SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA I CONTI NON TORNANO – L’ANM SOTTOLINEA CHE LE NOVITÀ INTRODOTTE DA NORDIO NON SARANNO AFFATTO A COSTO ZERO: LA “DUPLICAZIONE” DEL CSM, CHE OGGI COSTA ALLO STATO 46 MILIONI DI EURO OGNI ANNO, CON LA RIFORMA SUPERERÀ I 90 MILIONI, “AI QUALI AGGIUNGERE LE SPESE PER UNA NUOVA SEDE DA COMPRARE O AFFITTARE” – E PER LA CREAZIONE DELL’ALTA CORTE, CHE DOVRÀ GIUDICARE L’OPERATO DELLE TOGHE, POTREBBERO SERVIRE 20 MILIONI DI EURO L’ANNO…
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA APPROVATA IN SENATO - CARLO NORDIO
La riforma della magistratura non sarà a costo zero. D'altronde, il testo approvato in via definitiva dal Parlamento la settimana scorsa punta a "separare" il ruolo del giudice da quello del pubblico ministero e a dare a ognuno il proprio Consiglio superiore della magistratura. Volendo semplificare, quel che prima era svolto da uno, adesso viene svolto da due. […]
In più, l'azione disciplinare prima svolta dal Csm passerà a un nuovo soggetto introdotto dalla riforma: l'Alta corte. Un terreno, quello dei costi nascosti della riforma, sul quale l'Associazione nazionale magistrati intende giocare parte della propria campagna in vista del referendum che si terrà la prossima primavera.
Il sindacato dei giudici ha provato a offrire una prima stima – va detto, molto poco dettagliata – delle maggiori spese a cui andrà incontro il sistema giustizia. A partire dalla duplicazione del Csm che, se oggi costa allo Stato circa 46 milioni di euro ogni anno, con la riforma potrebbe superare i 90 milioni «ai quali aggiungere le spese per una nuova sede da comprare o affittare».
Per quando riguarda l'Alta corte, ci sarà bisogno di più personale amministrativo e di risorse dedicate. L'Anm fa quindi un'ipotesi: «Se il Csm costa oltre 45 milioni di euro, l'Alta Corte, che ha meno componenti, potrebbe costare 20 milioni di euro». Anche qui, come viene sottolineato, si dovrebbero «aggiungere le spese per una nuova sede da comprare o affittare».
Ci sono anche i costi indiretti e quelli che vengono considerati "impatti sistemici" sul mondo della giustizia. La formazione per giudici e pm cambierebbe faccia: due ruoli separati porteranno inevitabilmente a costi aggiuntivi per corsi, concorsi e aggiornamenti professionali distinti.
Si fa l'esempio del costo per organizzare un concorso in magistratura, che in media è di circa 900mila euro, ma «potrebbe raddoppiare – sostiene l'Anm –. Per due concorsi serve, inoltre, personale amministrativo in più».
Così come potrebbero aumentare le spese per mantenere la Scuola superiore della magistratura. Oggi è unica e da 8 milioni di euro l'anno potrebbe iniziare a pesare 16 milioni. Sostanzialmente, un raddoppio dei costi a cui l'Associazione magistrati aggiunge il timore di rallentamenti nei procedimenti che, come è noto, hanno ulteriori effetti economici negativi.
Sul piatto, infine, viene messo anche il costo del referendum confermativo. Generalmente è una spesa che può variare e per questo l'Anm prende in considerazione il costo dell'ultima consultazione, quella del giugno 2025, quando sono stati stanziati 88 milioni di euro.
In attesa di dati più approfonditi sui costi della riforma, la scelta dell'Anm di inaugurare il suo comitato per il No, venerdì scorso, nella sede della Cassazione, continua a dare fastidio alle truppe del centrodestra, dove viene letta come una sgrammaticatura grave: «Si appropriano di un luogo come quello della Cassazione, che dovrebbe essere un simbolo di terzietà, per farlo diventare uno spazio da cui combattere la loro battaglia politica: questo è un atto eversivo».
SERGIO MATTARELLA E CARLO NORDIO AL CSM
In risposta, i comitati per il Sì del centrodestra sono alla ricerca di casi di malagiustizia per trasformarli in testimonial a favore della riforma. Si muovono anche fuori dall'arco partitico: gli ex ministri Claudio Signorile e Salvo Andò, e un altro storico socialista come Fabrizio Cicchitto, sono fra i promotori del 'Comitato "Giuliano Vassalli" per il Sì. […]
CESARE PARODI E CARLO NORDIO CON LA SIGARETTA AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA


