DOV’È FINITO FONZIE-RENZIE?- SULLA LEGGE ELETTORALE HA RINCULATO, SULL’UCRAINA BALBETTA E SULLE RIFORME ECONOMICHE PUÒ ESSERE MACIULLATO DAL TRITACARNE CGIL-CONFINDUSTRIA: IL ‘BISCHERO’ RISCHIA DI FINIRE COME FANFANI SCONFITTO DALLA CONSORTERIA DOROTEA

Da ‘Il Foglio'

Il tempo stringe, bisogna evitare di cadere nelle trappole dilatorie Matteo Renzi, impaludato nella grisaglia governativa, che indossa da pochi giorni, rischia di perdere quel tratto tra lo scanzonato e il dinamico su cui era stato costruito il suo personaggio, quando portava il "chiodo" alla Fonzie.

Naturalmente la funzione comporta degli obblighi e impone delle responsabilità, ma questo non significa che possa essere esercitata solo rinunciando a ogni elemento di vitalità e di spirito iconoclasta. In fondo Renzi sta cercando di emulare il tentativo compiuto sessant'anni fa da Amintore Fanfani, che intendeva congiungere il ruolo di segretario politico del partito di maggioranza relativa con quello di premier e nessuno può negare che l'aretino abbia dato prova di un carattere tutt'altro che sottomesso. Poi ha perso quella partita: la consorteria dorotea prima lo ha condizionato, e poi lo ha sconfitto.

Anche Renzi, seppure in condizioni diverse (ma non più di tanto, a ben vedere) ha avversari abili, soprattutto all'interno del suo partito, capaci di costruire una tela di ragno che lo imbozzoli annichilendo le sue intenzioni innovatrici e rendendole puramente illusorie. La reazione dei primi giorni, che naturalmente ha l'attenuante di tutti gli inizi, non è tale da fugare le preoccupazioni. In politica internazionale il Renzi in grisaglia si profonde in ossequi alla vulgata di una "posizione occidentale" sull'Ucraina che in realtà è solo una sceneggiata.

Forse quello col giubbotto avrebbe trovato il modo di far filtrare un fischiettìo di dissenso nei confronti di ultranazionalisti incappucciati. Nella gestione della prima delle riforme in discussione, quella elettorale, è sembrato rinculare, costretto ad accettare una delimitazione del nuovo meccanismo solo alla Camera, con conseguenze potenzialmente dilatorie, che solo la generosità di Silvio Berlusconi ha reso potabile.

Un premier, si sa, deve tener conto degli alleati, ma se finisce con il subire impostazioni che annacquano lo spirito riformista rischia di sembrare sempre di più al suo sfortunato predecessore.

Chissà che cosa può capitare ora sulle riforme economiche, che potrebbero finire nel tritacarne della solita concertazione, dominata dal patto dei lamentosi tra Confindustria e Cgil, sepolcro neanche tanto imbiancato della più paralizzante conservazione. Si può sperare, naturalmente, che l'impressione di questi primi giorni sia destinata a essere dissipata da una riaffermazione di vitalità innovatrice, ma il tempo stringe.

Se il nuovo doroteismo si rafforza ottenendo i primi successi nella tattica dilatoria, passerà poi a presentare conti sempre più salati. Il ritmo di una riforma al mese che apparteneva all'impegno di un Renzi spregiudicato sembra già in discussione, ma naturalmente speriamo di sbagliare.

 

matteo renzi e angela merkel MATTEO RENZIMATTEO RENZI NEL CANDIDATO SINDACO A FIRENZE DARIO NARDELLA MATTEO RENZI MATTEO RENZIMATTEO RENZIMATTEO RENZI OSPITE DI DARIA BIGNARDI

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO