1. COME FACILMENTE PREVEDIBILE, IL PATTO LETTANIPOTE-RENZIE ERA UNA PHOTO-OPPORTUNITY. E IERI IL ROTTAM’ATTORE HA PIAZZATO IL PRIMO COLPO VINCENTE STRAPPANDO LA RIFORMA ELETTORALE A PALAZZO MADAMA, DOVE LA FINOCCHIARO L’AVEVA INSABBIATA, E FACENDOLA ATTERRARE ALLA CAMERA, DOVE I NUMERI SONO PIÙ FAVOREVOLI 2. PER GLI ALFANOI E L’ALA INCIUCISTA DEL PIDDÌ È UNA PRIMA BOTTA. E UN AIUTO FONDAMENTALE A RENZIE È ARRIVATO DA QUELLA VECCHIA VOLPE DI PIETRINO GRASSO, (AL MOMENTO DI SPEDIRE AI GIARDINETTI RE GIORGIO, FORSE RENZIE SE NE RICORDERÀ) 3. COM’È TRISTE E SENZA FINE LA CADUTA NEL FANGO DEI MORALIZZATORI IN BRACHE VERDI CHE GRIDAVANO “ROMA LADRONA!”. BELSITO SPUTTANA TOSI, ZAIA, BOSSI E SALVINI

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - UNO A ZERO E PALLA AL CENTRO
Come facilmente prevedibile, il presunto patto Lettanipote-Renzie era una semplice photo-opportunity. E ieri il Rottam'attore ha piazzato il primo colpo vincente strappando la riforma elettorale a Palazzo Madama, dove obiettivamente si dormiva da mesi, e facendola atterrare alla Camera, dove i numeri sono più favorevoli.

Per gli alfanoidi e l'ala inciucista del Piddì è una prima botta. E un aiuto fondamentale a Renzie è arrivato da quella vecchia volpe di Piero Grasso, che ha benedetto e agevolato il trasloco della legge su cui si gioca la durata del governo. Il presidente del Senato, a questo punto, esce allo scoperto come unico vero alter ego nel Palazzo per il Principino Matteo. E chissà, al momento di sostituire Re Giorgio, forse Renzie se ne ricorderà.

Repubblica annusa venti di guerra e spara in prima: "Legge elettorale, è già battaglia. Alfano: un patto o crisi. Renzi: niente veti. Asse Berlusconi-Grillo". Il Messaggero parla di "blitz di Renzi" (p. 1) e spiffera: "Renzi vuole le mani libere. Letta e Colle mediano. Sia il Quirinale che Palazzo Chigi puntano sui malumori democrat per frenare il movimentismo del sindaco" (p. 3).

Il Corriere in prima parla solo di "caso legge elettorale" e dentro registra preoccupato: "Asse tra Pd, 5 Stelle e Sel: legge elettorale alla Camera. E' la prima sfida ad Alfano. Quagliariello: accordo per la Befana o crisi" (p. 2). Ma non è un ultimatum, quello del buon Quagliariello. Quando il ministro dice "Accordo per la Befana" intende che la vuole inserire nella Costituzione. Poi passa l'ex pm Grasso e firma la rivendicazione: "Grasso: avevo avvertito i partiti e non potevo tollerare lo stallo. Velocizzare tutto. Io la palla la alzo, ma ora tocca alla politica schiacciarla" (p. 3).

2 - IL POETA IN REDAZIONE
Aldo Cazzullo cazzulleggia da par suo sulla prima pagina del Corriere della Stabilità (bancaria) e, accortosi del fatto che Lettanipote, Renzie e Alfanayev hanno più o meno la stessa età, ci descrive "la generazione dei bravi ragazzi". Dopo averci ficcato dentro anche la simpatica ex fascistella Giorgia Meloni, a un certo punto scrive: "Per un ragazzo che ancora non vota, ed è tentato di non farlo mai, un trentenne al potere non è un esperimento azzardato ma un fratello maggiore che finalmente si assume le proprie responsabilità".

3 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Tranquilli, arriva la ripresa. Solo che la gente non lo capisce. "Consumi fermi, inflazione ai minimi dal 2009. Draghi: prezzi bassi ancora a lungo, Bce pronta a sostenere la ripresa" (Corriere, p. 10). "Mini Imu, la carica dei sindaci. Saldo a gennaio in 2.400 Comuni. Tra i centri che hanno alzato l'aliquota 50 capoluoghi" (p. 12). E poi, vai con quello che andrebbe definito "l'emendamento Tremonti": "Niente più contanti per pagare gli affitti" (Corriere, p. 13).

4 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
"Bollette e Rc auto, arrivano gli sconti. Dopo la fiducia Letta riparte dall'economia. Ecco ‘Destinazione Italia', con gli incentivi per le imprese". "Fisco facile, giustizia veloce. Così il governo prova a importare investimenti". "Pensioni, fino a 2000 euro la rivalutazione sarà piena". Per un giorno la Stampa di Mariopio Calabresi supera il Tg1 e vince la palma di miglior gazzetta di Palazzo Chigi (pp. 2-3).
Comunque "Destinazione Italia" è un nome perfetto. Rende benissimo l'idea di qualcuno o qualcosa che arriva dall'estero. Come il nostro governo.

5 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
La scandalosa marchetta del governo Letta a Unicredit e Intesa Sanpaolo sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia non appassiona i giornaloni di Lor signori, che continuano a seguire la faccenda pigramente e mettendoci la sordina. Stampa: "Quote Bankitalia, lo stop da Bundesbank non spaventa Visco. ‘Le grandi banche usino i proventi per fare credito". Insomma, il centrotavola di Drago Draghi ci vuol far credere che quel regalo da migliaia di miliardi potrà dare una spinta all'economia reale (p. 25). Il Messaggero garantisce: "Visco: ‘La rivalutazione delle quote Bankitalia non è aiuto alle banche" (p. 11). Se lo dice lui.

6 - MA FACCE RIDE!
Silenzio, parla il senatore leghista Michelino Davico, minacciato per aver votato la fiducia a Lettanipote: "Se cade questo governo precipitiamo nell'anarchia" (Repubblica, p. 4). No, Michelino. Se cade questo governo al massimo lei va a casa e si trova un altro lavoro.

7 - DUE FORCONI DUE MISURE
Alla Sapienza, inutile parata di ministri e fuori tanti ragazzi incazzati. Lettanipote, da bravo "trentenne", come direbbe Cazzullo, fiuta l'ariaccia e se ne resta a Palazzo. Il rettore Frati, quello con la famiglia intera in cattedra, chiama la Celere e quelli stavolta il casco non se lo tolgono. Ecco la cronaca di Luca De Carolis sul Cetriolo Quotidiano: "Studenti contro il governo, la polizia stavolta carica. Bombe carta alla Sapienza di Roma, gli agenti fanno irruzione. I manifestanti: ‘Oggi non vi levate i caschi?" (p. 4).

Istruttivo anche scoprire che la ragazza No-Tav del bacio al poliziotto è stata denunciata per violenza sessuale e oltraggio a pubblico ufficiale (Repubblica, p. 29). La denuncia è stata fatta dal sindacato di polizia Coisp, quelli della signora Aldrovandi. Altro non serve dire.

Repubblica intervista Mister Mutanda Gianluigi Cimmino, amministratore delegato di Yamamay e grande inserzionista pubblicitario (Dio lo benedica!), che è incazzatissimo: "Tutto il sistema Italia si blocca, gli investitori pubblicitari, i fornitori, i commercianti: ne risente tutta la filiera. Quella dei Forconi è una manifestazione allucinante in un momento in cui gran parte delle aziende si gioca il futuro sugli introiti del Natale, dopo un anno disastroso. Sono arrabbiato con chi sta strumentalizzando la crisi, con chi sta sfruttando questa gente per fare un ulteriore danno al Paese" (p. 13).
Fa quasi sorridere, infine, questo titolone speranzoso del Giornale di Berlusconi: "Gli italiani imbracciano i Forconi" (p. 3). Pregate che non vengano ad Arcore, piuttosto.

8 - NON SONO STATO, IO
Oggi siamo grati alla Stampa anche perché dà voce a un servitore dello Stato come Paola Basilone, ex vicecapo della polizia oggi prefettessa di Torino, che introduce nell'ordinamento italiano il nuovo istituto delle dimissioni telefoniche. Dice Basilone: "Mi sono dimessa stamattina, telefonicamente, anche perché non c'era il tempo di fare in altro modo. Le mie dimissioni sono state respinte" (p. 5).

Anche perché dall'altra parte della cornetta c'era Alfanayev, che non si è dimesso per la rendition kazaka della piccola Alma, e alla Giustizia c'è sempre la prefettessa Cancellieri, incollata alla poltrona anche dopo la pubblicazione delle sue affettuose telefonate con la famiglia di un latitante. Insomma, c'è una certa coerenza di governo e chi è questa Basilone per minarla?

9 - NANO DECADENCE
Ultima struggente puntata del tele-dramma di Hardcore: "Berlusconi sale sulle barricate: ‘Se mi arrestano sarà rivoluzione', asse con il M5S contro la manovra. Interdizione, gli avvocati presentano il ricorso". La piddina Donatella Ferranti: "Custodia meno automatica ma Silvio si scordi una leggina per lui" (Repubblica, p. 6).

Poi, la tragedia personale lascia rapidamente il passo alla farsa quando si legge: "Parlamento occupato e Rai presidiata, ecco il piano d'attacco del Cavaliere. Il leader Fi prepara anche un videomessaggio per le reti Mediaset" (Repubblica, p. 7). E anche il Corriere ci mette del suo con questo pezzo: "E' un flop l'arruolamento delle giovani leve azzurre. Nessun ‘baby Maradona' tra i falchetti. L'amarezza di Dell'Utri: cerchiamo ancora" (p. 9). Magari, prova a Santo Domingo.

10 - RIZZOLI E L'IPOCRISIA DEGLI ADDII
"Addio Rizzoli, una vita in lotta con la giustizia", titola la Stampa in prima pagina. Ma forse sarebbe stato più preciso scrivere "una vita in lotta con la legalità". Mentre da MF piove un titolo sulla jella: "Un editore vero, ma sfortunato". Sul Corriere, sorvoliamo per solidarietà ai suoi giornalisti.

C'è che in occasioni del genere si manifesta tutta l'autoreferenzialità del circoletto politico-giornalistico e forse sarebbe meglio pensare ai veri interessi dei lettori e dedicare a notizie del genere poche righe. A meno che non si possieda la mano di un Alberto Statera, capace di raccontare tutta la storia di Rizzoli senza sconti e senza infierire in alcun modo ("La morte di Angelo Rizzoli, parabola di un uomo debole nel verminaio targato P2", pp. 24-25).

11- QUALCUNO AVEVA UN BELSITO
Com'è triste e senza fine la caduta nel fango dei moralizzatori in brache verdi che gridavano "Roma ladrona!". L'ex tesoriere ligure-calabrese Ciccio Belsito, una faccia un programma, sta mettendo nei guai più gente possibile: "Belsito: ‘Soldi in nero ai big della Lega Nord'. L'ex tesoriere: ‘Cota mi indicava i fornitori, gli ho pagato anche un'auto'.

Osserva Paolo Colonnello sulla Stampa che "i tanti omissis nelle carte fanno intuire che le indagini saranno estese ad altri" (p. 16). E su quel che resta delle Sega Nord spara anche Repubblica: "Tangenti in Veneto per la Lega'. Belsito ai pm: Zaia e Tosi sapevano. L'ex tesoriere accusa anche il neo leader Salvini: soldi in nero. La società Siram avrebbe versato mazzette per garantirsi appalti negli ospedali" (p. 17).

12 - AVVISI CONSOB (UN NUOVO SERVIZIO DI DAGOSPIA)
"Bollorè: c'è un nuovo socio per Mediobanca. ‘Con l'accordo di tutti pronto a salire all'8%. Per il 3% trovato un investitore internazionale" (Corriere, p. 33). Nota per il presidente Vago Vegas: il nostro servizio è gratuito. Lo facciamo per il Dio Mercato.

 

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