expo renzi sala milano

ANCHE RENZI HA AVUTO LA SUA “TRATTATIVA”: QUELLA STATO-MAGISTRATI PER METTERE LA MORDACCHIA ALLE INCHIESTE AI VERTICI DELL’EXPO PER TUTTO IL PERIODO DELLA RASSEGNA - LO HA AMMESSO LO STESSO RENZI IN VISITA A MILANO...

1 - RENZI SVELA L' ACCORDO CON LA PROCURA DI MILANO: GRAZIE PER LA VOSTRA SENSIBILITÀ

Alessandro Sallusti per “il Giornale”

 

Procura di MilanoProcura di Milano

In visita ieri a Milano per il dopo Expo, Matteo Renzi ha detto: «Ringraziamo i magistrati che hanno avuto sensibilità nel rispetto rigoroso delle leggi», svelando così un segreto di Pulcinella. Perché quello che tutti sapevano, e che nessuno osava dire, è che c' è stata una trattativa sull' asse Quirinale-Palazzo Chigi-Procura di Milano per sospendere le inchieste giudiziarie sui vertici dell' Expo per tutto il periodo della rassegna universale.

 

Non si doveva rovinare la festa al governo di sinistra, non scalfire l' immagine di Giuseppe Sala, capo di Expo e futuro candidato sindaco del Pd a Milano. Altro che trattativa Stato-mafia. Qui siamo alla trattativa Stato-magistrati, che evidentemente - ce lo dice Renzi in persona - è andata a buon fine.

RENZI SALARENZI SALA

 

Sarebbe interessante sapere chi ha trattato con chi, chi ha ordinato ai magistrati di fermarsi e chi a Palazzo di giustizia si è fatto garante dell' accordo. Verrebbe da dire: finalmente qualcuno fa valere l' interesse di Stato sulla furia devastatrice di pm incoscienti. Ma ci chiediamo anche perché questo sano principio non sia stato applicato durante la ventennale caccia a Silvio Berlusconi presidente del Consiglio, che enormi danni ha provocato all' interessato ma soprattutto al Paese.

RENZI SALARENZI SALA

 

Ricordate l' avviso di garanzia - il primo a un premier in carica nella storia repubblicana - spedito da questi stessi magistrati a Berlusconi a Napoli, nel pieno della conferenza internazionale sulla criminalità organizzata? Non ci fu alcuna «sensibilità», né «rispetto delle leggi», tanto che l' allora premier fu poi totalmente assolto. Così come gli interessi del Paese sono stati negli anni calpestati con inchieste farlocche sui vertici delle nostre grandi aziende, da Eni a Finmeccanica, da Fastweb a Unicredit.

 

Solo con un governo di sinistra i magistrati abbassano la testa e ripongono nei cassetti i faldoni delle intercettazioni. Questa è la prova che l' uso politico della giustizia non è una fantasia di qualche squilibrato. È un fatto. Le procure si muovono contro una parte, che è sempre la stessa, ma anche a difesa di una parte che, guarda caso, è pure quella sempre la stessa.

 

pisapiapisapia

Tutto ciò spiega anche perché Giuseppe Sala stia prendendo tempo prima di accettare la candidatura del Pd a guidare Milano: vuole sapere se il suo lasciapassare è scaduto con la chiusura dei cancelli di Expo o se sarà rinnovato fino alle elezioni, meglio all' infinito. Ma così la partita è truccata. E addio democrazia.

 

2 - TOH,  RENZI RINGRAZIA LE TOGHE

Paolo Bracalini per “il Giornale”

 

edmondo bruti liberatiedmondo bruti liberati

L' investitura non è ufficiale ma è tutta negli ammiccamenti e nelle mezze parole. «Grazie di cuore Beppe, non posso dire oltre per noti motivi» butta lì il premier, con sorriso istrionico, sul palco del Piccolo Teatro davanti ad una platea che passa ai raggi X ogni sua parola per carpirne le intenzioni su Milano. Poi ancora una strizzatina d' occhio: cita una poesia di Chesterton, consigliata a tutti gli amministratori presenti in sala, e quando passa ad elencare i sindaci (c' è Pisapia, c' è Fassino) si ferma un' altra volta, con sapienza teatrale, perché vorrebbe mettercene dentro un altro ma ancora non può.

 

Giuseppe Sala, l'uomo del successo Expo e il candidato che Renzi vuole per il Pd a Milano, si gode la gag e resta in attesa. Lui ha fatto già la sua mossa, in tv da Fazio (intervista celebrativa come poche), annunciando la disponibilità a candidarsi a Milano, anche se «da qui a dire che si può fare c'è di mezzo qualche settimana di lavoro». Il segretario Pd non ha ancora affrontato personalmente la pratica, finora affidata al ministro Martina e altri emissari che trattano le condizioni con Sala.

 

EDMONDO BRUTI LIBERATI EDMONDO BRUTI LIBERATI

L' obiettivo è sfruttare la scia del «trionfo Expo» e vincere a Milano. Tra i ringraziamenti per l'«impresa riuscita», Renzi ne infila anche uno, insolito, anche per le toghe: «Voglio ringraziare i magistrati di Milano, per il rispetto rigoroso della legge ma anche del sistema istituzionale». Insomma meno male che non avete sganciato inchieste bomba e fatto piovere avvisi di garanzia su Expo durante il semestre (proprio ieri il Giornale ha raccontato di un' indagine su Sala aperta e subito archiviata dalla Procura di Milano).

 

Arrivato a Milano per disegnare il futuro dell' ex area Expo, il premier offre al suo «quasi candidato» Sala un trampolino di lancio lastricato d' oro, buttando sul piatto 1,5 miliardi di euro governativi (150 milioni l' anno, per dieci anni) e un progetto che suona già come un programma elettorale, scritto dal segretario Pd in persona. Il nome scelto da Renzi è «Human Technopole Italia 2040» ovvero una Silicon Valley milanese che Renzi sogna come «un grande centro di ricerca mondiale sulla genomica, il big data, la nutrizione, il cibo, l' eco-sostenibilità», qualcosa che sia «the best» dice citando quel che gli ha detto a pranzo (dallo chef stellato Cracco) Tim Cook, il numero uno di Apple.

expo  milano   file all ingressoexpo milano file all ingresso

 

Questo polo di eccellenza scientifica, che «darà lavoro a 1.600 persone», avrà una regia non milanese ma genovese, quella dell' Istituto Italiano di Tecnologia con sede appunto a Genova. E perciò Renzi avverte gli amministratori locali e i rettori delle università milanesi (che borbottano sentendosi snobbati) che il governo mette i soldi, e il governo decide: «Siamo in condizione di accettare ogni suggerimento ma l' unica cosa che non sono disposto a fare è lasciare questo progetto in mano ai campanilismi». Un messaggio anche per Sala: se vinci, tu fai il sindaco ma comando sempre io.

expo milano  file all ingressoexpo milano file all ingresso

 

Renzi è pronto a staccare il primo assegno, promette, già nel consiglio dei ministri di venerdì. «Lo spazio per fare un capolavoro c' è tutto, a noi il compito di non sciuparlo». E per dare l' idea dell' ambizione che guarda avanti fino al 2040, tira fuori, da sotto il palchetto, una serie di oggetti di 25 anni fa (fatti recuperare stressando il suo staff il giorno prima): un vecchio walkman, un telefonino grande come un citofono, un volume dell' enciclopedia I Quindici.

 

MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE

Anche da qui si capisce che l' orizzonte che si dà Renzi è quello, almeno un ventennio. Di mezzo ci saranno le elezioni, per prime le amministrative, che Renzi non nasconde di temere. Su Roma, partita molto difficile per il Pd, Renzi propone «una moratoria delle polemiche, per 6 mesi niente polemiche, mettiamoci al lavoro». A Milano, invece, il Pd parla eccome, soprattutto con Ncd, per portare insieme Sala a Palazzo Marino.

 

MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE

 

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