matteo renzi mohammed bin salman

RENZI BUSINESS HOLDING! IL SENATORE SEMPLICE DI RIAD APRE UNA NUOVA SOCIETA’ DI CONSULENZA E MARKETING E PREPARA LA "SECOND LIFE" DOPO LA POLITICA (IL SUO GRUPPETTO STA PER IMPLODERE CON ROSATO VERSO LA LEGA E MARATTIN E BONETTI VERSO AZIONE) – NELLE CONFERENZE RENZI FA IL PALADINO DEI DIRITTI CIVILI IN IRAN. PIÙ COMPLICATO, INVECE, TROVARE OCCASIONE PER DISCUTERE DI QUELLI IN ARABIA SAUDITA. L’AMICO BIN SALMAN LO ASPETTA A OTTOBRE. COME SI MUOVERA’ MATTEONZO SU EXPO 2030? SOSTERRÀ LE RAGIONI DI ROMA O DI RIAD?

Estratto dell'articolo di Valeria Pacelli per il Fatto Quotidiano

matteo renzi mohammed bin salman 1

Matteo Renzi continua ad ampliare business e reddito. E lo fa aprendo una nuova società – la Ma.Re. Adv Srl – che ha come attività prevalente la consulenza imprenditoriale. Non solo: a gonfiare (legittimamente) il portafoglio del senatore sono anche i circa 100 mila euro l’anno lordi che dovrebbe percepire prossimamente come direttore editoriale del Riformista, giornale di cui è editore Alfredo Romeo (l’imprenditore napoletano nel frattempo imputato con Tiziano Renzi, padre di Matteo, nel processo Consip).

 

Si aggirerebbe intorno a questa cifra – secondo quanto confermano al Fatto persone molto vicine all’ex premier – lo stipendio pattuito per la nuova esperienza di Renzi, di certo abituato ad incassare parecchio, anche grazie agli speech che tiene in tutto il mondo. Per dirla con i numeri: nel 2021 il leader di Italia Viva ha incassato 2,5 milioni di euro (pagando imposte nette per oltre 1 milione di euro) tra conferenze, lavoro con le università, incassi dei libri.

bin salman renzi

 

Il reddito di Renzi nel tempo è lievitato: basti pensare che nel 2017 ha dichiarato 29.315 mila euro, per poi passare l’anno successivo a 811.413 euro. Nel 2019 ha sfondato il milione di euro per poi scendere nel 2020 – a causa del Covid che ha ridotto all’osso le conferenze – a poco più di 517 mila euro. Nel 2021 c’è stato infine il salto con i due milioni e mezzo dichiarati. Ma Renzi ora è pronto ad allargare ancor di più il proprio business.

 

(...)

 

 

SCOZIA, PARIGI, BERLINO: IN ATTESA DI RIAD MATTEO FA LO “SPEAKER” IN NORD EUROPA

Lorenzo Giarelli per il Fatto Quotidiano

LAWRENZI D'ARABIA

Edimburgo, Parigi, Berlino: là fuori c’è un mondo di conferenze da conquistare. La collezione primavera-estate del Matteo Renzi uomo d’affari e speaker è, al solito, parecchio fortunata.

Lunedì scorso si è fatto vedere all’assemblea generale di Assolombarda, a Milano, in mezzo a decine di imprenditori e dunque potenziali finanziatori delle casse di Italia Viva (Gianfelice Rocca, con cui si è intrattenuto Matteo, è uno dei più affezionati sponsor di Carlo Calenda).

“È rimasto molto soddisfatto”, dice chi gli ha parlato dopo l’assemblea. Ma il pubblico più curioso è all’estero.

 

Un mese fa, il Fatto aveva raccontato dell’ospitata a Malta, in grado di provocare uno scontro politico nel Parlamento della Valletta, visto che la destra aveva contestato al governo la spesa di 20mila euro di denaro pubblico per organizzare la trasferta di Renzi. In quelle settimane, oltre a essere stato tra gli invitati del royal wedding tra il principe di Giordania Hussein e la moglie Rajwa Al Saif, l’ex premier si è dato da fare in Scozia. Al lussuosissimo Balmoral Hotel di Edimburgo, Renzi ha tenuto banco alla Walter Scott Research Conference 2023, evento organizzato dalla società di investimenti Walter Scott – Bny Mellon Investment management.

MATTEO RENZI – INTERVISTA CON BIN SALMAN

 

Un parterre di imprenditori e manager, quindi, interessati alle considerazioni geopolitiche di Renzi riguardo una manciata di vecchi cavalli di battaglia: la perdita di peso internazionale dell’Unione europea, la “mancanza di visione” dei suoi leader, la troppa “attenzione ai like” invece che “alla idee”.

 

Se in Italia ci appaiono concetti un po’ paludati, altrove c’è chi apprezza e stra-paga. A Edimburgo come a Berlino. Tramite Lakestar, una società di cui Renzi è advisor, a metà giugno il senatore semplice di Rignano è volato in Germania per una “cena privata”.

MATTEO RENZI PARLOTTA CON LICIA RONZULLI IN SENATO

Funziona così: un ente prenota una sala per una cena, propone un paio di ospiti a disposizione dei convitati e vende la partecipazione per qualche migliaio di euro. I prezzi di solito variano dai 3mila ai 5mila euro, a seconda della location e dell’esclusività degli speaker.

Qualche settimana fa, Renzi ha partecipato a una di queste cene insieme a Phillip Rosler, ex vicecancelliere di Angela Merkel. Pure qui l’ex premier è andato sul sicuro, snocciolando suggerimenti sugli investimenti e sulle economie emergenti. Abbastanza per portarsi a casa l’ennesima trasferta, più prosaica rispetto alla successiva missione, datata quindici giorni fa.

 

matteo renzi ospite di cinque minuti di bruno vespa

È il 22 giugno e Renzi vola a Parigi per una conferenza internazionale sui diritti civili in Iran, tema su cui il senatore si muove già da qualche anno partecipando a diversi eventi. Questa volta, il nome di Renzi è in cartellone insieme a quello di alcuni altri politici che hanno aderito all’appello di Maryam Rajavi, la leader d’opposizione del Mojahedin del Popolo iraniano che si oppone al regime di Teheran. A Parigi Renzi ha incontrato Rajavi e un gruppo di quegli colleghi, quasi tutti ex premier, come Guy Verhofstadt, leader del Belgio con svariati incarichi al Parlamento europeo, e Julija Tymoshenko, che guidò l’Ucraina tra il 2007 e il 2010.Intervenuto dal palco poco dopo Rajavi, Renzi ha espresso il proprio caloroso sostegno alla resistenza iraniana: “Il mondo ha bisogno di voi, della vostra cultura e dei valori umani. Il futuro è un mondo multi-polare e l’Iran deve esserne parte”. Perciò “dovete continuare a combattere per cambiare il regime”. Standing ovation dei presenti.

renzi in diretta da vespa presenta il riformista cinque minuti

 

Più complicato, invece, trovare occasione per discutere dei diritti civili in Arabia Saudita. Anzi: l’amico Bin Salman aspetta di nuovo Renzi a Ryad a ottobre, quando è previsto il prossimo grande evento del FII Institute. Guai ad arrivare impreparati, dunque nel frattempo è bene tenersi caldi con altri speech.

 

 

 

DANIELA SANTANCHE MATTEO RENZI renzi in diretta da vespa presenta il riformista cinque minuti

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...