NON ROMPETECI I MARÒ - MODI VALUTA LA PROPOSTA CONSENSUALE DELL’ITALIA SULLA VICENDA DEI 2 FUCILIERI: IL DOSSIER AD UNA SPIA INDIANA - PRESSING DELLA UE, LADY ASHTON: INACCETTABILI I RITARDI INDIANI

Danilo Taino per “il Corriere della Sera

 

matteo renzi linguacciamatteo renzi linguaccia

La questione marò è arrivata sul tavolo della spia più leggendaria dell’India, Ajit Doval, consigliere per la sicurezza nazionale del primo ministro Narendra Modi. Buon segno. Doval, 69 anni, è uno dei massimi esperti di sicurezza in Asia, un mito nel mondo dell’intelligence: un falco che in 35 anni di carriera ha condotto operazioni sotto copertura in mezzo continente; ma che negli affari di governo è pragmatico. Il fatto che a occuparsi della vicenda sia lui, vicinissimo a Modi, significa che la vicenda ha finalmente salito i gradini delle priorità di New Delhi e ora è trattata dall’ufficio del primo ministro. 
 

D’altra parte, anche in Italia è ormai stata presa in carico direttamente da Matteo Renzi e Palazzo Chigi. Che, dunque, dovranno confrontarsi, anche se indirettamente, con una volpe dei servizi di intelligence. Ieri, il quotidiano indiano Economic Times ha scritto che «presto» Doval presiederà una riunione di alto livello sulla vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati di avere ucciso, mentre erano in missione antipirateria, due pescatori indiani il 15 febbraio 2012.

NARENDRA MODI INDIA NARENDRA MODI INDIA

 

Il meeting dovrà orientarsi su una risposta da dare a una proposta di soluzione consensuale della controversia tra i due Paesi avanzata da Roma. Il portavoce del governo di Delhi ha detto che «non ci sono negoziati in corso tra India e Italia»: l’ingresso in azione dell’ufficio di Modi, però, indica che il suo governo sta preparandosi a rispondere al pressing diplomatico italiano. 
 

DANIELE MANCINI TRA SALVATORE GIRONE E MASSIMILIANO LATORRE jpegDANIELE MANCINI TRA SALVATORE GIRONE E MASSIMILIANO LATORRE jpeg

Importante, perché c’è una questione tempo. Dal 12 settembre, uno dei due marò, Latorre, è in Italia per una convalescenza di quattro mesi dopo essere stato colpito da un ictus, mentre Girone è rimasto a Delhi: se alla scadenza della convalescenza, il 13 gennaio, non si sarà trovata una soluzione, Latorre dovrà tornare in India oppure rimanere in Italia disattendendo all’impegno di ritornare, preso con le autorità indiane, e lasciando Girone in una posizione difficile. 
 

La controversia — l’Italia non riconosce il diritto dell’India di giudicare i due fucilieri — è dunque a un passaggio delicato. Roma ha proposto una soluzione giuridica che spera possa essere accettata da Delhi: l’obiettivo è quello che gli anglosassoni chiamano un save face agreement , un accordo che permetta ai contendenti di salvare la faccia, di chiudere una vicenda, condotta male per oltre due anni da entrambe le parti, senza che nessuno possa dire di avere perso.

 

Casi di contenziosi internazionali chiusi in passato in questo modo ci sono, negoziati direttamente tra governi o con l’intervento di un arbitro. In più, l’Italia vorrebbe sostenere la proposta con una serie di iniziative di appoggio, finalizzate a migliorare i rapporti politici, economi, culturali. 
 

I DUE MARO GIRONE E LATORRE I DUE MARO GIRONE E LATORRE

I giornali indiani dicono che il governo Modi sembra intenzionato a muoversi in modo morbido nella risposta. L’opinione di Doval, che prima di tutto terrà conto degli interessi dell’India, sarà comunque importante. L’uomo non è per le mezze misure. Nella sua carriera ha, tra l’altro, operato — almeno così pare — sotto copertura in Cina, in Birmania, in Pakistan, nel Kashmir e in Afghanistan, con successo. Nel 1988, si finse un agente pakistano per infiltrarsi nel Tempio d’Oro di Amritsar, occupato da militanti Sikh. Poi, è stato capo dell’Intelligence Bureau, il servizio segreto indiano.

 

Dal 2005 ha guidato, fino allo scorso maggio quando Modi l’ha chiamato nell’Amministrazione, la fondazione di studi strategici Vivekananda International, la quale sul caso marò non è mai stata intransigente e ha sostenuto che «i rapporti India-Italia sono troppo importanti per permettere che si deteriorino». Ieri, anche l’Alto rappresentante della Politica Estera delle Ue, Catherine Ashton, è intervenuta sulla vicenda. Ha detto che i ritardi indiani nella gestione del caso sono «inaccettabili» e che la Ue «ha esortato l’India a trovare al più presto una soluzione rapida e soddisfacente alla controversia, in base alla Convenzione dell’Onu sul diritto del mare». 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”