roma milano

ROMA KAPUTT MUNDI - TRA LE CITTÀ PIÙ VIVIBILI, LA CAPITALE PERDE 19 POSIZIONI (88° POSTO), ANCHE LA MILANO DEL BOOM CALA UN PO': L'EXPO E I CANTIERI SONO BELLI PER I VISITATORI, MENO PER I RESIDENTI - GIUSEPPE DE RITA: ''SE LA CITTÀ SI È INVOLGARITA È COLPA PURE DEI ROMANI. UNA CITTÀ SOLO TURISMO E TAVOLINI DOVE MANCA UNA CLASSE DIRIGENTE''

 

1. NELLA CLASSIFICA DELLE CITTÀ VIVIBILI MILANO VOLA BASSO, ROMA CROLLA

Giuseppe Pollicelli per ''Libero Quotidiano''

TRENO E AEREO ROMA MILANO TRENO E AEREO ROMA MILANO

 

Se si dà la giusta importanza - cioè un' importanza assai ridotta - ai minimi avvicendamenti registrati tra una città e l' altra rispetto alle graduatorie degli ultimi anni, emerge chiaramente come la classifica 2016 sulla qualità della vita in Italia, elaborata dal quotidiano economico "Italia Oggi" con l' Università La Sapienza di Roma e pubblicata ieri, riservi poche sorprese. Anzi, forse la sorpresa è una soltanto: la posizione bassa occupata da Milano, 56ma su 110 capoluoghi di provincia. Una performance da "parte destra della classifica", per usare il gergo calcistico.

 

La metropoli lombarda, celebrata da almeno un paio d' anni per lo straordinario sviluppo di cui recentemente è stata protagonista, ha ceduto ben sette posizioni rispetto al 2015, vanificando i miglioramenti ottenuti fra il 2010 e il 2014.

SALA PISAPIASALA PISAPIA

 

Considerando il bilancio positivo dell' esperienza Expo (al di là dei futuri - e ancora incerti - utilizzi dell' area); il costante miglioramento della reputazione di Milano presso i media e i visitatori stranieri, questi ultimi in progressiva e sensibile crescita sia sotto il profilo numerico che qualitativo; un' offerta culturale vasta e di alto livello, che ha contribuito a far sì che per la città meneghina venisse recuperata la definizione di "capitale morale del Paese"; considerando tutti questi fattori, non riesce semplice comprendere i motivi di un piazzamento così poco lusinghiero.

 

È vero che dei nove contesti presi in esame dalla ricerca ce ne sono alcuni molto più penalizzanti di altri per la città della Madonnina, che ha per esempio ceduto qualcosa come 47 posizioni in due anni per quanto concerne il disagio sociale dei propri abitanti. Un risultato tanto negativo, però, deve per forza implicare una valutazione globalmente - e non solo settorialmente - severa.

ALEMANNO MARINOALEMANNO MARINO

 

Si può allora provare a ipotizzare che ad aver peggiorato la qualità della vita dei milanesi siano i pur indispensabili - e in prospettiva vantaggiosi - cantieri del Metrò 4. Le stime degli esperti potrebbero poi aver tenuto conto dello stato di degrado della Stazione Centrale - determinato soprattutto dall' infinita questione profughi - e dal non lieve problema sociale rappresentato dagli episodi di violenza verificatisi in seno ad alcune comunità straniere (specie sudamericane) per ragioni legate al controllo criminale di porzioni di città.

 

Se la bocciatura di Milano non può non destare stupore, non suscita invece meraviglia quasi nessuno degli altri dati. In cima alla classifica, dopo 5 anni, non c' è più Trento bensì Mantova, ma Trento risulta pur sempre seconda e Mantova occupa le posizioni di testa sin da quando la ricerca è stata svolta per la prima volta, 18 anni fa. Il Sud è messo molto peggio del Nord e del Centro, tant' è vero che non una città meridionale compare prima del 49mo posto, occupato da Campobasso.

 

Napoli è terzultima e tutte le ultime venti posizioni sono appannaggio di città del Sud (a parte Imperia, 103ma). Sicuramente non inattesa, poi, è la catastrofica prova fornita da Roma, che precipita nelle zone più basse (88ma, prima di Lecce e dopo Frosinone) cedendo 19 posizioni rispetto al 2015 e 31 nel confronto con il 2014.

 

VIRGINIA RAGGI E LA CARTA DI CREDITOVIRGINIA RAGGI E LA CARTA DI CREDITO

I peggioramenti della Capitale riguardano la dimensione affari e lavoro (-15 posizioni, 67mo posto), il disagio personale e sociale (58ma, l' anno scorso era 42ma) e il tenore di vita (103esima). La tendenza generale è evidente: si vive bene nei centri medio-piccoli del Nord, mentre le grandi città, con il caso eclatante di Roma e la sola eccezione di Torino (che rimane tuttavia 70ma), patiscono in maniera sempre più pesante i grandi problemi della nostra epoca: dalla crisi occupazionale al fenomeno migratorio.

 

 

2. «SE LA CITTÀ SI È INVOLGARITA È COLPA ANCHE DEI ROMANI»

Fabio Rossi per ''Il Messaggero''

 

Giuseppe De Rita, presidente del Censis. Si aspettava questo crollo della Capitale?

«Il dato va incontro a una percezione ormai generalizzata. È diventato normale parlar male del modo di vivere a Roma, dell' inciviltà: siamo ormai un bersaglio facile. Mi sarebbe apparso strano il contrario».

 

Giuseppe De Rita Giuseppe De Rita

La ritiene una visione esagerata?

«Oggi Roma è una città effettivamente poco vivibile, poco stimata da chi ci vive ma anche da chi non ci vive. I primi a non stimarla siamo noi romani».

 

Quali sono i motivi?

«Si tratta di un problema complesso: credo che abbiamo perso il senso della funzione di una città come Roma, ci siamo involgariti nella nostra vita quotidiana. E non abbiamo una classe dirigente all' altezza, che si forma su una funzione e non su alchimie elettorali».

 

Quando è stata persa questa funzione, secondo lei?

«L' ultimo sprazzo è stato il Giubileo del 2000, e in quegli anni, fino alla sindacatura Veltroni, si è provato a dare una funzione alla Capitale sul fronte dello spettacolo e dell' innovazione tecnologica».

 

E dopo cosa è cambiato?

«Poi ci siamo seduti sul ruolo di una città tutta di turismo, piena di ristoranti e tavolini ma con poche altre prospettive».

 

Da dove è partito il crollo della Città eterna?

«Turismo e pubblico impiego sono le due colonne che sono andate in crisi, sotto il profilo dell' immagine».

 

taglio del nastro della nuvola raggi fuksas veltroni renzi rutellitaglio del nastro della nuvola raggi fuksas veltroni renzi rutelli

Roma ha fatto grossi passi indietro anche per quanto riguarda il tenore di vita. Segnale di un impoverimento medio che da queste parti potrebbe aver colpito con più forza, rispetto al costo medio della vita?

«L' impoverimento è relativo, secondo me. Abbiamo appena vissuto un black friday, di importazione americana e di cui i romani non sapevano nulla fino a poco fa, che ha visto però la città piena di gente che comprava. E non erano turisti».

 

Ma il ceto medio sembra in forte sofferenza.

«In effetti è saltato tutto il ceto medio impiegatizio. Ma non perché si è impoverito, crollato perché non c' è più la funzione al quale era stato chiamato. Prima fare il funzionario pubblico era un simbolo di status. Ora non più, anche perché la politica ha verticalizzato i poteri, svuotando la burocrazia di élite».

magritte05 rutelli veltronimagritte05 rutelli veltroni

 

Un altro settore con segno fortemente negativo, nella Capitale, è quello della sicurezza.

«Su questo punto non sono d' accordo. Ormai le bande criminali sono un po' ovunque.

Anzi, noi abbiamo vissuto un Anno Santo in cui il controllo delle strade e della criminalità è stato rigoroso».

 

Crede che basti?

«L' anno scorso, alla partenza del Giubileo arrivavamo dalla stage del Bataclan e da una serie di attentati terroristici e temevamo il peggio. Invece non è successo nulla, secondo me adesso Roma non può essere definita una città insicura».

 

 

3. CLAUDIO STRINATI: ''ROMA ORMAI HA UNA POLITICA CULTURALE MODESTA''

Laura Larcan per ''Il Messaggero''

 

Claudio Strinati, divulgatore d' arte, soprintendente di lungo corso, Roma precipita all' 88esimo posto per la qualità della vita. Come se lo spiega?

«Dipende da come è amministrata la città, e Roma ha un' amministrazione con molti difetti. Soprattutto su quello che incide di più sulla qualità della vita, vale a dire i trasporti e la nettezza urbana, che rappresentano un problema gigantesco, insieme alle politiche sociali e alla cultura».

anna e claudio strinatianna e claudio strinati

 

Roma sembra incapace di tesaurizzare le proprie doti. Perché secondo lei?

«La gestione della vita culturale della città non è affatto buona. E questo incide sulla qualità della vita, molto più di quanto pensino tanti politici. Facciamo un paragone con Milano. Qui c' è una vivacità culturale e un' attenzione alla buona gestione della città superiore a Roma. È incredibile come a Roma non si colleghi una politica culturale di alto livello con una migliore gestione della viabilità e dei trasporti».

 

La politica insomma ha la sua parte di colpa?

«La politica culturale a Roma è modesta. Quello che era il polo culturale più forte, cioè l'azienda Palaexpo, è stato smontato. Le Scuderie del Quirinale attendono di risorgere. Le mostre attuali non sono di alto prestigio, e un programma culturalmente complesso e articolato non c' è. Mi chiedo, qual è la grande offerta popolare di Roma. Resta il Vaticano, che non è ne' Roma ne' Italia, e il Colosseo».

 

Pensa che il progetto del ministro Dario Franceschini di costituire un parco archeologico unificato a gestione autonoma tra Colosseo e Foro possa aiutare la qualità dell' offerta culturale?

«Potrà aiutare. Tutto quello che va in direzione di un compattamento gestionale è positivo. Il Colosseo ne ha bisogno. Roma declina anche perché ha gestioni troppo separate.

Franceschini è un ministro che ha un progetto e lo attua. Lo si può condividere o meno, ma fa il suo lavoro».

dario franceschinidario franceschini

 

Certo, non si può dire che a Roma manchi il turismo.

«Ma è gestito in modo incompatibile con la qualità della vita. Penso alla pressione scandalosa dei pullman turistici. Fino ad oggi c' è stata un' anarchia terrificante dei torpedoni. Per non parlare dei bivacchi sotto al Colosseo».

 

Secondo lei, le criticità legate al decoro hanno ripercussioni sulla qualità della vita?

«Il decoro a Roma non esiste. E un' attenzione al decoro migliora la vita di tutti. Non c' è città a questo mondo più colta di Roma, perciò se la gestione della vita dei cittadini non è attenta a questa peculiarità, le cose peggiorano».

 

Pensa a qualche fenomeno nello specifico?

«Penso alla proliferazione dei Bed&Breakfast. Cosa che provoca lo sconquasso della vita in un' infinità di condomini. Penso ai minimarket, all' ambulantato. Quello che abbassa la qualità della vita è la mancanza assoluta di regole generali e di controlli».

 

Roma è destinata a scendere ancora di più nella classifica?

AMBULANTIAMBULANTI

«Roma declina perché nessuna amministrazione si decide a varare dei veri progetti urbanistici e culturali. Le faccio un esempio: per chiunque voglia fare una manifestazione, si blocca la città. Sabato dovevo tornare a casa con l' autobus ma le strade erano chiuse per i cortei. Ma perché non posso essere libero di muovermi? Questo fa parte di un modo superficiale di amministrare, che abbassa il livello di benessere anche morale».

Alla fine Strinati si scusa, ma deve andare al Teatro dell' Opera.

 

Professore, lo sa che c' è un' altra manifestazione in centro ora?

«Un' altra? Non riuscirò mai ad arrivare in tempo. Vede quant' è snervante Roma?»

 

AMBULANTIAMBULANTI

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO