renzi bisignani massolo minniti capolupo pansa arturo esposito carrai

LA POSSIBILE NOMINA PER LA SICUREZZA CIBERNETICA DEL SUO UOMO D’AFFARI (E CASE), MARCO CARRAI, E’ LA SPIA CHE RENZI E’ PREOCCUPATISSIMO DALL’ATTENZIONE DEI MAGISTRATI SULLO SCANDALO DELLE BANCHE ED E’ POSSEDUTO DALLA VOGLIA DI “CONTROLLARE” CHI SI OPPONE AL SUO “MARCIO” TRIONFALE VERSO IL POTERE ASSOLUTO CON LE PROSSIME NOMIME

1. CARRAI APRE IL RISIKO DELLE NOMINE

Carlo Bonini per “la Repubblica”

 

RENZI CARRAIRENZI CARRAI

L’annuncio del possibile approdo a Palazzo Chigi come responsabile della sicurezza cibernetica di Marco Carrai, imprenditore fiorentino legato da fraterna amicizia al Presidente del Consiglio (che è stato suo testimone di nozze e lo ha avuto come capo segreteria da Presidente della Provincia di Firenze), mette in chiaro e avvia l’infernale partita che, da almeno due mesi, ha messo in fibrillazione gli apparati della nostra sicurezza nazionale.

 

NARDELLA RENZI CARRAINARDELLA RENZI CARRAI

Ne svela la posta. Il Grande Gioco che, di qui all’estate, consegnerà una nuova centralità alla nostra sicurezza cibernetica (business del millennio dalla cornice legislativa ancora appena abbozzata) agganciandola più di quanto non sia stata sin qui alla Presidenza del Consiglio e che, contestualmente, vedrà almeno sei nomine chiave al vertice di Intelligence, Polizia, Finanza, Forze Armate.

 

RENZI E CARRAI LA REGISTRAZIONE DEL CONTRATTO DELLA CASA A VIA DEGLI ALFANI A FIRENZE RENZI E CARRAI LA REGISTRAZIONE DEL CONTRATTO DELLA CASA A VIA DEGLI ALFANI A FIRENZE

Al più tardi tra maggio e giugno, Palazzo Chigi dovrà infatti indicare il nuovo Capo della Polizia (Alessandro Pansa raggiungerà l’età pensionabile), il nuovo Comandante generale della Guardia di Finanza (Saverio Capolupo compirà 65 anni in maggio), il nuovo direttore dell’Aisi, il nostro Servizio interno (il suo direttore, il generale dei carabinieri Arturo Esposito ha già superato l’età della pensione), i nuovi capi di stato maggiore di Aeronautica e Marina militare.

 

E ancora: sempre alla vigilia dell’estate, scadrà il mandato quadriennale del direttore del Dis (l’organo di coordinamento delle nostre due agenzie di Intelligence) Giampiero Massolo, per il quale non esiste un problema di “scadenza” anagrafica, ma sulla cui permanenza o meno dovrà pronunciarsi in ogni caso la Presidenza del Consiglio.

COMANDANTE CAPOLUPO COMANDANTE CAPOLUPO

 

A ben vedere, la nomina di Carrai è vicenda tutt’altro che chiusa. Se è infatti pacifico che, all’indomani delle stragi di Parigi, Renzi si sia convinto dell’urgenza di costituire una struttura con competenze di cybersicurezza che abbia un suo budget (150 i milioni stanziati nella legge di stabilità) e non si sovrapponga o doppi quelle di intelligence, ma che dialoghi, controlli e coordini il lavoro delle pubbliche amministrazioni e quello dei gestori delle Reti telematiche, resta da sciogliere un nodo decisivo. Se il futuro ruolo di responsabile della cybersicurezza presso palazzo Chigi sia un incarico tecnico o politico. E quali caveat siano necessari affinché una nomina di questo peso non diventi un pasticcio. Peggio, un “affare tra amici”.

arturo esposito arturo esposito

 

Al momento, Palazzo Chigi ragiona su un incarico biennale che comporterà la rinuncia di Carrai a qualunque carica societaria che lo possa potenzialmente mettere in una condizione di conflitto di interesse. Non fosse altro perché Carrai è oggi anche imprenditore nel mondo della sicurezza cibernetica (con solidi rapporti con Stati Uniti e Israele). Mentre è tutt’ora in discussione se la nuova struttura sarà incardinata nell’ufficio del consigliere militare della Presidenza del Consiglio, ovvero in quella del Dis o del sottosegretario con delega alla sicurezza nazionale Marco Minniti.

 

massolo giampieromassolo giampiero

Vedremo quale sarà la soluzione. Ma è un fatto che l’accelerazione metta a rumore un pezzo delle burocrazie della sicurezza. Gli “sconfitti” della stagione berlusconiana, che vedono nell’accelerazione di Palazzo Chigi la rinuncia a un appeasement con quel network di generali, uomini dei Servizi, alti ufficiali delle Forze armate che avevano scommesso che nella partita della “rottamazione” sarebbero rimasti fuori gli apparati in nome di un interesse bipartisan.

 

Affidato a un editoriale pubblicato ieri dal quotidiano il Tempo, “l’avviso ai naviganti” di Palazzo Chigi è arrivato infatti immediatamente e porta la firma di Luigi Bisignani, il fulcro nella stagione berlusconiana di quel sistema di relazioni tra apparati e interessi (l’Eni di Scaroni e la Finmeccanica di Guarguaglini) che hanno per anni disegnato non solo l’agenda di Palazzo Chigi, ma carriere e assetti della pubblica amministrazione.

 

Marco Minniti Marco Minniti

Travolto dalla stagione giudiziaria della P4, dalla fine politica di Berlusconi, Bisignani dipinge Renzi come il comandante del Titanic ostinatamente diretto verso gli iceberg che lo affonderanno. Lo invita ad ascoltare “il tintinnio di massoneria” che lo circonda, le inchieste delle Procure che si approssimano. Soprattutto, gli consiglia di “non giocare” con le nomine degli apparati, indicandole come la sua possibile tomba politica.

 

 capo della Polizia Alessandro Pansa capo della Polizia Alessandro Pansa

Una dichiarazione di guerra? E per conto di quale mondo? «Ma no – ride lui sornione al telefono – sono solo un osservatore, un vecchio democristiano che non ha dimenticato quella massima andreottiana per cui l’esperienza è la somma delle fregature che hai avuto nella vita. Ecco, Renzi dovrebbe ascoltare chi ha più esperienza di lui e ha visto come sono finiti Craxi e Berlusconi. Non può rompere con gli apparati, con la diplomazia, il Consiglio di Stato. Perché così andrà a sbattere. Dia retta, il Presidente. È ancora in tempo per cambiare idea e metodo. Non si chiuda nel triangolo magico. Non quello massone, per carità. Quello di Lotti, la Boschi e, ora, Carrai». Il presidente del Consiglio però non sembra curarsene troppo e assicurano che tirerà dritto.

luigi bisignaniluigi bisignani

 

2. L’ARTICOLO DI BISIGNANI SU “IL TEMPO”: IL TITANIC DEL GOVERNO STA PER AFFONDARE IN UNA TEMPESTA PERFETTA: MASSONI, SPIONI, BANCHIERI BANCAROTTIERI. 

Luigi Bisignani per Il Tempo

 

Caro Presidente Renzi, una tempesta perfetta sta per abbattersi sul Titanic del suo governo, con degli enormi iceberg che si vedono già nella nebbia e nel freddo sopraggiunto improvviso e che hanno nomi inquietanti: giustizia, Europa, banche, servizi segreti.

 

Luigi Bisignani con Giulio Andreotti Luigi Bisignani con Giulio Andreotti

Dato il coraggio dimostrato fino ad oggi, non farà come Schettino e può ancora schivare i pericoli, ma il tempo e i fatti congiurano contro di lei. Come Berlusconi della prima ora lei è ancora molto amato e, a differenza del Cavaliere, ha completamente dalla sua il Comandante supremo Sergio Mattarella che non disturba il manovratore.

 

Ma tutto il resto è in pericoloso movimento: quando giornali di destra e di sinistra cominciano a riesumare i fantasmi delle varie P2 o P3 significa che la partita a mandare tutto a rotoli è iniziata. Se a questo «tintinnio di massoneria», tra l' altro già evocato dal «Corriere della Sera», si aggiunge il lavoro di accertamento di più procure su persone a lei vicine, le onde iniziano a gonfiarsi paurosamente.

 

RENZI MOGHERINI AEREO DI STATORENZI MOGHERINI AEREO DI STATO

Il paradosso tutto italiano poi è sempre lo stesso: il fatto che lei abbia responsabilità dirette oppure sia vittima di clamorosi errori di omissione delle varie Consob e Banca d' Italia non significa proprio nulla. Da sempre gli organi di vigilanza sono dei moralizzatori fuori tempo massimo. Se poi incurante dei pericoli lei si mette anche a cincischiare con gli apparati più sensibili di intelligence pensando all' amico suo Carrai per la cyber-security, e poi si mette a polemizzare con pezzi importanti d' Europa, sarà difficile non andare a cozzare contro i ghiacciai.

 

lorenzo rosi pier luigi boschilorenzo rosi pier luigi boschi

Mi creda, e mi permetto di dirglielo con simpatia, non sottovaluti questi segnali. Ricordo bene il Presidente Andreotti quando sorrideva davanti alle prime pallide accuse che gli venivano mosse proprio dalla Germania sulle sue presunte e poi dimostratesi false contiguità mafiose.

 

Sa bene come è andata a finire. Cominci quindi ad essere meno altezzoso, convochi tutto lo stato maggiore e non soltanto il suo triangolo magico, e si lasci consigliare anche, soprattutto in politica estera, da qualche ammiraglio, magari in pensione, che più di lei ha girato il mondo. In questo momento, poi, non rinneghi gli ufficiali del tutto inadeguati che ha imposto, come Federica Mogherini, perché sta creando ancora più sconcerto nelle capitanerie occidentali che ancora non glielo perdonano.

MARIA ELENA BOSCHI COL PADRE PIERLUIGIMARIA ELENA BOSCHI COL PADRE PIERLUIGI

 

Ed infine lasci perdere almeno per un momento le nuove nomine nei servizi e nelle forze di polizia, di cui si sta appassionando, o quelle in Rai. Sta creando solo scompiglio e intossicando le cabine della sua nave in tempesta. I nuovi vedrà, per quanto fedeli, senza mezzi e con poca esperienza potranno fare davvero poco. In momenti come questi la fedeltà non è un' ancora a cui aggrapparsi.

 

Meglio dei radar che le facciano riprendere la rotta in tempo e prima che i suoi uomini e le sue donne cerchino riparo nelle scialuppe di salvataggio.

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?