiedendogli, se ne ha il coraggio, di sfiduciare il governo.

Lo schema di Renzi è più complesso e nonostante i segnali lanciati siano ancora obliqui, non lineari spesso subliminali, il punto è che la partita per conquistare Palazzo Chigi senza passare dalle elezioni il segretario la sta giocando davvero.

Adottando una strategia identica a quella utilizzata la scorsa estate durante il balletto mi-candido-non-mi-candido alla segreteria del Pd: mostrare la propria disponibilità verso un determinato traguardo, negare di volerlo raggiungere, ma lasciare trasparire comunque la disponibilità a raggiungerlo solo a condizione che vi sia un fronte ampio disposto a chiederglielo in ginocchio: allora di scendere in campo per la segreteria, ora per entrare a Palazzo Chigi.

Nel caso specifico il sindaco - che all'ipotesi di prendere il posto di Letta pensa dall'inizio di dicembre, da quando la Consulta ha rottamato il Porcellum - ha capito che per il Pd è insostenibile l'idea di fare i conti con un premier che non riesce a governare e un segretario che vorrebbe governare ma non ha gli strumenti per farlo. E anche per queste ragioni Renzi ha deciso di presentarsi da Napolitano con un tesoro che pensa possa essere sufficiente per convincere Re George a prendere il testimone e passarlo dalla mano di Enrico a quella di Matteo.

Il tesoretto in questione corrisponde a due pacchetti di voti che permetterebbero a Renzi di risultare affidabile agli occhi del presidente della Repubblica. Il primo pacchetto è quello che riguarda il Pd e i conti dicono che, potendo scegliere, tutte le anime del partito (tranne i lettiani e una piccola parte dei bersaniani) sceglierebbero di avere a Palazzo Chigi non più Enrico Letta, ma Matteo Renzi.

Solo qualcuno per bruciare il segretario, qualcun altro convinto sinceramente che un governo Renzi potrebbe funzionare meglio di un governo guidato da Letta (e in fondo, dato curioso, fa riflettere che tutti e tre i candidati del Pd alle ultime primarie - Civati, Renzi e Cuperlo - siano convinti che questo governo non possa più andare avanti). Il secondo pacchetto è quello che riguarda i possibili alleati del Pd in vista di un nuovo governo, e qui la questione è più gustosa.

I numeri di Renzi (attendibili?) dicono che un "governo Leopolda" al Senato, dove la maggioranza è ballerina, raggiungerebbe una quota superiore a quella incassata oggi dal governo Letta-Alfano. E mettendo insieme il Pd (108 senatori), il Nuovo centrodestra (31 senatori), Scelta civica (8 senatori compreso Mario Monti), i gruppi guidati da Mauro e Casini (12 senatori), il gruppo misto (14 senatori), Gal (11 senatori), i grillini in uscita dal Cinque stelle (dovrebbero essere sei), una parte di voti che dovrebbe arrivare da Sel

(Vendola a Palazzo Madama ha sette senatori, molti di questi, quelli più vicini a Gennaro Migliore, sono desiderosi di dare l'ok a un governo Renzi) i numeri dicono che un tale "governo Leopolda" avrebbe una maggioranza più ampia rispetto a quello di Letta: 194 contro 174 (i renziani assicurano che nonostante i tatticismi anche gli alfaniani sono pronti a sostenere un esecutivo guidato dal sindaco, consapevoli che la staffetta darebbe la possibilità al governo di avere un orizzonte temporale più duraturo).

Aggiungete a questo il fatto che Renzi è convinto di poter garantire a Napolitano anche i voti di Forza Italia per l'approvazione delle riforme costituzionali - voti che Forza Italia concederebbe a Renzi anche per il solo gusto di vedere Renzi entrare a Palazzo Chigi, e lì farlo rosolare con cura - e si capisce perché il Rottamatore sia sicuro di avere i numeri per sostituire Enrico Letta a Palazzo Chigi. Basteranno? Chissà.

Il segretario del Pd, dunque, nonostante le molte trappole nascoste dietro l'ipotesi di dar vita a un nuovo governo senza passare per le urne, segue dunque questo binario ed è intenzionato ad andare avanti lungo il percorso e premere a tutti i costi il pulsante "finish" del governo Letta. Molto del destino della legislatura si capirà nelle prossime ore. E probabilmente già oggi, quando a Montecitorio arriveranno gli oltre 400 emendamenti presentati dai gruppi per modificare la legge elettorale (l'Italicum) uscita il 29 gennaio dalla commissione Affari costituzionali. Fino a qualche giorno fa il segretario era convinto non ci fossero rischi.

Ma, complice l'evoluzione dello scenario politico, ora tutto può succedere. E considerando il fatto che il voto sugli emendamenti avverrà a scrutinio segreto, potrebbe essere sufficiente una votazione sballata per far saltare l'impalcatura dell'Italicum e costringere Renzi a studiare l'altra opzione al fine di rottamare il governo: votare subito con la legge elettorale ora vigente.

In realtà, i contatti avuti ieri tra la minoranza e la maggioranza del Pd descrivono un quadro meno apocalittico e renziani e cuperliani hanno già trovato un accordo su almeno due dei tre emendamenti proposti dai cuperliani (entrata in vigore della riforma solo dopo il superamento del Senato e la parità di genere esplicitata nel testo dell'Italicum). "Matteo - racconta uno dei renziani più vicini al sindaco di Firenze - pensa che la prima opzione per far fermare la corsa di questo governo sia andare a votare, con questo o con il nuovo sistema elettorale, e un tentativo di andare alle elezioni credo che lo farà.

Al momento però l'obiettivo è un altro e sono convinto che i prossimi tre giorni saranno decisivi per capire che possibilità ha di andare a Palazzo Chigi". Renzi aveva individuato nella direzione del 20 febbraio il giorno giusto per definire il futuro del governo.

La direzione decisiva però - come richiesto dalla minoranza Pd - potrebbe essere anticipata a questo giovedì. Il sindaco ha fretta (e spera che alla fine sia Letta a dimettersi). E anche il presidente della Repubblica, pur non fidandosi ancora del tutto di Renzi, ha deciso di accelerare e di capire rapidamente chi tra Enrico e Matteo sarà destinato a fare la parte del gatto e la parte della volpe.

 

RENZI E LETTAletta napolitano letta renzi MONTI NAPOLITANOGIORGIO NAPOLITANO E MARIO MONTIMARIO MAURO Mario Mauro Pierferdinando Casini e Enrico Letta

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...