trump mccabe

RUSSIAGATE! IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA USA, JEFF SESSIONS, LICENZIA L'EX VICEDIRETTORE DELL'FBI, McCABE- E IL LEGALE DI TRUMP EVOCA LA NECESSITA' DI SILURARE IL PROCURATORE SPECIALE MUELLER E CHIEDE LO STOP ALLE INDAGINI SUL "RUSSIGATE" - IL PRESIDENTE USA TWITTA: "UN GRANDE GIORNO, FINALMENTE MCCABE È STATO LICENZIATO"

Da www.repubblica.it

 

jeff sessions donald trump

Nuovo capitolo dello scontro tra il presidente Trump e l'inchiesta sul "Russiagate" condotta dal procuratore speciale Robert Mueller.  II ministro della Giustizia americano, Jeff Sessions, ha licenziato l'ex numero due dell'Fbi Andrew McCabe, nel mirino da mesi del presidente Donald Trump. Sessions, nello spiegare il licenziamento, cita il fatto che McCabe ha diffuso informazioni ai media e non è stato onesto, neanche sotto giuramento, in diverse occasioni. McCabe sarebbe dovuto andare in pensione fra 48 ore, domenica.

 

"L'Fbi si aspetta che ognuno dei suoi dipendenti aderisca agli standard più elevati di onestà, integrità e responsabilità" afferma Sessions nella nota in cui annuncia il licenziamento "con effetto immediato" di McCabe. La 'mancanza di sincerità' di cui McCabe è accusato è una violazione punibile con il licenziamento all'Fbi. La decisione di Sessions si basa sulle raccomandazioni dell'ispettore generale del Dipartimento di Giustizia e dell'ufficio dell'Fbi che si occupa del rispetto della disciplina.

 

TRUMP

McCabe è da mesi uno dei bersagli degli attacchi di Trump per il suo ruolo nelle indagini sulle interferenze russe e sull'inchiesta sull'emailgate di Hillary Clinton. Il presidente lo ha accusato in diverse occasioni di essere dalla parte di Hillary Clinton, visto che sua moglie ha corso come democratica per il posto in Senato della Virginia e ha accettato 500mila dollari in donazioni per la sua campagna dall'organizzazione politica di Terry McAuliffe, amico di vecchia data di Bill e Hillary Clinton. E in un tweet diffuso dallo stesso presidente, si legge che il licenziamento di McCabe è "un grande giorno per tutti i dipendenti che lavorano duramente nell'Fbi". "Il bigotto James Comey era il suo capo e McCabe sapeva tutto delle bugie e della corruzione ai più alti livelli dell'Fbi"

 

 

trump putin

 

Un tentativo di indebolire le indagini del procuratore speciale Robert Mueller sul Russiagate. Così Andrew McCabe, l'ex numero due dell'Fbi licenziato dal ministro della Giustizia Jeff Sessions, commenta il suo licenziamento. McCabe spiega di poter essere uno dei potenziali testimoni nell'indagine sul Russiagate e che le motivazioni del suo licenziamento sono solo un tentativo di screditarlo come teste. Così come Rex Tillerson pochi giorni fa, anche McCabe non era stato avvertito del licenziamento: lo è venuto a sapere dai media e dalle chiamate per aver un commento che lo hanno colto alla sprovvista.

 

"L'idea che sono stato disonesto è sbagliata. Questo è parte di uno sforzo per screditarmi come testimone" afferma con il New York Times. McCabe ha trascorso 21 anni all'Fbi e avrebbe maturato i requisiti per la pensione pubblica se avesse lasciato domenica: il licenziamento 48 ore prima del termine mette ora a rischio i suoi benefit.

 

McCabe

"Ecco la realtà: sono stato trattato così per il ruolo che ho giocato, le azioni che ho intrapreso e gli eventi di cui sono stato testimone dopo il licenziamento di James Comey". L'ex capo dell'Fbi ha accusato il presidente Donald Trump di avergli chiesto di chiudere l'indagine sul Russiagate, ovvero sulle possibili collusioni tra la campagna elettorale del miliardario e il Cremlino.  "Questo attacco alla mia credibilità rientra in uno sforzo più ampio non solo per colpire me personalmente ma per macchiare l'Fbi, le forze dell'ordine, e più in generale i professionisti dell'intelligence. Rientra nella guerra dell'amministrazione contro l'Fbi e l'indagine dello speciale procuratore", ha scritto McCabe. "L'insistenza di questa campagna (contro l'Fbi) sottolinea solo l'importanza del lavoro dello speciale procuratore", ha avvertito l'ex numero due del Bureau. "Nell'ultimo anno e mezzo la mia famiglia ed io siamo stati il bersaglio di un inesorabile attacco alla nostra reputazione...e i tweet del presidente lo hanno amplificato ed esacerbato. Lui ha reclamato il mio licenziamento. Lui ha chiesto che io venissi privato della mia pensione dopo oltre 20 anni di servizio. E per tutto questo tempo non abbiamo detto nulla, con l'intenzione di non distrarre rispetto alla missione dell'Fbi, rispondendo alle bugie che sono state dette su di noi", ha concluso l'ex vicedirettore del Federal Bureau.

 

McCabe è stato numero due all'Fbi in uno dei periodi più difficili della storia dell'Agenzia. Ha avuto la supervisione delle indagini sulla campagna di Trump e sull'emailgate di Hillary Clinton. È diventato il reggente dell'Agenzia quando il suo capo, James Comey, è stato licenziato e ha contraddetto pubblicamente la Casa Bianca quando, sulle reti televisive nazionali, ha affermato di non aver assolutamente perso l'appoggio dei 'suoi' agenti.

PROCURATORE SPECIALE MUELLER

 

Il licenziamento arriva al termine di giornate convulse nel governo Trump, caratterizzate dal rincorrersi di voci su nuovi possibili licenziamenti. McCabe è sempre stato uno dei papabili, insieme a Sessions, ma il fatto che la sua pensione era ormai a portata di mano sembrava averlo messo al riparo. Invece il licenziamento è arrivato lo stesso e ora tremano ancora di più i dipendenti dell'amministrazione, a tutti i livelli.

 

Il tentativo di rassicurazione del capo dello staff della Casa Bianca, John  Kelly, non sono servite a stemperare i timori. E questo anche perché anche Kelly sarebbe nella lista dei papabili da licenziare insieme al consigliere per la sicurezza nazionale H. R. McMaster.

 

LEGALE TRUMP

Da www.ansa.it

 

 

ANDREW MCCABE

"Mi auguro che il vice ministro della Giustizia Rod Rosenstein segua il brillante e coraggioso esempio di Jeff Sessions e metta fine alle indagini sulla collusione con la Russia, fabbricate dall'ex capo di Andrew McCabe, ovvero James Comey, sulla base di un dossier falso". Lo afferma il legale personale di Donald Trump, John Dowd, in un'intervista al Daily Beast, nella quale evoca indirettamente la necessità di licenziare il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller.

   

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...