mario draghi marta cartabia

LA GIUSTIZIA È IL VERO TERRENO DI SCONTRO DELLA MAGGIORANZA - “FORZA ITALIA” HA CHIESTO UN ULTERIORE RINVIO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI CON ALL’ORDINE DEL GIORNO LA RIFORMA DEL CSM - IL GOVERNO È DIVISO TRA L’ALA MANETTARA DEI GRILLINI E QUELLA GARANTISTA. DRAGHI HA DOVUTO CEDERE SULLO STOP ALLE PORTE GIREVOLI ANCHE PER I “TECNICI” COME GAROFOLI. MA SI TROVERÀ LA QUADRA ANCHE SUL SISTEMA ELETTORALE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI MAGISTRATURA?

mario draghi marta cartabia 1

1 - GIUSTIZIA: FI CHIEDE NUOVO RINVIO CDM

(ANSA) - Forza Italia ha chiesto un ulteriore rinvio del consiglio dei ministri con all'ordine del giorno la riforma della giustizia. E' quanto fanno sapere fonti di Fi.

 

 

2 - ARRIVA LA RIFORMA CARTABIA SUL NODO TOGHE IN POLITICA DRAGHI CERCA IL COMPROMESSO

Francesco Grignetti e Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

il plenum del csm

Sarebbe stata una clamorosa sconfessione. Più della metà dei ministri presenti aveva ricevuto l'ordine di astenersi su un punto qualificante della cruciale riforma del Csm; la quasi totalità dei partiti della maggioranza, tolto il Pd, aveva dichiarato di essere contraria alle indiscrezioni su un blocco solo parziale per le «porte girevoli» tra politica e magistratura.

 

conferenza stampa di fine anno di mario draghi 2

In queste condizioni le probabilità di una drammatica spaccatura nel Consiglio dei ministri di oggi sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura sono state, per tutta la giornata di ieri, altissime.

 

Nel calcolo dei costi-benefici Mario Draghi ha capito che lo scontro avrebbe avuto un prezzo politicamente troppo alto, e così ha preferito cedere su quel punto della riforma che non metteva d'accordo nessuno nella coalizione. Almeno così sembrava ieri sera quando è stato annunciato che il pre-consiglio dei ministri previsto per le nove di sera sarebbe slittato a questa mattina alle 8.30.

marta cartabia mario draghi.

 

Segno che le complicazioni sono ancora tante e un accordo blindato non c'è. Ma se le anticipazioni verranno confermate, ministri, sottosegretari e assessori non saranno più esentati dalla tagliola che prevede di bloccare le «porte girevoli». Cariche elettive e incarichi di governo saranno equiparati.

 

Significa che qualunque toga accetti di entrare a far parte di una giunta o di un governo, anche senza passare da una candidatura e un'elezione, una volta conclusa l'esperienza politica, non potrà tornare in servizio dove era prima. Previsto un limbo di 3 anni per quelli che si candidano ma non vengono eletti.

ROBERTO GAROFOLI

 

Fino a ieri mattina, la formulazione concordata dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia con il presidente del Consiglio Mario Draghi prevedeva il divieto per i soli deputati, senatori e consiglieri regionali e comunali. Non per quelle toghe chiamate «figure tecniche», anche se avessero rivestito cariche da ministro, o di assessori chiamati da un sindaco o da un presidente di Regione. Secondo un primo giudizio della ministra, non ci sarebbero stati vincoli al rientro in toga perché formalmente non eletti.

sergio mattarella david ermini giovanni salvi

 

Una differenziazione che ha subito scatenato nei partiti le peggiori malignità su tutti i «tecnici» che ruotano attorno al governo. Qualcuno ha avanzato persino il sospetto che si nascondesse una norma ad personam, volta a tutelare la carriera del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, giudice amministrativo.

 

alfonso bonafede 2

Palazzo Chigi rifiuta però questa interpretazione della norma che La Stampa ha raccontato ieri in un articolo, ricostruendo i dubbi e la forte contrarietà del M5S, di Forza Italia e della Lega, e anche del deputato di Azione Enrico Costa, il più battagliero di tutti: «Si tratta di una palese contraddizione che va sanata».

antonio tajani mezzora in piu

 

Pure Giulia Bongiorno, a nome della Lega, aveva detto il suo «no». La modifica del testo dovrebbe avvenire oggi in pre-consiglio, dove finalmente i partiti potranno avere sotto gli occhi un testo della riforma.

 

Altro motivo di rabbia tra gli azionisti della maggioranza. Lo prova l'avvertimento esplicito di Antonio Tajani, coordinatore di Fi: «I nostri ministri non voteranno se non ci sarà un testo scritto che possa essere esaminato in maniera approfondita. Non si può votare una riforma così delicata senza avere il testo legislativo di fronte».

 

enrico costa

Una richiesta che è arrivata identica da tutti i partiti e che ha costretto il governo a intervenire sul testo, facendo così slittare per ben due volte il pre-consiglio. Forza Italia e la Lega vogliono capire anche come sarà definita l'altra grande questione che agita i rapporti tra magistrati e politica: la legge elettorale con cui si sceglierà la futura composizione del Csm e che negli ultimi anni è stato il veicolo dello strapotere delle correnti. Forza Italia insiste per il sorteggio. E anche il M5S è tentato.

giulia bongiorno

 

Contrario invece il Pd. Secondo la ministra, il sistema che è stato proposto (maggioritario binominale, con forte attenzione a garantire la parità di genere, e con correttivo proporzionale) dovrebbe scompaginare i giochi delle correnti. Giornata di tensioni, insomma.

 

Nella fotografia di Draghi alla plancia di comando della pilotina della Guardia Costiera, mercoledì a Genova, c'era il desiderio di mostrare saldamente la guida del governo. Ma sulla giustizia, sulle concessioni ai balneari, persino sul decreto che proroga lo stato di emergenza per il Covid, dove il governo è andato sotto per ben due volte, la barca resta esposta alle tempeste dei partiti. -

mario draghi marta cartabia

MARTA CARTABIA MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…