matteo renzi firenze elly schlein

MATTEONZO HA PRESO IL MURO PROPRIO NELLA “SUA” FIRENZE – RENZI È FURIOSO PERCHÉ IL PD HA SCELTO COME CANDIDATO SINDACO SARA FUNARO, SENZA PASSARE PER LE PRIMARIE: “MI HANNO BUTTATO FUORI. SCHLEIN HA POSTO UN VETO SU DI ME” – IL SENATORE SEMPLICE DI RIAD GIÀ PREGUSTAVA DI METTERE I BASTONI FRA LE RUOTE ALLA “PUPILLA” DELL'EX AMICO DARIO NARDELLA. E INVECE È RIMASTO SPIAZZATO. E RILANCIA LA SFIDA CANDIDANDO LA VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE, STEFANIA SACCARDI: “ORA IL CENTROSINISTRA FACCIA LE PRIMARIE”

RENZI,'SACCARDI SARÀ CANDIDATA SINDACO FIRENZE DI IV E NON SOLO'

matteo renzi Stefania Saccardi

(ANSA) - "Votare Saccardi a sindaco sarà una cosa bellissima. È la candidata ufficiale, non solo di Italia Viva, da qui lanciamo un appello. Se davvero il centrosinistra fiorentino non vuole tradire se stesso facciano le primarie contro Stefania. Faccia le primarie Del Re, che le aveva chieste due mesi fa.

 

Rivolgo un appello a Funaro, visto che lei ha iniziato a far politica con la lista Renzi: nel 2009 furono le primarie a permettere a gente come Sara di avvicinarsi alla politica, io sogno le primarie a primavera tra Saccardi, Del Re, Funaro e poi chi vuol venire venga. Chi ha paura delle primarie ha paura della democrazia". Lo ha dichiarato il leader di Iv Matteo Renzi, a margine di una conferenza stampa sulle comunali a Firenze.

 

matteo renzi Stefania Saccardi

"Da queste parti non c'è nessuno che è arrabbiato. C'è una candidatura, quella di Saccardi, che sta in piedi e noi siamo tranquilli, belli gasati da questa opportunità. Se Del Re e Funaro faranno le primarie sarà una grande festa della democrazia. Poi tutti gli altri facciano quello che credono. Noi quando ci sono le elezioni si mette in campo gli specialisti dei voti, gli altri mettono in campo le specialiste dei veti". Lo ha dichiarato il leader di Iv Matteo Renzi, nel corso di una conferenza stampa a proposito delle prossime comunali a Firenze.

 

2 – A FIRENZE RENZI SI GIOCA TUTTO. «IL PD MI BUTTA FUORI DALL’ALLEANZA»

Daniela Preziosi per www.editorialedomani.it

 

schlein renzi

«Buttato fuori», dice proprio così Matteo Renzi, parla della coalizione di centrosinistra della sua Firenze. Ma è possibile che si sia fatto mettere nel sacco proprio a casa sua, la culla del renzismo, la sua signoria, dove è convinto di avere magari non più il tocco di Mida, ma almeno la golden share per la scelta del futuro sindaco per le comunali della prossima primavera? «Si è fatto fuori da solo», correggono dal Pd.

 

[…]

 

sara funaro

La sera dello scorso 4 dicembre, nel circolo Arci di San Bartolo a Cintoia, l’assemblea del Pd fiorentino ha deciso – con votazione a maggioranza, grande maggioranza – di non fare le primarie per il candidato sindaco e, fatta una consultazione su larga scala, di indicare la già lanciatissima Sara Funaro, assessora al welfare del comune di Firenze, nipote del sindaco dell’alluvione a Firenze, Piero Bargellini; un nome che, non è un mistero, ha fortissimamente voluto dall’inizio il sindaco uscente Dario Nardella, che è a fine mandato e si prepara a trasferirsi a Bruxelles.

 

Funaro è sostenuta, fin qui, da una coalizione di sette partiti: Pd, Azione, Più Europa, Sinistra Italiana, Psi, Verdi, Volt, «la coalizione salario minimo», la definisce il sindaco. E Renzi? Renzi si è ritrovato spiazzato dall’accelerazione. «Scommetteva sulle nostre divisioni interne», spiegano i dem della città, «era sicuro che fra noi la cosa andasse per le lunghe, e che così lui avesse grandi spazi di manovra».

NARDELLA RENZI

 

Ma soprattutto, raccontano ancora, voleva cavarsi il gusto di sventare la candidata dell’ex amico Nardella. Nei confronti del quale, assicurano altri suoi ex amici, «nutre ormai un astio incomprensibile, psicologico, che lo acceca».

 

Voleva insomma far vedere di essere ancora comunque il numero uno, indispensabile, voleva essere il king maker come lo è stato proprio di Nardella. E non solo: lui ha fatto e disfatto il governo Conte II, ha fatto il governo Draghi, e vuoi che non riesce a intortare un Pd composto in gran maggioranza da quelli che stavano con lui?

 

Non gli è riuscito, almeno per ora. E così adesso si sente «buttato fuori», spiega ai suoi, «pur di farmi fuori il Pd ha accettato il veto di Sinistra italiana, che sta nella coalizione solo a patto che io ne resti fuori». Su questo veto ha qualche ragione.

 

renzi nardella

Il partito di Fratoianni, per entrare nella coalizione del centrosinistra e abbandonare la lista “Sinistra progetto comune”, in linea con l’accordo nazionale, non può fare la parte di quello che trangugia tutto: quindi nell’accordo ha fatto mettere nero su bianco il niet su Iv.

 

 Invece dal Pd la dicono diversamente: Italia viva può aggiungersi alla compagnia, se vuole, l’ex premier sta usando questa storia solo «per fare un po’ di vittimismo». La stessa Funaro ha subito parlato di «porte aperte», la decisione spetterà alla coalizione. Provocando immediato mal di stomaco dal lato sinistro. […]

 

Dal partitone però tranquillità: circola un sondaggio secondo cui il centrosinistra è avanti già al primo turno, senza Renzi e anche senza i Cinque stelle, dei quali si aspetta la decisione. Nardella e Conte hanno un canale aperto, ma il presidente grillino ancora non ha deciso.

 

nardella sara funaro

«Ma anche se alla fine si andasse al ballottaggio, gli elettori di Iv a Firenze voterebbero per la destra?», è la domanda retorica democratica. «E con una candidata Pd di area riformista» (Funaro ha votato Stefano Bonaccini al congresso), «e che ha iniziato a fare politica con i “volti nuovi per Palazzo Vecchio”, e cioè un’invenzione renziana?» Difficile.

 

Lo stesso vale per i grillini. E alla fine, dicono al Pd, vale anche per la lista di sinistra lanciata sul Fatto da Tomaso Montanari, lo storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, che detesta l’ex sindaco più o meno quanto detesta quello; e che però non si candiderebbe a capitanarla. Montanari oggi di Funaro si trova a dire la stessa cosa che dice Renzi, ed è una prima volta per entrambi: che è «un Nardella ter».

 

GRAMSHISH - MEME BY EMILIANO CARLI

Ma se Montanari con il Pd mai, per Renzi il guaio è un po’ più serio: stavolta si è messo nell’angolo da solo, stavolta per l’ambizione di contare troppo rischia di diventare ininfluente. E così, proseguono ancora dal Pd, Firenze diventerebbe il laboratorio nazionale delle alleanze come le ha in testa Elly Schlein: una sinistra allargata ai cespugli, che si trascina appresso Conte, e tanti saluti a Italia viva. […]

 

Vista dal lato Renzi le cose stanno diversamente. La sua candidata di bandiera è la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi. Lo spazio di manovra che gli resta è lo scontento di Cecilia Del Re, ex assessora, bonacciniana anche lei ma in rotta di collisione con Nardella, e aspirante candidata dem: chiedeva le primarie per sfidare Funaro.

 

Il leader Iv ha scritto di getto, sul Riformista, il suo scontento: «La città che ha prodotto il cambiamento della rottamazione e della parità di genere (non a caso qui il centrosinistra tre candidati, tutte donne: Sara Funaro, Cecilia Del Re, e Stefania Saccardi, segno che quando si investe su protagonismo femminile, la generazione successiva raccoglie i frutti dell’idealismo di chi l’ha preceduta) ha scelto di rifiutare le primarie per blindare la candidata imposta dal sindaco uscente. Quando i leader hanno coraggio fanno le primarie. Quando i leader non hanno coraggio» leggasi Schlein ma anche Nardella «non solo non fanno le primarie, ma in realtà non sono neppure leader. E gli accordicchi che di queste ore lo dimostrano».

 

MATTEO RENZI - ASSEMBLEA NAZIONALE DI ITALIA VIVA

[…] Perché il leader di Iv invece è convinto che il vero veto su di lui è quello di Schlein, e che se il Pd corre senza di lui, Funaro non passa al primo turno. La destra sta per lanciare Eike Schmidt, direttore degli Uffizi («Un altro che ho portato io», dixit); ma c’è anche l’ipotesi Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio. Dunque al primo turno Renzi andrebbe alla guerra con il Pd. E se poi si va al ballottaggio», riferiscono i suoi, «per votare Funaro, al Pd facciamo una lista della spesa che nemmeno alla Coop».

MATTEO RENZI MATTEO RENZI. matteo renzi.

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