RICCARDI A CACCIA DI DELEGHE (E VISIBILITÀ POLITICA) - BARBARA B. METTE IN CANTIERE CASA E FIGLIO - L’IDV VA IN VACCA (E LA REGALA A DI PIETRO) - LAGUNA D’ORO: 5.5 MLD PER IL MOSE - SCILIPOTI DA RESPONSABILE A INTEGRALISTA CONTRO EBREI E GAY - NOSTALGIA (DELLA FIAMMA) CANAGLIA - FONDAZIONE INCARFAGNATA - POSTFASCISTI RIPULITI IN LIBRERIA - UN IMPERO FOTOGRAFICO PER IL VANESIO MINISTRO TERZI - CARA CAMERA QUANTO TI COSTI - PISAPIPPA PREFERISCE LA BANCA ALLA BANDA - POVERO MICCICHÉ, SE GLI TAGLIANO LO STIPENDIO DIVIDE CASA CON DUE COLLEGHI…

Enrico Arosio e Primo Di Nicola per "L'espresso"

1 - RICCARDI INSISTE...
È un intellettuale rispettato, gode della più alta credibilità internazionale. Eppure con il suo ingresso al governo sta diventando scomodo. Misteri della politica. Andrea Riccardi è l'unico ministro che non ha ancora una delega precisa. Sulla carta è il titolare dell'ufficio "per la Cooperazione internazionale e l'integrazione", nei fatti fa fatica a mettere in piedi il suo dicastero. Il fondatore della comunità di Sant'Egidio vorrebbe la Cooperazione, che attualmente è una direzione generale del ministero degli Esteri, guidata da Elisabetta Belloni. Ma Giulio Terzi, il titolare della Farnesina, non ne vuole sapere.

L'altro pezzo del suo ufficio Riccardi lo vorrebbe da Elsa Fornero. Si tratta dell'Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, guidato da Massimiliano Monnanni, che prima era sotto il ministero delle Pari opportunità e ora è passato al Welfare. Ma anche in questo caso la ministra non intende cedere. Adesso Riccardi sta bussando al Viminale per ottenere almeno alcune deleghe sull'immigrazione. Non solo. Dopo aver parlato della scomposizione dei Poli e della necessità di riaggregare i cattolici, Pd e Pdl sono andati su tutte le furie. Maurizio Gasparri ha chiamato Monti chiedendo di intervenire: Riccardi è un tecnico, non può scendere in campo. V. D.

2 - GRANDI OPERE - I SEGRETI DI BARBARA...
Nelle stesse ore in cui viaggiava l'indiscrezione, poi smentita, su Barbara Berlusconi incinta (paternità: Alexandre Rodrigues da Silva detto Pato, calciatore del Milan) i muratori di un furgone bianco della Eurolombardi Spa caricavano macerie di cantiere davanti a un bel palazzo con affaccio sul parco Sempione. Tutto lascerebbe intendere un'accelerazione dei lavori nella nuova magione milanese della ragazza, già madre di due figli, consigliera di amministrazione dello stesso Milan.

Operai anche a Natale, dunque, per completare il maxi appartamento (o forse due) al terzo, quarto e quinto piano (21 finestre solo al quinto) più terrazzo. Il palazzo del primo Novecento è in cantiere continuo dal 2010. A buon punto, il blindatissimo garage sotterraneo con elevatore. Per fortuna, perché i pochi inquilini rimasti sono abbastanza stufi. Travolte dall'ammirazione, invece, le maestranze di quartiere, portinai, spazzini, postini, tanti milanesi piccolini eccitati dalle voci sull'arrivo di Lei figlia di Lui. Auguri a tutti. E. A.

3 - MUCCA BIANCA PER DI PIETRO...
È così nervoso, Antonio Di Pietro: specie con Mario Monti. Gli serve qualcosa che lo rilassi. È quello che devono aver pensato i parlamentari dell'Italia dei valori, che per Natale gli hanno voluto regalare una mucca bianca. A promuovere l'iniziativa, in qualità del suo ruolo istituzionale, è stato Aniello di Nardo, capogruppo in commissione Agricoltura a Palazzo Madama. I 21 deputati e 12 senatori del partito hanno contribuito con 100 euro a testa per un dono che vuol essere di buon auspicio: la mucca, recapitata nell'azienda agricola che Di Pietro ha allestito a contrada Piscone, nella sua Montenero di Bisaccia, è gravida, ed entro l'estate sfornerà un vitellino. P. Fa.

4 - THINK-TANK PER MARA...
Mara Carfagna si vuole fare la sua fondazione. Un po' come D'Alema. Perduto il ministero, anche l'ex show girl è decisa a mettere su un'associazione per continuare a fare politica così come hanno già fatto, nel suo schieramento, La Russa, Gelmini, Frattini, Meloni e altri. A differenza dei suoi ex colleghi, Mara infatti non ha ancora avuto un incarico all'interno del Pdl. Non c'è ancora un nome, ma la fondazione si occuperà di diritti umani e discriminazioni razziali, sul modello di una piccola Onu. Non guarderà solo al centro- destra ma anche all'elettorato centrista e di sinistra. V. D.

5 - DUE COSE SUL MOSE...
Mose in dirittura d'arrivo. Ma all'appello mancano le cerniere-connettore, il cuore tecnologico del sistema di dighe mobili che dovrebbero sbarrare dal 2014 le tre bocche di porto in caso di acqua alta. "Sono in costruzione", assicura il pool di imprese che dal 1984 ha la concessione per i lavori in laguna. Le produce la Fip di Padova, del gruppo Mantovani, socio di maggioranza del Consorzio Venezia Nuova. Qualche tecnico ha sollevato perplessità sulla bontà del sistema prescelto. Cerniere saldate e non fuse: secondo i critici, la saldatura potrebbe dare meno garanzie di durata.

Ma la Fip è specializzata in questa tecnica, e procede. Direzione lavori e controllo sono affidati alla società Tethis, anch'essa della Mantovani. Resta l'incognita dei costi e della gestione di un sistema tutto subacqueo con 79 paratoie in acciaio. Un mese fa il Cipe ha garantito altri 600 milioni di euro. Il Mose costerà 5 miliardi e mezzo, quasi il quadruplo del costo iniziale. Gestione e manutenzione escluse. A. Vit.

6 - L'ANTICRISTO E L'ESORCISTA...
Domenico Scilipoti sente odor di zolfo politico: "Vedendo alcune cose", dice a www.pontifex.roma.it, "a volte penso che l'Anticristo stia tentando di fare breccia, e questo è molto grave". Dall'opposizione al governo Monti a quella contro l'Anticristo, il salto non spaventa il deputato ex dipietrista che ora presiede i cosiddetti Responsabili. Da qualche tempo Scilipoti è ospite fisso sul sito integralista cattolico Pontifex.

Fanatismo a gogò, titoli come "Massoni ed ebrei contro il Papa", "Gli ebrei da sempre nemici della Chiesa e deicidi", "Omosessuali? Misericordia, ma gli animali sono più ordinati di loro" o anche "Non dare la comunione a Vendola e omosessuali conclamati". E via così, in squallida allegria. Domanda: ma di che sono responsabili, i Responsabili? A. Ro.

7 - NERI E REDENTI...
Anno 1988: i giovani del Fuan, guidati da Gianni Alemanno, barricati nel Centro per i malati di Aids a Villa Glori, mentre fuori Buontempo (er Pecora) e Gramazio (er Pinguino) tentano di svellere le inferriate. Sei anni dopo: Gramazio (ora deputato) che si presenta a Tor de' Cenci con piccone per distruggere il campo rom allestito dal sindaco Rutelli.

L'amarcord nero antico è di Daniele Nalbone e Giacomo Russo Spena, in "Ripuliti. Postfascisti durante e dopo Berlusconi", che Castelvecchi pubblica a gennaio nella collana Rx. La storia dei nipotini del Msi a cavallo della svolta di Fiuggi, e in particolare della destra sociale. Tutti pronti al rilancio, imborghesiti e redenti, ora che le loro idee sono entrate nell'agenda politica nazionale. Come spiega il senatore Marcello De Angelis, ex Terza posizione, tre anni di carcere per associazione sovversiva e banda armata: "Per noi Berlusconi ha avuto un ruolo strumentale". P. Fa.

8 - PARLAMENTO IN CIFRE...
24.023,1 milioni di euro è l'ammontare del Fas (Fondo Aree Sottoutilizzate) assegnato nel 2007 alle regioni italiane. Il ministro per la Coesione nazionale, Fabrizio Barca, attraverso un'audizione parlamentare ha evidenziato come ben poche di quelle risorse siano state utilizzate per lo sviluppo, quanto piuttosto per coprire i deficit dello Stato e delle Regioni.
a cura dell'associazione Openpolis

9 - SARDEGNA, LIRICO A RISCHIO CRAC...
Schiacciata dai debiti, la Fondazione del Teatro Lirico di Cagliari rischia di chiudere lasciando a spasso 229 dipendenti. C'è una voragine di 25 milioni di euro lasciata fin dal 2003 da Mauro Meli, lo stesso manager che ha portato il Regio di Parma sull'orlo del precipizio. Con l'attuale responsabile Gennaro Di Benedetto che propone tagli draconiani, il bilancio del 2011 chiude ancora in rosso, condizionato dagli interessi passivi maturati con le banche nelle stagioni di Meli. E il giovane sindaco Massimo Zedda, oltre alla presidenza del teatro, eredita l'emergenza. M. Lis.

10 - UN IMPERO PER TERZI...
Il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata ha scelto il suo fotografo. Da qualche giorno, il capo della diplomazia è seguito come un'ombra da Enrico Para, titolare di Impero fotografico, storica agenzia romana di riferimento della destra, con aquila imperiale in bella mostra sul sito ufficiale. Per Para, ex fotografo di fiducia di Giorgio Almirante, si tratta di un ritorno alla Farnesina, dove ha seguito Gianfranco Fini, tra il 2004 e il 2006, quando era ministro degli Esteri.

Su Fini, molto legato a Terzi che, da ambasciatore, curò la sua prima visita in Israele nel 2003, Para si è anche prodotto in una biografia intitolata "Cronaca di un leader", ricca di fotografie sull'esperienza dell'ex capo di An tra le feluche e a Palazzo Chigi. Gli impegni istituzionali non distraggono Para dall'attività principale: le foto ai matrimoni. Agli sposi, Impero fotografico propone quattro tipi di servizi: Diamante, Topazio, Smeraldo e Rubino. Un passo avanti, ironizzano al ministero degli Esteri: qualche anno fa i book si chiamavano Rachele, Claretta, Edda e Rosa, vale a dire moglie, amante, figlia e mamma di Benito Mussolini. T. M.

11 - LELIO BASSO CHIEDE AIUTO...
Natale amaro per la Fondazione Lelio Basso, dedita agli studi sul movimento operaio. Già colpita dai tagli draconiani di Tremonti, l'ente morale costituito nel '73 dal socialista eretico e cofondatore del Psiup è a rischio sopravvivenza. Dopo la decurtazione del 40 per cento dei fondi negli ultimi tre anni, anche il contributo della Regione Lazio, già dimezzato, prevede per il 2012 un'ulteriore riduzione.

Così, dopo aver firmato contratti di solidarietà per i dipendenti, per far fronte alle esigenze più immediate l'istituto ha chiesto aiuto agli Amici della fondazione, associazione presieduta da Stefano Rodotà. Una "ricapitalizzazione" che ha fruttato qualche migliaio di euro e alla quale si sono aggiunti vari membri del cda, in cui siedono tra gli altri Luciana Castellina e l'ex ministro Franco Bassanini. P. Fa.

12 - PENSIONI, CARA CAMERA...
Diciotto milioni di euro in tre anni: di tanto crescerà la spesa che la Camera dei deputati dovrà affrontare per pagare le pensioni dei dipendenti che lasceranno il servizio attivo. Leggendo il bilancio triennale 2012-2014 approvato poco prima di Natale dall'Ufficio di presidenza di Montecitorio, si evince che la spesa per il trattamento di quiescenza salirà da 216,4 milioni nel prossimo anno a 234,2 nel 2014. Ma, benché siano parecchi i dipendenti della Camera a lasciare il servizio, nello stesso periodo la spesa per gli stipendi non diminuirà: da 287,1 milioni nel 2014 salirà, infatti, a poco più di 292 milioni. B. C.

13 - QUELLA BANDA È UNA BANDIERA...
Per anni ha fatto ballare e divertire uno dei quartieri più problematici di Milano. Ora l'Orchestra di via Padova non suona più. Il gruppo multietnico di 17 musicisti per cinque anni ha avuto la sala prove nei locali del Comune. L'amministrazione Moratti ha poi venduto l'intero stabile per fare cassa. A una banca. La nuova proprietà, il gruppo francese Bnp Paribas, l'ha sfrattata senza complimenti facendo saltare i concerti. Chissa che con l'anno nuovo non arrivi la sorpresa: un gesto da parte della giunta Pisapia, che dell'integrazione ha fatto una bandiera e ora rischia di perdere la banda. T. Mac.

14 - NORDEST, FINTI TAGLI ALLA TRENTINA...
Si chiedono sacrifici ai lavoratori e ai pensionati, ma quando si tratta dei politici tutto si complica. Succede nel ricco Trentino Alto Adige, dove da mesi si parla di tagli ai costi della politica, sollecitati anche da 11 mila firme di cittadini, raccolte dal giornale "Trentino". Ma la montagna ha partorito un topolino. Su un'indennità di 6.400 euro netti al mese, i consiglieri si sono impegnanti a tagliarsi 290 euro.

E la sforbiciatina è passata per il rotto della cuffia. E stata la Svp, il partito del governatore dell'Alto Adige, Luis Durnwalder a fare resistenza. Lui che è pagato più di Barack Obama e di Angela Merkel, svettando incontrastato con i suoi quasi 27 mila euro lordi al mese. Ma in Friuli va anche peggio. I consiglieri regionali si sono salvati il vitalizio e il tetto dello stipendio rimane fissato al gennaio 2011, non più ancorato allo stipendio del parlamentare. Come dire: se tagliano a Roma, noi siamo salvi. P. T.

15 - MICCICHÈ FA PER TRE...
"Da gennaio io e i colleghi Fallica e Terranova andiamo a vivere insieme". L'insolito annuncio è dell'ex sottosegretario Gianfranco Miccichè: causa tagli al trattamento dei parlamentari, ha deciso di abbandonare l'appartamento romano in centro da 2.500 euro al mese. La crisi sfiora anche la Casta? "Non chiamateci Casta", sbotta. Eppure lo stipendio viaggia sopra i settemila euro al mese. "Io non mi lamento, dico solo che per fare politica ho molte spese, e spiego quel che dovrò fare per far fronte ai tagli". Prima decisione, traslocare in un appartamento condiviso con due deputati amici: "Contiamo di spendere 5 mila euro in tre". F. Sch.

 

ANDREA RICCARDI BARBARA BERLUSCONI E PATO e antonio di pietro idv MARA CARFAGNA E MARCO MEZZAROMA scipiloti speech resize Giulio Terzi di Sant AgataLA BUVETTE DI MONTECITORIO Gianfranco MiccicheLuis Durnwalder

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