arrest the bankers big

COSA SI FA IN ITALIA QUANDO NON SI VUOLE RISOLVERE UN PROBLEMA? SI CREA UNA COMMISSIONE! - E INFATTI QUELLA SUI DISASTRI BANCARI, NATA DOPO UN ANNO DI GESTAZIONE, SARA’ LA SOLITA AMMUINA PRE-ELETTORALE - DOVREBBE INDAGARE SUI MPS, ETRURIA E LE ALTRE, SULLE RESPONSABILITA’ DEI BANCHIERI E DEGLI ORGANISMI DI CONTROLLO: FINIRA' IN UNA NUBE DI FUMO

Francesco De Dominicis per “Libero Quotidiano”

 

fondazione mpsfondazione mps

Non riuscirà a fare chiarezza sugli scandali bancari degli ultimi anni. Sarà soltanto un'ottima arena per il duello fra partiti in vista delle prossime elezioni politiche di inizio 2018. E magari a più di qualcuno va bene così: obiettivo è la resa dei conti. Certo, il Partito democratico corre il rischio di trovarsi nell' angolo, costretto a difendersi da attacchi che arriveranno un po' da tutti i fronti: Cinque Stelle, Forza Italia, Lega e Fratelli d' Italia hanno già affilato le armi. Il campo di battaglia lo ha ufficializzato ieri la Camera che ha dato il via libera finale alla legge volta alla istituzione di una commissione d' inchiesta sulle banche.

assemblea pop vicenzaassemblea pop vicenza

 

Nasce, dunque, dopo oltre un anno di tormentata gestazione, un' altra bicamerale: in meno di 12 mesi (terminerà al massimo con questa legislatura) dovrà portare a termine una complessa operazione verità. Dal crac del Monte dei paschi di Siena al fallimento pilotato di Etruria, Marche, Chieti e Ferrara.

 

Dal dissesto di Popolare di Vicenza e Veneto Banca alle crisi che hanno colpito le popolari, il credito cooperativo e le casse di risparmio (a cominciare da Carige). Mps (storica banca del Pd) ed Etruria (che più di una grana ha creato al ministro Maria Elena Boschi e a suo padre Pier Luigi Boschi, vicepresidente dell' istituto tra il 2014 e il 2015).

 

LE RESPONSABILITÀ

gianni zonin stefano dolcettagianni zonin stefano dolcetta

Sotto i riflettori finiranno tanto le responsabilità dei banchieri quanto le falle della vigilanza nonché i rapporti perniciosi con le imprese, i conflitti di interesse della politica, le fregature ai risparmiatori e i compensi dei manager. Francamente il menù è fin troppo ricco. Ragion per cui, mettere ordine nella colossale baraonda bancaria del nostro Paese appare impossibile.

 

Che questo compito sia stato affidato a un organismo di diretta emanazione della politica, la cui storia (recente e passata) è intrecciata col potere bancario, appare quanto meno singolare. E chi pensa che i membri di una bicamerale possano riuscire a far parlare senza peli sulla lingua un banchiere (magari già indagato o a processo) o un alto funzionario della Vigilanza si illude.

 

Veneto BancaVeneto Banca

Sulla carta, la Commissione - che prenderà forma solo al termine della procedura di nomina - avrà poteri incisivi, assimilabili a quelli della magistratura. Ci sarà pure il segreto istruttorio, ultima spiaggia per coprire i dossier e i fatti più scomodi. Mentre gli interrogati non potranno oppore il segreto d' ufficio. I commissari saranno in tutto 40, pescati per metà a Montecitorio e per l' altra metà a palazzo Madama. Pochi i fondi a disposizione: da 150mila euro fino a un massimo di 200mila. A guidare l' organismo dovrebbe essere il senatore Mauro Marino (Pd), mentre la vicepresidenza pare assegnata a Forza Italia.

 

PADOAN GENTILONI1PADOAN GENTILONI1

La Commissione potrà indagare ad ampio spettro: non è stato inserito un periodo determinato. L' unico elemento per poter aprire un fascicolo su una crisi bancaria è l' aiuto - diretto o indiretto - dello Stato. Insomma, deve esserci stato impiego di denaro pubblico. Anche in questo caso, però, l' assenza di una delimitazione temporale netta può contribuire ad aumentare la confusione.

 

Si andrà sostanzialmente a caso. Vediamo i dettagli. Costituiranno motivo di interesse anche l' efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario e sui mercati finanziari, l' adeguatezza della disciplina legislativa e regolamentare nazionale ed europea sul sistema bancario e finanziario, nonché sul sistema di vigilanza della Banca d' Italia o della Consob.

 

boschi Padoanboschi Padoan

E ancora: verranno verificate le modalità di raccolta della provvista e gli strumenti utilizzati; i criteri di remunerazione dei manager e la realizzazione di operazioni con parti correlate suscettibili di conflitto di interesse; la correttezza del collocamento presso il pubblico, con riferimento ai piccoli risparmiatori e investitori non istituzionali, dei prodotti finanziari, soprattutto quelli ad alto rischio, e con particolare riferimento alle obbligazioni bancarie. Nessun approfondimento specifico, invece, sarà possibile per quanto riguarda la riforma delle popolari, varata a gennaio 2015 dal governo allora guidato da Matteo Renzi e al centro di un feroce scontro politico.

 

LE REAZIONI

ENRICO ZANETTIENRICO ZANETTI

Dicevamo degli esponenti dei partiti. Tutti positivi i commenti delle forze parlamentari: Enrico Zanetti di Scelta Civica chiede di poter «lavorare subito». Renato Brunetta di Forza Italia ha definito la commissione «l' unica cosa buona fatta in questa legislatura», mentre il Movimento 5 Stelle con Alessio Villarosa ha tenuto un intervento durissimo sulla vicenda Etruria e ha accusato la maggioranza di «aver perso tempo» nel dare il via libera allo strumento di indagine.

 

Che, secondo il sottosegretario all' Economia, Pier Paolo Baretta, può aiutare a «fare chiarezza sulle situazioni che hanno provocato le crisi bancarie», a patto che ci si muova in fretta e «senza strumentalizzazioni». Dalla dichiarazione di Baretta letta al contrario possiamo pronosticare lo sviluppo deella nuova Bicamerale: lenta e strumentalizzata.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?