rino formica draghi cartabia

"BERLUSCONI AL QUIRINALE? E' IL MODELLO ERDOGAN, UN CAPO ASSOLUTO CHE GUIDA UNA FOLLA" - RINO FORMICA: "UNA CANDIDATURA DI DRAGHI? SAREBBE UN'AVVENTURA. C'È DA PREOCCUPARSI ANCHE QUANDO SI SENTE CHE LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE IL CONGELAMENTO DEI DUE PRESIDENTI, IL RINVIO DI OGNI QUESTIONE. SIGNIFICA CHE IL SISTEMA IN QUALCHE MODO È IN BLOCCO - QUELLI CHE SONO SUL MERCATO SONO TUTTI CONSUMATI DA GIOCHI E DA 30 ANNI DI DECADENZA POLITICA. UNA DONNA POTREBBE INTRODURRE UNA NOVITÀ POLITICA…"

rino formica

Fabio Martini per "la Stampa"

 

Come si fa un Presidente, lui lo sa: Rino Formica è un signore che ha iniziato a far politica nel lontanissimo 1944 in casa Laterza a Bari, un giorno che da lì passò Benedetto Croce e da allora - per decenni - ha attraversato segreti e svolte della politica italiana, col risultato che pochi come lui sanno vedere quel che sta arrivando, come gli è accaduto con i presidenti della Repubblica degli ultimi 30 anni. Da lui visti e "nominati" mesi prima. E ora?

 

RENZI MATTARELLA 9

«E ora stiamo dentro una seria crisi di sistema, come ci ha confermato il voto sul ddl Zan, che ha dimostrato la resistente impotenza del Parlamento. Poteva votare a favore o contro. E invece no: ha rinviato, non ha deciso. Approfondendo la distanza tra Paese ed istituzioni. Per il Quirinale serve una discussione serena ma serve anche un guizzo. Ma vedrete, se ne uscirà, con una forte novità politica».

 

RINO FORMICA

Classe 1927, barese, figlio di un ferroviere antifascista, più volte ministro, durante la sua lunga militanza socialista, Rino Formica ha sempre coltivato un temperamento anti-conformista, lo stesso che affiora in questa intervista a La Stampa.

 

Ma lei crede che davvero ci possa essere un nesso tra il voto sul ddl Zan e le manovre per il Quirinale?

«Ma no! È la manifestazione di un'impotenza sistemica nel cuore delle istituzioni: il Parlamento. Aveva un senso politico se avesse bocciato la legge».

 

Renzi sarà decisivo nella vicenda Quirinale?

silvio berlusconi

«Ha una sua abilità, è furbo, conosce i punti deboli, può fare male ma è un capo senza truppe: difficilmente costruirà bene».

 

Sette anni fa Renzi fu abilissimo con Mattarella: come ha fatto a ridimensionarsi?

«Le racconto un fatto che non ha un nesso diretto Nel 1944 conobbi Benedetto Croce nella villa dell'ingegner Laterza. Noi giovani socialisti e azionisti ascoltammo il filosofo che disquisiva sul futuro. Ad un certo punto, parlando di violenza politica, Croce disse: vi siete mai chiesti come mai in Italia non c'è stato un corpo spietato come le Ss? E rispose: da noi poliziotti e carabinieri sono tutti ragazzi del Sud, ragazzi di buon cuore. Pensate invece se fossero stati tutti toscani...».

 

Berlusconi candidato al Quirinale: si può anche solo concepire che possa fare il Capo dello Stato un cittadino con condanna definitiva e in attesa di altri processi?

il presidente della turchia erdogan

«Vede, oggi (ieri, ndr.) è una brutta ricorrenza: 99 anni fa ci fu la marcia su Roma e da quella stagione lontana sta riemergendo una tendenza profonda nel Paese: che la democrazia non è adatta a gestire i problemi della nostra crisi e che occorra l'uomo forte. A me sorprende che la candidatura di Berlusconi non trovi reazioni, se non quelle che alludono al Bunga bunga. La si considera legittima da tutte le parti.

 

Ma lui resta un capo assoluto che guida una folla e come pensiero ha solo un grido: Forza Italia! L'unico capo politico che non abbia mai fatto un congresso. Il rischio è che in modo strisciante passi un identikit: Erdogan. Anzi, anche oltre Erdogan, perché lui, bene o male un partito ce l'ha. Le democrazie si spengono con un capo che considera le elezioni come ludi cartacei».

 

RINO FORMICA CRAXI

Chi pensa a Draghi non sottovaluta il rischio di grandi elettori terrorizzati dallo scioglimento delle Camere e che potrebbero bocciare il premier a voto segreto, delegittimandolo?

«Una candidatura di Draghi in quel modo sarebbe un'avventura. Ma c'è da preoccuparsi anche quando si sente che la soluzione potrebbe essere il congelamento dei due presidenti, il rinvio di ogni questione. In altre parole ci teniamo il Capo dello Stato che c'è, il capo del governo che c'è e che Dio ce la mandi buona. Ma così rischiamo: se si parla di una proroga del Capo dello Stato e del presidente del Consiglio significa che il sistema in qualche modo è in blocco».

 

il presidente della turchia erdogan

Ma il Capo dello Stato ha detto chiaramente che lui non resterà un giorno di più. Una previsione: come finirà?

«Concordo col Capo dello Stato. Una proroga sarebbe rischiosa: può contribuire ad accentuare un processo di distacco dalle istituzioni. Serve una rianimazione, un grande rilancio, a cominciare dalla Presidenza della Repubblica. Con una personalità di alto profilo politico e di pratica costituzionale e che sappia trasmettere una forte suggestione di carattere politico, accompagnando il Paese verso il superamento della crisi del sistema politico. Con le necessarie riforme costituzionali».

 

Ma lei la conosce questa persona? Esiste?

«A mio avviso dovrebbe identificarsi col valore profondo della Carta costituzionale. Poi se è donna è meglio!».

 

Dunque Marta Cartabia sarebbe un'ottima presidentessa?

«La donna introduce la novità politica! Quelli che sono sul mercato sono tutti consumati da giochi e da 30 anni di decadenza politica».

RINO FORMICA

 

Non trova che Draghi stia dimostrando capacità politica? Cosa impedirebbe di salire al Quirinale?

«Draghi è un'ottima persona, ma è un medico che rischia di servire poco alla nostra malattia politica-istituzionale che è quella di un popolo che partecipa e tutela sempre meno le istituzioni. Draghi è banchiere internazionale. Figure che appartengono ad un grande club, chiamate a gestire i soldi dei risparmiatori e degli Stati. Non si sono mai occupati degli effetti delle loro decisioni sulle società».

marta cartabia mario draghi. mario draghi marta cartabia 1

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO