
LA RICOSTRUZIONE DI GAZA RESTA UN MIRAGGIO - CON LA FASE 1 CHE SI REGGE CON GLI STECCHINI E UN DISARMO DI HAMAS CHE APPARE IRREALIZZABILE, IL PIANO AMERICANO E' PRENDERE PER IL COLLO I PALESTINESI: TRUMP E GLI ISRAELIANI PUNTANO A ISTITUIRE UNA "ZONA SICURA" DOVE I CIVILI CHE TEMONO HAMAS POSSONO RIFUGIARSI - È LÌ CHE SARANNO COSTRUITE LE PRIME CASE PREFABBRICATE, RETI IDRICHE ED ELETTRICHE. MA I PALESTINESI CHE VOGLIONO RAGGIUNGERE QUESTE ZONE SARANNO LIBERI DI FARLO O TROVERANNO L'OSTRUZIONE DEI MILIZIANI, TORNATI A MOSTRARE LA LORO FORZA NELLE STRADE?
Estratto dell’articolo di Gabriella Colarusso per "la Repubblica"
a gaza esecuzioni sommarie dei miliziani di hamas
[…] L'intera fascia orientale di Gaza, il sud e il confine nord lo sono, lungo la cosiddetta Linea gialla che delimita la zona occupata dagli israeliani e divide in due la Striscia: a est tank e soldati dell'Idf, che controllano il 53% del territorio, a ovest la popolazione civile stretta tra Hamas e la devastazione.
[…] Ieri mattina, i militari hanno sparato contro un gruppo di persone che si era spinto troppo in là: tre morti. È successo molte volte dal cessate il fuoco perché nonostante le mappe pubblicate sui social dai portavoce dell'Idf, i gazawi non sanno quali siano i nuovi confini della loro Gaza. «Le abbiamo viste, le mappe, ma non sappiamo dove sia la linea gialla», conferma Sami, che vive a Gaza City.
Da qualche giorno l'Idf ha cominciato a tracciare il limite con blocchi di cemento gialli sormontati da un pannello dello stesso colore. Sono alti 3 metri e mezzo, a 200 metri l'uno dall'altro. I soldati hanno ordine di sparare contro chiunque si avvicini. È un confine militare ma è anche una leva politica.
Gli americani, i mediatori, sanno che la smilitarizzazione di Gaza, prevista dal piano Trump, non sarà facile né breve, e la minaccia che l'occupazione israeliana da «temporanea» diventi permanente può essere usata per fare pressioni su Hamas e costringerla a disarmare.
La scorsa settimana, a Washington, durante un briefing con i giornalisti, due consiglieri di Trump hanno rivelato che gli Stati Uniti e gli israeliani puntano a istituire «una zona sicura» oltre la Linea gialla dove i civili palestinesi che temono Hamas possano rifugiarsi. Le "zone libere da Hamas e dal terrorismo" saranno ricostruite per prime, scrive il Times of Israel citando fonti americane, e «si spera possano essere un esempio di ciò che potrebbe essere possibile in tutta l'area se questo programma avrà successo».
Il primo posto dove potrebbero arrivare case prefabbricate, reti elettriche e idriche ripristinate, è Rafah, la città del sud che è stata completamente rasa al suolo dall'Idf, che continua a controllarla. Lì opera il clan Shabab, una delle milizie "amiche", finanziate e armate dagli israeliani.
La spartizione di Gaza dunque è strettamente intrecciata con la partita della ricostruzione, su cui, dopo i trionfalismi di Sharm el Sheikh, già si accendono rivalità e competizioni regionali.
Sauditi ed emiratini, potenziali finanziatori molto danarosi, hanno chiarito che non investiranno soldi nelle aree controllate da Hamas ed entrambi diffidano del protagonismo di Qatar e Turchia, sostenitori della Fratellanza musulmana.
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miliziani di hamas pattugliano il territorio della striscia di gaza
A novembre l'Egitto ospiterà una conferenza sulla ricostruzione, a cui dovrebbero partecipare le organizzazioni internazionali, gli stati donatori, la Lega Araba, l'Autorità Nazionale Palestinese, gli europei, imprese private. Le Nazioni Unite stimano in 70 miliardi il costo per ridare vita all'enclave palestinese.
hamas riconsegna le salme degli ostaggi israeliani 2
esecuzioni pubbliche by hamas nella striscia di gaza 2
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