ROMANZO FOCOLARE: IL MOVIMENTO CATTOLICO NELLA LISTA DEL PARADISO FISCALE

Vittorio Malagutti, Michele Sasso e Leo Sisti per Espresso.it

I focolarini. Un nobile discendente dei baroni Taxis di Bordonia e Valnigra. Il manager di una tv privata di grandi ambizioni, poi finita in liquidazione. Per la terza settimana "l'Espresso" nel numero in edicola domani prosegue nella pubblicazione dei file sui paradisi fiscali messi a disposizione da "The International Consortium of Investigative Journalists" (Icij).

A sorpresa, tra i beneficiari del Cosmo Trust costituito nelle Cook Islands polinesiane compare il Focolare Movement (Italy) ossia il movimento cattolico dei focolarini. Il trust risulta aperto con la consulenza di una delle più importanti società di revisione, la PricewaterhouseCoopers. Un portavoce dei Focolarini precisa che nel 1987 la "Focolare Ltd", fondata nel 1970, si è trasformata in "Focolare Movement", per raccogliere donazioni a Hong Kong da una banca locale. Ma - dichiara - non ha ricevuto elargizioni da parte del "Cosmo Trust".

Invece il manager romano Guido Fienga risulta beneficiario di una società nelle British Virgin Islands. Fienga è stato amministratore delegato di Dahlia tv. E' singolare come Fienga abbia avuto in passato incarichi in Wind ed è poi transitato in una società al centro dell'inchiesta sulle presunte tangenti nella vendita della compagnia telefonica: anche un altro commercialista romano citato nel database offshore venne indagato per il caso Wind. Ma l'istruttoria è stata archiviata per prescrizione perché le rogatorie sui movimenti di denaro all'estero non hanno ricevuto risposta.

Nella lista offshore compare pure Giuseppe Prevosti, presidente della holding Preca Brummel con base a Carnago (Varese) che si occupa di abbigliamento per bambini: risulta come titolare della Ever Race Investments, che batte bandiera delle British Virgin Islands. Nelle stesse isole si trova la East Tresure che ha come azionista un erede della più antica nobilità italiana: il barone Paolo Pasio Maurizio Taxis di Bordonia e Valnigra, residente prima a Milano e in seguito a Bologna. Taxis spiega a "l'Espresso" che la "East Treasure" era stata creata «per una singola operazione commerciale, neanche andata in porto».

C'è poi Fulvo Degrassi, commercialista di Trieste, con studi all'estero, da Mosca a Bucarest, da Sofia a Zagabria. E' associato ad altre offshore delle British Virgin Islands: la "Kwai Ying Development Ltd" e la "Commit Ventures Ltd", dove compare come "beneficiario proprietario". Paolo Grazzini è noto alle cronache finanziarie per aver comprato nel 2002 la software house Atlantis messa in vendita dalla Saras dei Moratti.

Nelle caraibiche Isole Vergini l'imprenditore toscano viene fuori invece come azionista ("shareholder") della finanziaria White River Holdings Group. La parabola della Atlantis si è conclusa nel 2008, con il fallimento. E l'accusa di una truffa ai danni dello Stato per 25 milioni di euro di fondi pubblici, destinati a corsi di formazione fantasma in Sardegna.

Infine i trentini Sara e Mauro Maccani sono "shareholder" (azionisti) della Trade-In Ltd delle Isole Vergini, nata nel 2007 su indicazione della filiale di Singapore della banca svizzera Ubs. «Non mi sento di parlarne», ha risposto a "l'Espresso" Sara Maccani. Lei è la terza generazione della famiglia che da sessant'anni produce pavimenti: tra i rivestimenti più prestigiosi a firma Maccani quello del Palazzo della Regione di Udine e quello dell'ex Michelin di Trento, ristrutturata da Renzo Piano.

La versione integrale sull'Espresso in edicola venerdì 19 aprile

 

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