FORNERO PIAGNENS SGAMBETTA AIRONE PASSERA - LA RIFORMA PREVIDENZIALE DEL GOVERNO MONTI PENALIZZA BANCHE E BANCARI: A RISCHIO L'ESODO DI 16.500 BANCARI E MILIARDI DI RISPARMI PER LE BANCHE - ABI E SINDACATI IN ALLARME - INTESA SANPAOLO E UNICREDIT I GRUPPI PIÙ COLPITI, MA CONTRACCOLPI ANCHE PER MPS, UBI, BANCO POPOLARE E BNL..

Nicola Borzi per Plus24 - Il Sole 24 Ore

La riforma previdenziale del governo Monti penalizza banche e bancari. Per restare solo ai sei maggiori gruppi nazionali, entro il 2015 è prevista l'uscita di oltre 16.500 dipendenti (ma potrebbero essere di più). Risparmi per miliardi sul costo del lavoro, sui quali le imprese contano per ridisegnare il proprio futuro.

Ma le norme sulle pensioni contenute nel decreto legge 201 "salva Italia" del 6 dicembre ricadono pesantemente su lavoratori e piani industriali. I costi potrebbero aumentare, minando le cifre già preventivate e presentate dagli istituti di credito che - particolare non irrilevante - spesso sono quotati.

La manovra non tocca i bancari che vanno direttamente in pensione il primo gennaio 2012, ma tocca quelli che vanno in esodo, che potrebbero vedere le "finestre" previdenziali spostate oltre il 31 dicembre 2015, come nel caso di chi aveva previsto di uscire il primo luglio 2013.

I problemi riguardano i bancari in servizio che hanno già aderito - irrevocabilmente - alle proposte aziendali di accedere al Fondo esuberi. Un caso di scuola è Intesa Sanpaolo: l'accordo del 29 luglio sull'esodo volontario incentivato del "Progetto 8mila" prevedeva l'uscita il primo gennaio 2012 (per chi maturava i diritti a usufruire della "finestra" al 31 dicembre 2015) e il primo luglio 2013 per chi li maturava entro il primo gennaio 2018.

Le adesioni stesse tornano in discussione: «Abbiamo unitariamente dichiarato all'azienda che, se la riforma previdenziale non dovesse prevedere clausole di salvaguardia per i bancari che hanno aderito all'esodo senza esservi ancora entrati, sarà necessario procedere a una complessiva revisione dell'accordo del 29 luglio in base alla mutata situazione.

L'azienda ha dichiarato che, data l'attuale incertezza, non invierà nuove comunicazioni individuali a chi ha aderito all'esodo in attesa della definizione certa delle nuove regole previdenziali», scrive una note del 6 dicembre dei sindacati di gruppo.

I bancari hanno aderito agli esodi volontariamente, credendo che a fine accompagnamento avrebbero percepito una data pensione, calcolata su base retributiva. Oggi ritengono iniqua questa manovra perché, invece, li porterà a percepire una pensione mista, non li tutela né per le decorrenze pensionistiche né per il sistema di calcolo.

Problema ancor più grave per quei lavoratori in esodo con uscita al primo luglio 2013 che, avendo aderito volontariamente nella previsione di incassare una pensione calcolata con il sistema retributivo, si troverebbero invece il periodo dal primo gennaio 2012 alla data di pensione calcolato con il sistema misto e l'assegno straordinario calcolato con il contributivo dal 2012 al 30 giugno 2013.

Le banche con piani di ristrutturazione in corso o in avanzata elaborazione devono rifare i conti, perché cambiano i costi degli esodi e il totale delle uscite preventivabili, riducendo sensibilmente il numero di lavoratori in vista della pensione o dell'esodo. Ad esempio, il piano strategico UniCredit 2011-13/15 - in corso di trattativa - indica per l'Italia 3.500 uscite aggiuntive a quelle stabilite dall'accordo sul "bancone" del 18 ottobre 2010, che ne prevedeva 1.500 entro il 31 dicembre 2012.

Dati che però erano su stime di uscite elaborate al momento del perfezionamento dei requisiti, senza l'attivazione dell'assegno straordinario. Ad esempio, il bancario usciva al raggiungimento dei 40 anni di contributi, con l'importo dell'incentivo all'esodo stabilito dagli accordi sindacali, e aspettava per un anno di incassare la pensione. Con la riforma, ora il bancario dovrà raggiungere oltre 42 anni di contributi, il che sposta in avanti l'uscita di due-tre anni, dato anche l'intervento sull'aspettativa di vita e la riduzione del 2% dell'assegno per ogni anno di anticipo.

La manovra invece non impatta sui conti del Fondo di solidarietà gestito dall'Inps. Infatti ogni società attiva gli assegni straordinari a propria richiesta: poiché questi non hanno "carattere solidaristico" nel settore bancario, l'Inps paga gli assegni straordinari attivati dalle singole aziende e ne recupera il costo "a pié di lista" da ciascuna società.

Dunque un eventuale aumento dei costi non riguarderà il Fondo, ente meramente "pagatore", ma le singole società bancarie. L'Inps però non ha ancora reso note le nuove stime di bilancio ricalcolate in base alla manovra, ritenendo ancora prematuro il quadro normativo emerso nei giorni scorsi.

«I dati del nostro Centro nazionale di assistenza per i calcoli previdenziali, ramo del dipartimento Welfare che fra settembre e ottobre ha elaborato oltre 400 posizioni di lavoratori Intesa Sanpaolo aderenti all'esodo, mostrano che prima della manovra oltre l'85% degli aderenti, in base al nostro campione, erano aventi diritto al retributivo e i restanti era già posizioni con calcolo "misto"», spiega Vincenzo Saporito, responsabile del dipartimento Welfare della Fabi.

«I lavoratori già in esodo, essendo usciti quasi sempre con adesione volontaria, piombano nell'incertezza sulla prestazione finale: il decreto salvaguarda 50mila posizioni ma solo per la finestra finale, non per il calcolo. Riteniamo profondamente iniquo ogni meccanismo che preveda una salvaguardia limitata per chi ha già lasciato il lavoro con ammortizzatori come l'assegno straordinario, intrinsecamente attivabile solo a condizione che sia agganciato alla pensione finale».

«Solo ora si sta faticosamente trovando una soluzione per i lavoratori non salvaguardati dalla manovra Tremonti del 2010: erano salvaguardate solo 10mila posizioni sulle 40mila circa interessate. Molti di questi da luglio non percepiscono né pensione né assegno straordinario, essendo terminato il periodo di esodo e non essendo rientrati nei 10mila "salvati".

Nei giorni scorsi la ministra Fornero, attuando l'intesa di febbraio con il ministro Sacconi, ha firmato il decreto di salvaguardia anche per i restanti 30mila, ma il decreto non è ancora operativo perché manca la firma del ministero dell'Economia».

«La 50mila posizioni salvaguardate dal decreto 201 possono sembrare molto più adeguate delle 10mila del 2010, ma non esistono ancora dati ufficiali. Inoltre nelle 50mila rientra anche chiunque sia stato autorizzato ai versamenti volontari prima del 31 ottobre 2011 (legge 122 del 2010), quando queste posizioni non erano salvaguardate. Ciò causa l'ulteriore rischio che nei prossimi piani industriali i bancari siano indotti a guardare con sospetto a possibili adesioni volontarie all'esodo, minando alla base la credibilità dello strumento e aumentando le tensioni sociali», conclude Saporito.

Il tema, caldissimo, sarà centrale nelle trattative sul rinnovo del contratto nazionale che ripartono giovedì 15 dicembre con un incontro cruciale tra sindacati e Abi. Non si può prevedere come la partita sarà gestita fra le parti sociali: ma se sindacati e Abi vorranno ottenere modifiche per salvaguardare lavoratori e conti delle imprese (in particolare per i piani industriali già in corso), dovranno "far squadra" nei confronti del Governo.

 

 

FORNERO MONTI dd d f e c ee cfa ff VITTORIO GRILLI ELSA FORNERO MARIO MONTI CORRADO PASSERA Banca IntesaFederico Ghizzoni UNICREDIT GIUSEPPE GUZZETTI IGNAZIO VISCO resize BRUCIA LE BANCHE - BLACK BLOC iN VIA CAVOURARRIVA IL PRESIDENTE resize ANGELO BENASSIA IGNAZIO VISCO

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…