
"MELONI, COME SALVINI NEL 2019, PUNTA AI PIENI POTERI" - MATTEO RENZI TORNA A MORDERE LA DUCETTA: "MI PREOCCUPA LA SUA CONCEZIONE PROPRIETARIA DELLE ISTITUZIONI E DEI SERVIZI SEGRETI" - E AZZANNA "PIER DUDI": "DOPO L’ADDIO A MONDADORI, MEDIASET MI HA CANCELLATO DAL PALINSESTO. NON HO ANCORA CAPITO SE È UNA DECISIONE AUTONOMA DI PIER SILVIO O UNA RICHIESTA DI GIORGIA MELONI. SILVIO AVEVA TUTTA UN’ALTRA CLASSE, ANCHE QUANDO C’ERA DA LITIGARE. IL PADRE ERA UN FUORICLASSE, IL FIGLIO UN FUORI CORSO” – "PUTIN? È UNO STRAORDINARIO NEGOZIATORE. VIENE DAL KGB, NON È UN INFLUENCER CHE PUNTA AI LIKE.
Claudio Bozza per corriere.it - Estratti
MATTEO E AGNESE RENZI SULLE DOLOMITI
11 agosto 2016: Matteo Renzi è pronto per volare in Sardegna e staccare qualche giorno con la moglie e i tre figli. Ma alle 6 del mattino il telefono del premier squilla: sono i vertici dei servizi segreti.
«Presidente, dove si trova?».
«Appena uscito dalla doccia».
«Tra 10 minuti siamo da lei».
Senatore Renzi, che stava succedendo?
«Sono i mesi della paura. Al Qaeda e Isis colpiscono ovunque in Europa, non in Italia.
Abbiamo un’organizzazione capillare. Ma davanti a un caffè alle 6.30 del mattino, al terzo piano di Palazzo Chigi, il sottosegretario Minniti mi dice: abbiamo sotto controllo 100 sospetti terroristi, da stanotte uno è sparito. E su Facebook ha pubblicato la lista dei kamikaze più celebri con date di nascita e morte. L’ultimo nome è il suo, data della morte: 11 agosto».
E che fa?
«Per la nostra intelligence è un chiaro messaggio: vuole farsi saltare in aria. Abbiamo poche ore per prenderlo.
Qualcuno mi propone di lanciare un allarme a reti unificate al Paese, altrimenti, mi dicono “daranno la colpa a te”. È una scelta delicata. Ma non ha senso impaurire 60 milioni di italiani solo per pararsi la coscienza. Dico ai vertici delle forze dell’ordine: raddoppiamo la vigilanza e troviamolo.
MATTEO RENZI CON UN TAMBURELLO ALLA TAVERNA ANEMA E CORE A CAPRI
Ore drammatiche, incollati al telefono. Poi la svolta: viene catturato. Agenti e Servizi si confermano eccezionali. Arrivo al mare la sera, e con i ragazzi faccio finta di nulla».
Tre anni più tardi lei non è più premier, ma è il regista di un altro Ferragosto di fuoco, impedendo a Salvini di prendere «pieni poteri». È la famigerata estate del Papeete: come architettò quel piano?
«Vedo le cubiste, il mojito, Salvini che fa il dj. Se quello si prende i pieni poteri, mi dico, finisce male. Consideri che qualche settimana prima i grillini mi avevano accolto in Senato con il gesto delle manette, riferendosi all’incredibile arresto, poi annullato, dei miei genitori. Umanamente mi avevano ferito in modo violento. Ma la politica non si fa col risentimento. Chiamo Dario Franceschini e divento il fautore del governo giallorosso. Con le elezioni, Salvini avrebbe ottenuto un’ampia maggioranza sovranista per governare e poi eleggere il presidente della Repubblica nel 2022. Roba pericolosa».
Una mossa del cavallo.
«Vinco il mio maldipancia personale e lavoro al Conte II. C’erano varie ipotesi per Palazzo Chigi: da Raffaele Cantone a Gaetano Manfredi. La scelta di sostenere un Conte bis aiutava i 5 Stelle, che in cambio lasciavano al Pd il commissario Ue.Quando mi fu chiesto se fossi disponibile ad andare a Bruxelles risposi: “Non fa per me, mandiamoci Paolo Gentiloni”. Per me conta la politica, non la sistemazione personale: anche per questo ho rinunciato a qualsiasi ministero in cambio del via libera a un Conte ter».
MARINA E PIER SILVIO BERLUSCONI
Putin è uscito vincitore dal vertice di Anchorage. Lei, da premier, è il leader che ha fatto più bilaterali con il presidente della Russia.
«La Russia è responsabile dell’aggressione all’Ucraina: incontestabile. Ciò premesso, Putin è uno straordinario negoziatore. Viene dal Kgb, non è un influencer che punta ai like. Incassa il tappeto rosso in Alaska, rafforza il rapporto personale con Trump, ma non vola in Alaska per firmare una tregua: nella sua visione, per come lo conosco io, c’è l’obiettivo di una nuova Yalta. Putin pensa a come immaginare un ordine mondiale per i prossimi vent’anni».
Com’è negoziare con lui?
«Usa un tono di voce monocorde, sembra persino pacato. La costruzione di ogni frase è molto attenta, prima un paio di premesse e poi l’affondo. Un professionista».
(...)
Dopo che ha annunciato l’addio a Mondadori, editore dei suoi libri, in polemica con Pier Silvio, ha più risentito il figlio di Berlusconi?
«No. Ma la cosa incredibile è che dal giorno dopo Mediaset mi ha cancellato dal palinsesto. Credo di essere il leader di partito meno presente sulle reti del Biscione. Non ho ancora capito se è una decisione autonoma di Pier Silvio o una richiesta di Giorgia Meloni. In ogni caso Silvio Berlusconi aveva tutta un’altra classe, anche quando c’era da litigare. Il padre era un fuoriclasse, il figlio un fuori corso».
L’altra sera era con la famiglia a Capri, a cantare con tanto di tamburello insieme tra gli altri a Jerry Calà, all’Anema e core. Lei che si è imposto nella politica come il «rottamatore» è un nostalgico degli anni 80?
MATTEO RENZI DURANTE LA PARTITA DEL CUORE
«L’Anema e core è sempre divertente e Gianluigi Lembo è un amico. Nessuna nostalgia degli anni 80, io mi adatto ovunque vado. E sto bene. Ho passato una settimana in Corsica a luglio con Agnese. Da soli. E nella settimana di Ferragosto siamo stati con i figli, ormai tutti maggiorenni, per qualche giorno al mare. Ballare con i tamburelli è stata una serata felice».
Con la premier aveva un rapporto di lunga data. Non vi sentite proprio più?
«Conosco Giorgia Meloni da vent’anni: lei giovanissima ministra, io sindaco. A livello personale le auguro il meglio, ma sui risultati non vedo progressi per il Paese. Mi preoccupa la concezione proprietaria delle istituzioni e dei servizi segreti: come Salvini nel 2019, punta ai pieni poteri».
silvio berlusconi matteo renzi
È vero che stravede per Silvia Salis? Si racconta che un po’ si riveda nella sindaca di Genova: giovane e di immediato successo. Inoltre: è una donna. Potrebbe essere lei l’anti Meloni del 2027?
«Silvia farà molto bene a Genova. Però il servizio migliore che possiamo fare a lei e a tutto il centrosinistra è tenerla fuori dal gioco dei palazzi romani e consentirle di fare bene la sindaca. Io amo i sindaci da sempre: anche in Calabria, se candidassimo il sindaco giusto vinceremmo a mani basse. Sulla leadership del centrosinistra vedo due alternative: la forza della coalizione che arriva prima esprime il candidato. Oppure primarie di coalizione e che vinca il migliore. Quello che è certo è che se stiamo tutti uniti, vinceremo le Politiche».
vladimir putin matteo renzi
matteo renzi al senato si rivolge a antonio tajani
silvio berlusconi matteo renzi
MATTEO RENZI - ASSEMBLEA NAZIONALE DI ITALIA VIVA A GENOVA
matteo renzi al senato si rivolge a antonio tajani
MATTEO RENZI - ASSEMBLEA NAZIONALE DI ITALIA VIVA A GENOVA
renzi meloni
pier silvio berlusconi a drive in 12
matteo renzi vladimir putin
matteo renzi partita del cuore