1. L’ULTIMA ROTTAMAZIONE È QUELLA DI MICHELONE SANTORO: ANDANDO OSPITE DA PORRO ALLA STESSA ORA, RENZI GLI HA FATTO PERDERE LA GRANDE BATTAGLIA DELLO SHARE 2. DA GENNAIO A OGGI, OVVERO DAL PATTO DEL NAZARENO, ALLE SPALLE DEL PREMIER C’È SOLO UNA LUNGA SCIA DI ASFALTATI. LUI OCCUPA TUTTO: CENTRO, DESTRA E SINISTRA 3. IN ECONOMIA, UN PICCOLO CAPOLAVORO: QUANDO ANNUNCIA LA RIFORMA DEL’ART. 18 FA BRECCIA A DESTRA, MA QUANDO DISTRIBUISCE GLI 80 EURO MENSILI FA UNA COSA DI SINISTRA 4. SULLA RIFORMA DEL LAVORO HA MESSO LA TERRIBILE CGIL NELL’ANGOLO E SU QUELLA DELLA GIUSTIZIA HA RIDICOLIZZATO L’ANM CON LA STORIA DELLE MAXI-VACANZE DI UN MESE E MEZZO 5. IL PD ORMAI È SEMPLICEMENTE IL COMITATO ELETTORALE DI RENZIE, L’NCD È UN FANTASMA AL GOVERNO E FORZA ITALIA NON VIENE ATTACCATA SOLO PERCHÉ C’È IL PATTO DEL NAZARENO 6. CON RENZIE, GRILLO NON FA PIÙ PAURA, NEPPURE SE CAVALCA LA BATTAGLIA ANTI EURO. PERCHÉ ANCHE QUI, RENZIE SI È GIÀ SCHIERATO AL CENTRO DEL TERRENO CONTESTANDO LE POLITICHE RIGORISTE E ATTEGGIANDOSI A GRANDE AVVERSARIO DELLA MERKEL E DELLA TROIKA

DAGOANALISI

 

PERCHÉ, ROTTAMANDO ROTTAMANDO, RENZI HA OCCUPATO IL CENTRO DELLA SCENA FACENDO PIAZZA PULITA

 

renzi pezzatissimo di sudorerenzi pezzatissimo di sudore

L’ultima rottamazione l’ha portata a termine giovedì sera andando a “Virus” da Nicola Porro: gli ha regalato 1.581.000 spettatori (6,9% di share) e il primato su “Servizio pubblico”. Renzi», ha piagnucolato Santoro, “dopo aver sentito Della Valle si è messo in azione. Badate bene rottamare i talk scomodi non è una idea originale, l’ha già avuta Berlusconi a suo tempo. Ma Renzi ha trovato un modo più originale per farlo: vuole farlo con l’aiuto del pubblico. Quindi se i talk scomodi saranno rottamati sarà una decisione vostra».

 

Sistemato Santoro, che aveva dato spazio alle intemerate di Diego Della Valle contro il premier. Matteo Renzi è uno schiacciasassi e se si mette di buzzo buono, scegliendo dove andare, rottama anche i talk show che vuole punire. Perché alla fine resta in piedi sempre lui. Da gennaio a oggi, ovvero dal patto del Nazareno, alle sue spalle c’è solo una lunga scia di asfalto (e di asfaltati).

 

MICHELE SANTORO PRIMA E DOPO LA TINTAMICHELE SANTORO PRIMA E DOPO LA TINTA

La strategia (vincente) del premier, quella che gli consente di stare sopra il 40%, è quella di occupare tutti gli spazi: il centro, la destra e la sinistra. Il centro lo occupa senza neppure doverci riflettere perché Renzie è un moderato per natura. Basta vedere come riesca a non infilarsi mai in polemiche su temi etici, oppure come maneggia il confronto con settori delicati dello Stato come le forze di polizia, con cui, dopo un’iniziale polemica, sta trattando addirittura lo sblocco degli aumenti contrattuali.

 

Ma il vero capolavoro “tuttocampista” è sulla politica economica. Quando annuncia i titoli della riforma del lavoro, con l’addio alle vecchie tutele e la volontà di riscrivere lo Statuto dei lavoratori anche senza il consenso dei sindacati, Renzie fa quello che la destra al governo non ha saputo fare. Ma quando abbassa le tasse ai redditi medio-bassi, e mette i famosi 80 euro mensili in busta paga, fa una cosa decisamente di sinistra. Così come di sinistra è la lotta ai troppi contratti precari.

 

diego della valle RENZI diego della valle RENZI

Occupando, occupando, ovviamente si fanno dei rottamati. Su articolo 18 e dintorni i sindacati che oseranno opporsi andranno incontro a una sconfitta annunciata. La Cgil può anche riuscire a portare in piazza i 3 milioni di Cofferati, ma è politicamente isolata perché la stragrande maggioranza del Pd le ha voltato le spalle. Renzie è riuscito, tanto per cambiare, a porsi come il nuovo e le posizioni della Camusso odorano di conservazione. Alla fine vincerà lui e avrà anche lo scalpo dei sindacati.

 

Un altro terreno dove il premier ha mostrato tutta la propria abilità è quello della giustizia. Ha fatto una riforma che la destra non è stata in grado di fare, ma l’ha fatta dialogando con tutti e mediando fino allo sfinimento. Quindi ha deciso che era il momento di chiudere e per vincere le resistenze della magistratura associata è partito all’attacco con la storia del mese e mezzo di ferie dei giudici. In realtà quelle sono le vacanze degli avvocati, ma sono sottigliezze. I magistrati sono stati ridicolizzati, sono stati additati come una casta pigra e anche su di loro è passato il rullo di Palazzo Chigi.

renzi porro virusrenzi porro virus

 

Anche sul tema delle tasse e dello Stato inefficiente, al quale l’elettorato di centrodestra è assai sensibile, Renzie ha giocato la sua partita senza paura alcuna. Il premier continua a prendersela con le burocrazie e ha promesso una notevole semplificazione fiscale, dalla dichiarazione dei redditi pre-compilata all’unificazione delle tasse sulla casa.  

 

Poi ci sono i partiti, o quel che resta di essi. E anche qui Renzie ha rottamato tutti quanti. Il Pd, virtualmente, non c’è quasi più. Si è visto come si sono sfaldate le minoranze sull’articolo 18 e lo spettacolo di un Bersani e di un D’Alema ridotti a semplici voci di testimonianza ha fatto capire una volta di più che non c’è nessuno veramente in grado di sbarrargli la strada. Il partito perde tessere perché si sta trasformando in quello che voleva Renzi: il suo personale comitato elettorale.

 

Il secondo partito della maggioranza di governo, l’Ncd, è praticamente sparito. Angelino Alfano non tenta neanche lontanamente una minima competizione interna con Renzie e guida le sue truppe all’insegna del basso profilo. Un alleato più docile, Renzie, non poteva fabbricarselo.

porro virusporro virus

 

Forza Italia vivacchia intorno al 15% e si salva dalla rottamazione del premier per via del Patto del Nazareno. Renzie non attacca mai il partito azzurro e non dice mai una parola contro Silvio Berlusconi, ma gli fa terra bruciata andando all’attacco dei sindacati e della magistratura.

 

susanna camussosusanna camusso

Perfino le truppe grilline non fanno più paura, dopo che alle Europee Renzie ha dimostrato di saperle tenere lontano. E se Grillo rispolvera la crociata anti-euro per provare a ritagliarsi nuovi spazi, Pittibimbo lo aspetta già schierato anche sui temi dell’Europa. A lui non si può dire, a differenza di un Monti o di un Letta, che sia un mero esecutore dei voleri di Bruxelles. Anzi. Renzie, pur restando a favore della moneta unica, ha alzato la voce più volte contro Bruxelles e può a buon diritto dipingersi come uno che va in Europa “a farsi rispettare”.

 

Chi non si è fatto rottamare da Renzie è Giorgio Napolitano. Ma forse solo perché si farà da parte da solo e il premier, forte del patto con Berlusconi, aspetta tranquillamente di scegliere il successore al Quirinale. Un presidente dal quale si aspetta elezioni in tempi rapidi, in modo da passare all’incasso dopo tanto rottamare. Capito Finocchiaro?

 

2. SE C’È LA CORSA AD AVERE RENZI COME OSPITE, IL PREMIER CHE FA ASCOLTI

Aldo Grasso per il “Corriere della Sera

 

La tv fa bene a Renzi, Renzi fa bene alla tv. Se c’è una cosa su cui il presidente del Consiglio assomiglia davvero a Silvio Berlusconi è la sua capacità di stare costantemente al centro della scena mediatica. 
 

PIERLUIGI BERSANI A SERVIZIO PUBBLICOPIERLUIGI BERSANI A SERVIZIO PUBBLICO

Agli schizzinosi potrà sembrare eccessivo, ma la strategia dell’ (onni)presenza ha pagato col Cavaliere, e pare pagare col premier. Intanto i dati quantitativi mostrano l’analogia evidente delle due figure politiche: per quasi un ventennio Berlusconi è stato in vetta alla classifica dei personaggi più presenti in televisione, in termini di tempo di notizia (nei tg), di parola (dichiarazioni nei notiziari e negli altri programmi) e di antenna (che somma i primi due dati).

 

Non c’è stato nessuno che ha insidiato questa supremazia fino al passaggio di testimone con Matteo Renzi. Il premier — anche grazie all’assommarsi delle cariche — occupa ora questa centralità: solo a settembre, ha totalizzato 77 ore di tempo d’antenna nel complesso e variegato scenario televisivo digitale. Naturalmente tempo di notizia e tempo di parola hanno significati simbolici differenti.

Massimo D Alema Massimo D Alema

 

Col primo Renzi si assicura una sorta di «basso continuo»: è lui che ha in mano la palla, gioca all’attacco, di solito vince (come per l’articolo 18). Sarà questa la vera, strategica ragione dell’«annuncite»? Col tempo di parola, invece, «ci mette la faccia» e affronta platee apparentemente avverse.

 

angelino alfano pennarello argento angelino alfano pennarello argento

Scherzando con Paolo Del Debbio o duettando con Nicola Porro ha resuscitato i loro programmi: con 1.581.000 spettatori (6,9%) Porro ha battuto Santoro, mentre con 1.444.000 spettatori (6,4%) Del Debbio ha superato Formigli. È il cane che si morde la coda: ora vorranno tutti averlo ospite. (a.g.) 
In collaborazione con Massimo Scaglioni,
elaborazione Geca su dati Auditel 

 

 

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